vicius
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lunedì 31 ottobre 2016
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un'opera perfetta
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Dice bene Giancarlo Zappoli nella recensione su MyMovies, Paolo Sorrentino ha trovato (diversamente da Zappoli io non utilizzo il dubitativo)"lo spazio ideale in cui dispiegare la propria visionarietà ma anche la ricchezza quasi inesauribile di occasioni di riflessione". The Young Pope è davvero un'opera perfetta. Difficile trovare un difetto, una battuta fuori posto, un'inquadratura stonata che pure, in alcuni celebri film di Sorrentino, possono talvolta rilevarsi. Fuori da ogni facile ironia, è come se il regista napoletano fosse stato ispirato da Dio in persona. Indicativi, a mio avviso, nella prima puntata, il dialogo serrato (quasi un match di pugilato verbale) tra Jude Law - Pio XII e il fenomenale Silvio Orlando - Cardinale Voiello.
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Dice bene Giancarlo Zappoli nella recensione su MyMovies, Paolo Sorrentino ha trovato (diversamente da Zappoli io non utilizzo il dubitativo)"lo spazio ideale in cui dispiegare la propria visionarietà ma anche la ricchezza quasi inesauribile di occasioni di riflessione". The Young Pope è davvero un'opera perfetta. Difficile trovare un difetto, una battuta fuori posto, un'inquadratura stonata che pure, in alcuni celebri film di Sorrentino, possono talvolta rilevarsi. Fuori da ogni facile ironia, è come se il regista napoletano fosse stato ispirato da Dio in persona. Indicativi, a mio avviso, nella prima puntata, il dialogo serrato (quasi un match di pugilato verbale) tra Jude Law - Pio XII e il fenomenale Silvio Orlando - Cardinale Voiello. Nella seconda puntata, l'omelia apocalittica (nel senso terminolgico del termine)ed escatologica del giovane Papa e il suo ieratico sottrarsi alla visibilità del popolo. Jude Law ha trovato una dimensione recitativa ideale. Eccezionali Diane Keaton e (ripeto) Silvio Orlando, così come gli altri attori. Sorprendente Gianluca Guidi nella parte del segretario "lecchino" di Voiello. Da Oscar, naturalmente, la fotogafia di Luca Bigazzi e il montaggio di Cristiano Travaglioli.
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kronos
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sabato 10 dicembre 2016
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distopico e provocatorio
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Invece che far agiografie di preti e suore realmente esistiti, Sorrentino e collaboratori hanno scelto la strada della distopia (o utopia, a seconda delle opinioni): partendo da un'idea fuori dal tempo, l'elezione di un papa ultraconservatore piovuto dal passato remoto, hanno creato un mondo di personaggi e situazioni all'insegna dell'imprevedibile e del provocatorio.
Qualcuno, credendo d'essere molto offensivo, l'ha definita "fantascienza", altri preferiscono vedere l'opera di Sorrentino come una salutare palestra per il cervello (e per il cuore).
Complesso e intrigante a livello di scrittura, "The young pope" regge anche cinematograficamente il confronto con i più ispirati lavori del regista partenopeo: scenografico, immaginifico, grottesco e surreale, raggiunge in ogni episodio momenti di grande intensità emotiva, grazie anche alla (solita) maestria con cui l'autore manipola linguaggio visivo e musicale.
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Invece che far agiografie di preti e suore realmente esistiti, Sorrentino e collaboratori hanno scelto la strada della distopia (o utopia, a seconda delle opinioni): partendo da un'idea fuori dal tempo, l'elezione di un papa ultraconservatore piovuto dal passato remoto, hanno creato un mondo di personaggi e situazioni all'insegna dell'imprevedibile e del provocatorio.
Qualcuno, credendo d'essere molto offensivo, l'ha definita "fantascienza", altri preferiscono vedere l'opera di Sorrentino come una salutare palestra per il cervello (e per il cuore).
Complesso e intrigante a livello di scrittura, "The young pope" regge anche cinematograficamente il confronto con i più ispirati lavori del regista partenopeo: scenografico, immaginifico, grottesco e surreale, raggiunge in ogni episodio momenti di grande intensità emotiva, grazie anche alla (solita) maestria con cui l'autore manipola linguaggio visivo e musicale.
