Il giovane favoloso |
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Un film di Mario Martone.
Con Elio Germano, Michele Riondino, Massimo Popolizio, Anna Mouglalis, Valerio Binasco.
continua»
Biografico,
durata 137 min.
- Italia 2014.
- 01 Distribution
uscita giovedì 16 ottobre 2014.
MYMONETRO
Il giovane favoloso
valutazione media:
3,60
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Pura poesiadi Ilaria PasquaFeedback: 3637 | altri commenti e recensioni di Ilaria Pasqua |
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lunedì 20 ottobre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film racconta la storia di Giacomo Leopardi. Inizia da tre bambini che giocano rincorrendosi in giardino, per poi entrare in una casa fredda e rigida dove il giovane poeta si formerà.
L'educazione dei genitori gli darà gli strumenti "materiali" per elevarsi, ma lo piegherà anche a una vita castrante, per lui ancora più penosa a causa del suo fisico fragile, che arriverà quasi a schiacciarlo.
La prima parte del film, tutta quella dell'infanzia e prima giovinezza, ci mostra con poche pennellate caratteri e luoghi, i primi turbamenti. Poi c'è un salto, un salto netto e ragionato, una scelta che ancora non so se condividere, ma sicuramente ne comprendo la necessità. Salta in avanti e taglia via l'infanzia dalla sua vita, un'infanzia che rimarrà come un fantasma attaccato alla sua pelle.
Giacomo a Firenze vive e si innamora, è sempre con l'amico Antonio Ranieri, e quando non è con lui vaga per la città, alla ricerca di una siepe da superare, proprio come quella che circondava casa sua e che gli impediva di guardar oltre, nonostante lo desiderasse con tutto se stesso.
Il Leopardi di Martone è struggente, è un uomo. Dietro al poeta c'è un uomo piegato dalla malattia e dall'animo di vetro, ma così lucido da far impallidire il mondo. Elio Germano è perfetto in questo ruolo, con la sua voce fina e l'ironia pungente avanza traballante in saloni di vecchi politici e letterati spocchiosi, per poi tornare libero all'aria aperta a contemplare l'infinito che gli è precluso.
Giacomo Leopardi è tratteggiato con grande sensibilità, e si stacca dalla letteratura mostrandosi in carne e sangue e sofferenza, e Elio Germano, bravo come non mai, si accartoccia sempre più su se stesso, e più si piega più desidera volare. Riesce nell'impresa interpretando un personaggio così difficile con grande tatto, forza, personalità e soprattutto sensibilità.
Recita spesso le sue poesie al cielo Leopardi, le sussurra all'aria, in immagini che sembrano immobili nel tempo, talmente belle ed evocative da sembrare quadri. Interpreta i versi senza urlarli, li interpreta come uomo nei momenti della sua vita in cui nascono spontaneamente come lava ardente.
Straziante la sua profonda infelicità, e quella malinconia che non l'abbandonerà mai e che tornerà continuamente, che sembra reclamare ogni suo verso. Ma è tanta anche la tenerezza, la dolcezza e la pietà con cui viene "creato" di nuovo da Elio Germano, senza mai piegare lo scorrere delle scene alla malattia, come lo stesso Leopardi che reclama: "Non attribuite al mio stato quello che si deve al mio intelletto", orgogliosamente alza la testa, nonostante la malattia lo costringa a trascinarsi per le strade. E la natura che prima o poi tutto toglie.
E Leopardi sembra un uomo di oggi incapace di stare al mondo come desidererebbe, torturato dalla sua infinita dannazione, e dalla sua capacità di guardare sempre oltre l'orizzonte, a inseguire il suo desiderio sempre vivo e impossibile di infinito.
In conclusione Il giovane favoloso è una scommessa vinta, un film di una poesia che commuove.
Recensione pubblicata in origine su: www.ilariapasqua.net
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