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La formula d'azione perfetta

Come per i precedenti anche Fast & Furious 5 è più reale di quel che si creda.
di Gabriele Niola

Vin Diesel in una scena romantica del film Fast & Furious 5 di Justin Lin.
Vin Diesel (Mark Vincent) (56 anni) 18 luglio 1967, New York City (New York - USA) - Cancro. Interpreta Dominic Toretto nel film di Justin Lin Fast & Furious 5.

martedì 3 maggio 2011 - Approfondimenti

Fast Five, cosa è vero e cosa no
Con un’incredibile rapina al treno realizzata su quattro ruote, un inseguimento a tre gruppi nelle favelas, un tuffo aereo da una decappottabile e un clamoroso inseguimento finale di due auto che trainano un caveau per un’intera città, Fast Five mostra una potenza muscolare prima produttiva che umana.
Tenendo un occhio sulle possibilità di esagerazione del digitale e un altro sulla necessaria fisicità della performance dell’action hero, Justin Lin ha trovato la formula d’azione perfetta. Forse è sintomo dell’era cinematografica che viviamo, fatta di numeri sempre più alti accanto a titoli sempre più noti, ma mai come ora la regola una volta aurea dei sequel inferiori al modello originale va frantumandosi.
Lo dimostra bene The Fast & The Furious, saga che dal suo primo episodio ha cambiato molte volte pelle ed identità, permettendosi anche il lusso di cominciare una trilogia al suo quarto episodio. Dall’arrivo di Lin alla regia la qualità dei film è andata crescendo al crescere del numero identificativo. Il terzo migliore del quarto, il quarto migliore del terzo e questo quinto migliore ancora.
Se lungo la saga motoristica temi, generi e mood sono andati cambiando e sostituendosi, quel che sembra rimanere immutato non sono tanto le macchine, sempre meno presenti, quanto un’idea di cinema d’azione contemporaneamente classico e moderno, fondato sulla performance.

Dwayne e Vin
Ci voleva la forza di un franchise arrivato al quinto episodio e la forza vera e propria di un produttore come Vin Diesel per mettere insieme due dei corpi più monumentali dell’action moderno. Ma ci voleva un regista come Justin Lin per saperne dosare l’incontro/scontro.
A differenza del tripudio incontrollato (ma empatico) di star e primedonne che è stato I mercenari, Fast Five sa dosare le apparizioni e i protagonismi dei suoi attori di richiamo. In primis il duo Diesel/Johnson, la cui contrapposizione dialettica (ma soprattutto fisica!) è uno degli elementi centrali del film.
“Con un wrestler come partner ho potuto osare di più che in passato, quando facendo scene d’azione e di rissa spesso siamo finiti con qualche livido o taglio”, così Diesel spiega in poche parole l’essenza di una scena e la sua veridicità. Lin dal canto suo riprende tutto con un uso ragionato del campo lungo per mostrare nella maniera più chiara e “totale” il confronto.
Sette giorni di riprese per una scena che dura pochi minuti ed è coreografata con la stessa meticolosità di un balletto. La differenza si vede.

Un tuffo da 20 metri
È lo stesso Paul Walker a raccontare come sia stata fatta la scena dell’uscita dall’auto in volo da un precipizio.
La macchina era fissata ad un supporto, dietro un greenscreen al posto del quale sarebbe poi stato messo il cielo, Walker e Diesel attaccati a cavi che li avrebbero aiutati a dare l’impressione della caduta libera. In questa maniera è stata girata l’inquadratura ravvicinata dei due che saltano dall’auto.
Al contrario i campi lunghi, quelli con la macchina che vola giù dalla scarpata e i due che finiscono in acqua sono stati fatti per davvero in vere location anche se in due riprese distinte. Una con l’automobile senza autista che finisce in acqua e un’altra con i due attori (niente controfigura, sostengono) che si tuffano.
Quindi vi siete tuffati da 60 metri?? “No no” dice Walker “in realtà la distanza era minore, solo 20 metri”. Ah ok, solo 20...

6 cavaeu finti e uno era una macchina
C’era una Porsche Cayenne con una telecamera a braccio meccanico montata sopra, una Subaru STI modificata con una gabbia d’acciaio costruitagli attorno così da poterci inserire una videocamera e una Dodge Charger con una videocamera montata sulla capotte che consentiva riprese strettissime dall’interno.
Con questo parco macchine è stata girata la sequenza più lunga e spettacolare di Fast Five, quella che vede i protagonisti trascinare il caveau di una banca con due macchine modificate mentre sono inseguiti da polizia e criminali vari.
Ma non solo sul set c’erano tre automobili modificate per effettuare le riprese, lo stesso caveau che si vede nel film non è sempre aggiunto in digitale, anzi. Ne sono stati costruiti 6 modelli diversi da utilizzare durante le riprese.
Uno di questi poi era una vera e propria automobile mascherata da cassaforte, utile a dare l’illusione che le auto la stessero trascinando a velocità folle per le strade e tra i passanti.

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