Certo non mancano lungaggini e cadute di gusto (in particolare nei flashback dal passato, spesso stucchevoli) ma nell'insieme, anche in rapporto alla durata dell'opera, non pregiudicano un ottimo risultato.
Film/Serie assolutamente da non perdere
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darkovic
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giovedì 29 marzo 2018
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w il papa giovane
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Una serie televisiva che esprime tutta la genialita' del nostro (lo voglio ripetere....nostro....che soddisfazione ..una boccata di ossigeno nelle mediocrita' di questo paese) grande regista Sorrentino che riesce ad inventarsi una storia fantastica, in tutti e due i significati del termine.
Riesce ad amalgamare dei personaggi della storia in un ambiente cosi'''difficile''da portare sullo schermo. Invece il nostro caro regista riesce ,con l'aiuto di grandi attori, a spaccare tutto...tutta l'ipocrisia e tutta la falsita'che attornia l'ambiente Vaticano , e ristabilisce le immense distanze tra gli uomini al potere della Chiesa,, che si credono cosi' in alto vicini al cielo e Dio.
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Una serie televisiva che esprime tutta la genialita' del nostro (lo voglio ripetere....nostro....che soddisfazione ..una boccata di ossigeno nelle mediocrita' di questo paese) grande regista Sorrentino che riesce ad inventarsi una storia fantastica, in tutti e due i significati del termine.
Riesce ad amalgamare dei personaggi della storia in un ambiente cosi'''difficile''da portare sullo schermo. Invece il nostro caro regista riesce ,con l'aiuto di grandi attori, a spaccare tutto...tutta l'ipocrisia e tutta la falsita'che attornia l'ambiente Vaticano , e ristabilisce le immense distanze tra gli uomini al potere della Chiesa,, che si credono cosi' in alto vicini al cielo e Dio.
Poi che dire .... tutto al top...attori, fotografia,musica ...tutto poi cosi'innovativo da essere meraviglioso
Orgoglioso di avere un regista cosi' nel mio paese.
Un'ultima cosa.....sicuramente lo vorrei davvero sentire un discorso cosi' da un Papa .....almeno non sarebbe tutto un ambiente cosi'falso, come lo e' ora
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iscarioth
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lunedì 21 novembre 2016
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forse la mia serie preferita...
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Jude Law e Silvio Orlando sono geniali.
Fotografia e sceneggiatura sono meravigliosi.
Colonna sonora e costumi sono perfetti.
La sigla, la prima volta che compare nel terzo episodio, l'avrò vista 3 volte.
Temi trattati con eleganza e senza nessun eccesso.
Dialoghi di livello altissimo.
Ultimi due episodi non all'altezza dei primi otto. Il nono, nello specifico, non mi è piaciuto granchè.
Unica pecca: Ludivine Sagnier. Insopportabile dall'inizio alla fine.
Voto 10. Mi spiace che sia prevista una seconda stagione. Per questo le serie non saranno mai veramente arte come i film.
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ancocco
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venerdì 7 aprile 2017
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il papa di sorrentino, più finzione che realtà
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Dal punto di vista cinematografico nulla da dire sulle perfette interpretazioni e sulle scene riprodotte in grande stile, qual è quello del regista Premio Oscar Sorrentino, così come l’interpretazione del protagonista Jude Law, che nella serie interpreta Pio XIII, così come quella dell’attore italiano Silvio Orlando nei panni del Segretario di Stato, nel film Card. Voiello. Ottime interpretazioni, belle le scene e la riproduzione cinematografica curata sia nella colonna sonora che nelle immagini.
Un’idea cinematografica, quella di Sorrentino, valorizzata alla mostra del Cinema di Venezia con il “premio SIAE per l’innovazione creativa”, ma lontana dalla realtà del mondo Cristiano e che sicuramente sarà oggetto di critica in ambito religioso.
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Dal punto di vista cinematografico nulla da dire sulle perfette interpretazioni e sulle scene riprodotte in grande stile, qual è quello del regista Premio Oscar Sorrentino, così come l’interpretazione del protagonista Jude Law, che nella serie interpreta Pio XIII, così come quella dell’attore italiano Silvio Orlando nei panni del Segretario di Stato, nel film Card. Voiello. Ottime interpretazioni, belle le scene e la riproduzione cinematografica curata sia nella colonna sonora che nelle immagini.
