Il giovane favoloso |
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Un film di Mario Martone.
Con Elio Germano, Michele Riondino, Massimo Popolizio, Anna Mouglalis, Valerio Binasco.
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Biografico,
durata 137 min.
- Italia 2014.
- 01 Distribution
uscita giovedì 16 ottobre 2014.
MYMONETRO
Il giovane favoloso
valutazione media:
3,60
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Bruttinodi AristoleFeedback: 105 |
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domenica 2 novembre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
A mio parere un'occasione mancata. Per le segunti ragioni. Anzitutto il protagonista, praticamente per tutta la durata del film (dunque gobba o non gobba), si muove come un buffone e assume pose da contorsionista (facendo venire in mente, più che Giacomo Leopardi, l'Igor di Frankenstein Junior). Poi quello che dice, e come lo dice, è sempre teso, drammatico, sopra le righe, a tratti urlato. Non c'è praticamente mai nulla di colloquiale, nei dialoghi, nulla di ironico (ed è un mistero come qualcuno abbia potuto vedere qui la riscossa dell'ironia). Gli scambi di idee che il protagonista ha con altri letterati ripetono sempre lo stesso cllchè, storicamente inesatto e artisticamente noioso (Leopardi, buono; gli altri, cattivi): gli altri non fanno altro che criticarlo duramente (chi non conoscesse altro di Leopardi oltre al film, non potrebbe mai immaginare che negli anni '30 egli era già un poeta e un letterato famoso e stimato da moltissimi), e lui come risposta si incazza. Sufficiente la descrizione di Recanati - tolto Monaldo, a cui viene attribuita una personalità che davvero non possedeva: chi, vedendo il film, sospetterebbe che Monaldo era quasi un personaggip da operetta, reboante e tronfio nei suoi atteggiamenti esterni, ma quasi succube inerme della moglie in casa sua? Aggiungi - ed è la cosa più grave - che si fanno dire a Leopardi colossali fesserie, rinnovando ancora una volta i fraintendimenti che il Recanatese per gran parte della sua vita aveva cercato invano di dissipare. A un certo punto, in un breve dialogo con la sorella, il lettore apprende stupefatto che la filosofia di Leopardi è una forma di scetticismo critico. E quando mai? Per Leopardi la ragione è potentissima, e ha da tempo scoperto la verità delle cose (altro che scetticismo!). Il problema è che questa verità è terribile per l'uomo, per cui la filosofia è dannosa (L. dice della sua filosofia che è "dolorosa ma vera"). Si salvano i recitativi, tra cui la scelta originale dei pezzi. L'Infinito non poteva non esserci; ma non c'è nessuno dei grandi idilli, mentre è ripreso lo splendido attacco della "Sera". Poi, a sorpresa, troviamo brani del ciclo di Aspasia tra cui uno, se ho udito bene, addirittura dal Consalvo. Immensa, infine, la recitazione di una parte della Ginestra. Ma per dare queste emozioni bastava un bravo attore e un teatro: per un film è davvero troppo poco.
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