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Easy virtue, una storia in cui tutti si possono identificare

Il regista di Priscilla, la regina del deserto torna alla regia dopo dieci anni di assenza.
di Gabriele Niola

Jessica Biel finalmente protagonista
Jessica Biel (Jessica Claire Biel) (42 anni) 3 marzo 1982, Ely (Minnesota - USA) - Pesci. Interpreta Larita Huntington nel film di Stephan Elliott Un matrimonio all'inglese.

lunedì 27 ottobre 2008 - Incontri

Jessica Biel finalmente protagonista
Arriva a Roma dopo aver ricevuto premi al festival della commedia di Montecarlo Easy Virtue, il nuovo film di Stephan Elliott, regista di Priscilla, la regina del deserto e The Eye, il quale torna al cinema dopo 10 anni e un incidente quasi mortale. Ad accompagnarlo in questo ritorno c'è Jessica Biel che, dopo tante lamentele su diverse testate, finalmente trova un ruolo che non sia di sola spalla, ovviamente non ad Hollywood.
Easy Virtue è un film di un australiano basato su un'opera teatrale inglese già portata al cinema da Hitchcock, che il regista definisce "molto originale". La storia è un classico: una ragazza deve incontrare i genitori del suo nuovo marito, un nucleo familiare inglese di alto rango completamente diverso da lei che è una pilota di automobili americana. "È una storia dalle dinamiche eterne nella quale tutti si possono identificare" dice il regista " in più fu scritta negli anni '30 quando c'era un forte antiamericanismo, cosa che si ritrova anche oggi".
Ad affiancare Jessica Biel ci sono Ben Barnes (Il principe Caspian) e Colin Firth, dall'altra parte della barricata invece una perfida e algida mamma possessiva e snob interpretata da Kristin Scott Thomas.

Il dilemma di Jessica Biel
Non ha certo peli sulla lingua la protagonista Jessica Biel che anche in quest'occasione non manca di rimarcare che "a me come a tutte le donne ad Hollywood vengono proposti sempre ruoli da spalla perchè i ruoli importanti sono rarissimi e vanno sempre alle solite migliori. È una vera lotta trovare qualcosa che ti ispiri ed è un po' ironico che sia dovuta andare fino in Inghilterra. In america ci sono così tante grandi attrici e così poche buone parti...".
Ma non solo nessuno la chiama per fare parti importanti, anche le commedie sofisticate come Easy Virtue le sono precluse in patria: "Le commedie sono molto rare e io ne ho fatte così poche, almeno di intelligenti! Ora invece non potevo avere un personaggio più interessante, divertente e acuto di così". Affermazione che suona come un attacco a Vi dichiaro marito e... marito forse nemmeno troppo campato in aria. Ad ogni modo al momento l'attrice non pensa minimamente di andare via da Hollywood.
Per il futuro invece l'aspetta Nailed di David O. Russell di cui sembra più che entusiasta: "Lavorare con David è stato fantastico, lui è molto divertente ma questo non ha reso le cose facili, anzi. È stata un'esperienza molto probante, se mai finiremo quel film sarà fico, strano e divertente".

Trasportare gli anni '30 nella modernità
Adattare lo spettacolo teatrale in un film è stata un'operazione molto forte, il regista e il produttore non volevano assolutamente rispettarne lo spirito originale che era molto melodrammatico. Volevano invece quello che Easy Virtue è diventato: una commedia sofisticata. Per questo hanno lavorato tanto sull'ironia, sulle battute e sulle piccole pieghe del sagace testo di Noel Coward.
"Lo stile-Coward consiste in battute forti e veloci ma c'è anche tanta la crudeltà" spiega il regista "La sua mente è come una mitragliatrice che spara battute, noi abbiamo rallentato tutto e dato un po' più di emozione".
Ad aiutare a tappare i buchi ci ha pensato molto anche la vita e l'esperienza di tutti i membri del cast: "La scena in cui Jessica si siede sul cane è successa davvero a una mia ragazza. Non solo si è seduta sul cane ma era talmente nervosa e malvista dalla famiglia che ebbe un collasso mentre stava al bagno e fu ritrovata stesa in terra con i pantaloni calati e un lago di pipì. Inutile dire che ci siamo lasciati... È questa la forza della situazione, che per quanto ti impegni basta un piede messo male e mandi tutto alle ortiche".
E non la pensa diversamente Barnaby Thompson, il produttore: "Potremmo chiamarlo Ti presento i miei snob! La prima cosa che mi ha fatto pensare ad un film da quel testo è proprio l'universalità, si tratta di un rito di passaggio che devono fare tutti. Ci innamoriamo di un ragazzo o una ragazza e poi dobbiamo incontrare i genitori e questo genera sempre cose divertenti, romantiche e vere".
Infine, spiega Elliott, anche gli attori hanno il loro merito nella scrittura: "Purtroppo non abbiamo avuto tempo di fare prove perchè lo sciopero degli autori stava incombendo ed era necessario girare tutto in fretta. Gli attori quindi hanno lavorato molto d'istinto cosa che può essere abbastanza strana ma anche interessante. Per farlo però devi avere un cast come il mio che ti consenta alle volte di buttare i dialoghi e improvvisare senza problemi".

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