Un’idea cinematografica, quella di Sorrentino, valorizzata alla mostra del Cinema di Venezia con il “premio SIAE per l’innovazione creativa”, ma lontana dalla realtà del mondo Cristiano e che sicuramente sarà oggetto di critica in ambito religioso.
Da punto di vista della realtà naturalmente il film è molto lontano da quella che è la Chiesa oggi, nonostante gli sforzi del regista nel voler mettere in luce l'aspetto umano del prelato del XXI secolo.
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florentin
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lunedì 14 novembre 2016
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fumettone perfetto. al profumo di assenzio.
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Ti spiazza,a volte piacevolmente,a volte meno. C'è tutto in quel papa,soprattutto il Napoli(squadra di calcio;la t-shirt a Diane Keaton-suora "I'm a virgin,but this t-shirt is old",c'è scritto sopra-; l'orfanotrofio, purtroppo però non quello dei 'Blues Brothers' della 'Pinguina';il cardinale amico d'infanzia e di brefotrofio che si fa la moglie del boss della droga (col Suv) che poi uccide il porporato (nudo qui,e col fuoco honduregno addosso),lasciando tuttavia in vita la fedifraga(perché?).
Poi: c'è Orlando vestito da improbabile calciatore (del Napoli) col calembour sponsor-cognome del segretario di Stato;il papa che fa il baby sitter dopo aver reso mamma non si sa se di persona o attraverso lo spirito santo una gradevole biondina;una passeggiatina notturna tra giornalisti assonnati tranne uno che gli fa "Bel discorso"(finalmente ha parlato Pio XIII,alleluja)lungo il corridoio dell'aereo che lo riporta dall'Africa dove ha conosciuto oltre che una suora con l'alitosi(un po' come la sorella del Marchese del Grillo/Alberto Sordi -sono molti i richiami cinematografici che vengono alla mente lungo queste puntate.
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Ti spiazza,a volte piacevolmente,a volte meno. C'è tutto in quel papa,soprattutto il Napoli(squadra di calcio;la t-shirt a Diane Keaton-suora "I'm a virgin,but this t-shirt is old",c'è scritto sopra-; l'orfanotrofio, purtroppo però non quello dei 'Blues Brothers' della 'Pinguina';il cardinale amico d'infanzia e di brefotrofio che si fa la moglie del boss della droga (col Suv) che poi uccide il porporato (nudo qui,e col fuoco honduregno addosso),lasciando tuttavia in vita la fedifraga(perché?).
Poi: c'è Orlando vestito da improbabile calciatore (del Napoli) col calembour sponsor-cognome del segretario di Stato;il papa che fa il baby sitter dopo aver reso mamma non si sa se di persona o attraverso lo spirito santo una gradevole biondina;una passeggiatina notturna tra giornalisti assonnati tranne uno che gli fa "Bel discorso"(finalmente ha parlato Pio XIII,alleluja)lungo il corridoio dell'aereo che lo riporta dall'Africa dove ha conosciuto oltre che una suora con l'alitosi(un po' come la sorella del Marchese del Grillo/Alberto Sordi -sono molti i richiami cinematografici che vengono alla mente lungo queste puntate..., suora anche lesbicona in misura però appena sfiorata,ma soprattutto suora-madre delinquente perché fa pagare l'acqua ai poveracci connivendo col dittatore di turno che lei dice d'essere un gran persona,e che lui-il Papa-poi fa avvelenare (con l'acqua ovvio) per toglierla di mezzo senza scandali (Vatican's way, niente di nuovo)...ché poi qui -ecco il Sorrentino onirico al suo meglio- la decisone del misfatto è presa chiamando all'appello l'aldilà da un piazzale di un distributore di benzina con una sparata di tir luccicanti che sembra 'Convoy' (del grandissimo Peckinpah) dietro di lui candidamente bardato e in ginocchio sguardo al cielo e cappello in testa. C'è anche un cardinale che si taglia le vene, ma che una suorina accorsa o forse lì stanziale,salva. E l'addetta al marketing -donna in carriera piacente che se la tira ma poi mica tanto- preoccupata per un merchandising che langue, è più da multinazionale laica che da Vaticano, ma visto l'ambiente ci sta anche lei.
