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L'ideologia, che non c'è, di Clint Eastwood

ONDA&FUORIONDA di Pino Farinotti.
di Pino Farinotti

In foto una scena di American Sniper di Clint Eastwood.
Bradley Cooper (49 anni) 5 gennaio 1975, Filadelfia (Pennsylvania - USA) - Capricorno. Interpreta Chris Kyle nel film di Clint Eastwood American Sniper.

lunedì 12 gennaio 2015 - Focus

Molta dialettica intorno ad American Sniper, il film di Clint Eastwood. I termini ricorrenti sono "eroe" e "ideologia". Narrasi la vicenda di Chris Kyle, soldato texano, dall'impressionante mira, che entra nel corpo speciale dei Navy Seal, viene spedito in Iraq e uccide 160 nemici "ufficiali", forse 250. La definizione di eroe americano è stata discussa, appunto, e "concettualmente" contestata. Insomma una parte di utenza, chiamiamola così, dice: come si può definire eroe quello che di fatto è un killer, che magari uccide dei bambini. Eccola dunque l'ideologia. Forse la definizione andrebbe completata: eroe di guerra. Gli Usa ne hanno avuti tanti. Ci arriverò. Poi c'è l'ideologia eastwoodiana dell'appartenenza. Niente si può commentare, negli Usa e dovunque, se non parti dall'appartenenza. Ci sono autori schierati, radicali, abrasivi verso il sistema americano (repubblicano), come Oliver Stone, o Sean Penn o Michael Moore, fra i molti altri. È notorio che il regista-attore è un simpatizzante, magari non radicale, repubblicano, quasi una rarità nell'universo della cultura americana. Nell'ultima competizione presidenziale Eastwood non sostenne Obama. Ma dico che... non ha nessuna importanza.

Storie
Nei suoi film Clint Eastwood ha raccontato delle storie. Gli premeva raccontarle al meglio, fuori da tutti i contesti. Non si può non partire dalla sua genetica, che è quella del westerner, nella serie Rawhide: fu lì che lo notò Sergio Leone e lo vestì con poncho, colt e stivali per farne il "biondo" dei primi western. Poi Eastwood è stato il giustiziere Callaghan, e ancora westerner sempre meno eroe, comunque giustiziere. Tutta roba di destra. Citazione: John Ford, altro cineasta, addirittura più grande di Eastwood fu accusato per decenni di essere autore di destra tipo "Dio, patria, famiglia", attraverso il suo modello preferito, John Wayne. In un film sulla cavalleria il regista concludeva, con una voce fuori campo, inquadrando uno squadrone schierato, che "quegli eroi hanno vinto e conquistato, dovunque siano passati". Una dichiarazione vicina ad essere guerrafondaia ma "spettacolarmente" efficace, ed è ciò che interessava a Ford. Che nel 1940 girò Furore, dal romanzo di Steinbeck, e davvero non esiste storia più di sinistra di quella. A Ford interessavano le storie, di giustizia, nel senso di giustiziere alla Wayne, così come a Eastwood, nel senso di giustiziere alla Callaghan. Niente ideologia. Ma poi Eastwood ha cambiato, svoltato, con storie opposte, gradite all'intellighenzia prevalente. Ne cito una esemplare ed estrema, quando fece Flags of Our Fathers, sulla vittoria americana a Ywo Jima e in successione Lettere da Iwo Jima, in lingua giapponese: la battaglia vista dall'altra parte. Con lo stesso sentimento e la stessa... appartenenza.

Lemma
Dicevo: eroe. Il lemma enciclopedico riporta: chi dà prova di straordinario coraggio o abnegazione. E ancora: protagonista di un'opera letteraria, musicale, cinematografica. Perfetto: eroi non sono solo i Kyle e i suoi omologhi. Sono eroi Ulisse, Edmond Dantès e D'Artagnan, Davide Copperfield, Rossella O'Hara e Anna Karenina, Holden Caulfield, il Principe di Salina e Zivago. E molti altri naturalmente. Tornando agli "omologhi" mi concedo un po' di Storia, dove gli eroi, veri, sono diventati tutti, rigorosamente, anche cinematografici. Fanno parte dell'attitudine, e del destino, non so quanto felice, degli americani per la guerra. Ogni guerra, e sono tante, ha avuto il suo. Guerra di indipendenza: eroe George Washington quando non era ancora presidente - non esistevano gli USA - ma comandante in capo dell'esercito continentale che scacciò gli inglesi. Rivoluzione texana (1836): quella della battaglia di Alamo, quando il Texas divenne repubblica sconfiggendo i messicani, in attesa di essere annesso agli Usa. Eroe Davy Crockett, che fu fra i 180 che si sacrificarono ad Alamo. Guerra di secessione: eroe George Armstrong Custer, decisivo nelle celebri battaglie di Bull Run e Appomattox. Prima di diventare una sorta di genocida nelle guerre indiane. Guerra ispano americana del 1898, dove gli Usa tolsero agli spagnoli il protettorato di Cuba: eroe Theodore Roosevelt che comandò la carica decisiva di San Juan, un'azione che gli valse poi la Presidenza. Prima guerra mondiale: eroe il sergente Alvyn York, davvero un precursore di Kyle, tiratore e coraggio sovrumani: 25 soldati tedeschi uccisi, messe fuori uso 35 mitragliatrici e catturati 132 prigionieri. Seconda guerra mondiale: eroe Audie Murphy, il soldato (20 anni, 1 metro e 65) più decorato di tutta la Storia americana. Tornato a casa divenne ottimo attore di western. Nel 1954, appena trentenne, fece se stesso in All'inferno e ritorno. La "sporca guerra" del Vietnam non ha avuto eroi visibili. Infine Chris Kyle. La motivazione comune di tutti era questa: "uccidendo tanti nemici abbiamo contribuito ad abbreviare la guerra e a salvare tante vite". Riguardava anche Paul Tibbets, l'uomo che sganciò su Hiroshima. Ma volle che la sua tomba passasse inosservata, e il nome appena leggibile.

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