Un fumettone (quasi) perfetto,e divertente qua e là, per quanto in alcuni punti un po' soporifero (ma qui magari l'assenzio, appunto, accanto al divano può aiutare a entrarvi in sintonia).
Un furbacchione quel Sorrentino Oscar.
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vanessa zarastro
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sabato 5 novembre 2016
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fasto e noia
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Lenny Belardo è un quarantasettenne cardinale bellissimo ma angosciato e infelice, che diventa Papa con il nome di Pio XIII. È il primo papa americano della storia e proviene da un orfanatrofio statunitense, dove è stato abbandonato da piccolo. È cresciuto tormentato dal desiderio di rivedere i suoi genitori “figli dei fiori” e a tutt’oggi ne soffre.
Eletto un po’ per caso, passerà man mano dalle prime incertezze all'arroganza e a costruire un papato anacronistico, conservatore e autoritario che stupisce anche i cardinali più anziani. Con l’idea di moralizzare la Curia e la Chiesa finisce per formulare regole vecchie e antistoriche, come ad esempio non dare l‘assoluzione a una donna che ha abortito o controllare il passato e il presente in modo poliziesco di chi chiede di diventare prete.
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Lenny Belardo è un quarantasettenne cardinale bellissimo ma angosciato e infelice, che diventa Papa con il nome di Pio XIII. È il primo papa americano della storia e proviene da un orfanatrofio statunitense, dove è stato abbandonato da piccolo. È cresciuto tormentato dal desiderio di rivedere i suoi genitori “figli dei fiori” e a tutt’oggi ne soffre.
Eletto un po’ per caso, passerà man mano dalle prime incertezze all'arroganza e a costruire un papato anacronistico, conservatore e autoritario che stupisce anche i cardinali più anziani. Con l’idea di moralizzare la Curia e la Chiesa finisce per formulare regole vecchie e antistoriche, come ad esempio non dare l‘assoluzione a una donna che ha abortito o controllare il passato e il presente in modo poliziesco di chi chiede di diventare prete. Un papa/dio giusto e vendicativo che sembra non conoscere il perdono.
Sempre più isolato nel suo trip di potere assoluto convoca a Roma le uniche due figure a lui familiari: suor Mary (Diane Keaton) la madre che l’ha cresciuto nell’orfanatrofio e Andrew, il cardinal Dussolier (Scott Shepherd), suo amichetto del cuore per tutta l’infanzia. Ma Lenny pian piano imporrà un distacco e chiederà, perfino a suor Mary, di esser chiamato Sua Santità.
Il filmone è articolato in otto puntate. Tra intrighi di corte, corruzioni e pettegolezzi, la vicenda va avanti molto lentamente.
La caratteristica di Sorrentino di amare le immagini statiche legate da stacchi qui è portata all’estremo: fotografie bellissime, prospettive centrali o prospettive dal basso, tanti primi piani del Papa, enormi stanze vuote con due o tre persone lontane (scene girate i antichi palazzi romani incluso Palazzo Venezia), il film va avanti tutto così. Sembrerebbe che il regista si rifaccia più alle sequenze degli affreschi duecenteschi sulla storia del Cristo, o ai fumetti, o meglio ai fotoromanzi, piuttosto che al cinema.
L’operazione del papa giovane è osannata dalla critica – forse perché Sorrentino piace agli Americani e ha vinto un Oscar per La grande Bellezza – personalmente devo congratularmi sia con il fotografo Luca Bigazzi sia con la scenografa Ludovica Ferrario, ma trovo “The young people” noiosissimo, lontano mille miglia dal concetto di cinema, meglio paragonabile a certe fiction per la TV (ma volete mettere la serie canadese I Borgia con Jeremy Irons in Papa Alessandro VI?!). Il doppiaggio di Jude Law è un pò forzato (Riccardo Niseem Onorato), consiglio chi volesse vedere qualche puntata (ne mancano solo due) di ascoltarlo in originale. Gli attori sono tutti molto bravi, in particolare spicca Silvio Orlando che interpreta il cardinal Voiello - «empatico ma non simpatico» come dice Orlando in un’intervista - molto più vicino a un’idea di prete a noi familiare.
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