giomo891
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venerdì 23 settembre 2022
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un vecchio eroe non si smentisce di giomo891
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Questo è l'ennesimo capolavoro di Clint, come attore e regista.
Walt Kowalski è uno dei pochi americani rimasti e ha un rapporto conflittuale con una vicina famiglia di asiatici. Cova una sorta di disprezzo e razzismo per il diverso, in particolare proprio asiatici, risultato del suo acceso nazionalismo e del suo ruolo nella Guerra di Corea, ciò lo rende particolarmente nervoso e suscettibile. A peggiorare la situazione è anche il pessimo rapporto che ha con i due figli: Mitch, quello che gli è più vicino, sembra in realtà interessarsi più alle sue ricchezze che alla sua persona. Così come i nipoti che lo vedono, per l'età, come una persona insignificante e che presto o tardi morirà.
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Questo è l'ennesimo capolavoro di Clint, come attore e regista.
Walt Kowalski è uno dei pochi americani rimasti e ha un rapporto conflittuale con una vicina famiglia di asiatici. Cova una sorta di disprezzo e razzismo per il diverso, in particolare proprio asiatici, risultato del suo acceso nazionalismo e del suo ruolo nella Guerra di Corea, ciò lo rende particolarmente nervoso e suscettibile. A peggiorare la situazione è anche il pessimo rapporto che ha con i due figli: Mitch, quello che gli è più vicino, sembra in realtà interessarsi più alle sue ricchezze che alla sua persona. Così come i nipoti che lo vedono, per l'età, come una persona insignificante e che presto o tardi morirà. Non è risaputo se questo distacco da parte dei figli di Walt sia dovuto al poco rapporto che essi hanno avuto in passato con lui. Mitch e suo fratello sostengono che per quanto cerchino di aiutare il loro padre Walt, egli sarà sempre deluso di loro. Altro rapporto conflittuale ce l'ha col giovane prete della parrocchia: lo interroga continuamente con domande, di cui non è possibile trovare risposta.
Col giovane vicino, che si presta a rimettersi ai suoi consigli, si instaura da subito un altro tipo di rapporto di tipo protettivo.
Ma gli eventi precipitano: una banda di "gialli" se la prendono, prima con atti di bullismo, poi col sequestro e le violenze alla sua ragazza.
Il resto si conclude con un finale originale ed inaspettato.
Il pubblico si aspetta che "Clint, cavaliere pallido", prenda il suo fucile e vada a regolare i conti con i violentatori della ragazza, ma per chiudere definitivamente i conti, preferisce andare "armato" solo di un accendisigari; come cercherà di "estrarlo" dalla giacca, la banda gli scarica una pioggia di proiettili, uccidendolo.
Così facendo, la Polizia arrestera' i suoi assassini, che non potranno continuare le violenze sulla famiglia dei suoi vicini.
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elgatoloco
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domenica 16 gennaio 2022
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grande film di clint
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"Gran Torino"(Clint Eastwood, sceneggiatura di Nick Schhenk, cui viene atribuito anche il soggetto, insieme con David Johansson, 2008)è un film straordinario, per tematica, capacità registica, intepretazione e altro, come sempre nella filmografia di Eastwood. Ci parla di Kowalski, americano di origini chiaramente polacche(Kowalsky in "A Stretacar named Desire"di Tennesse Williams, 1947, poi anche al cinema, con la redia di Elia Kazan e l'intepretazioe di Brnado, poi al cinema quattro anni dopo, al cinema, sempre regia di Kazan e Brando protagonista), in pensione dopo un lavoro come operaio alla Ford, ex-combattene in Corea, che ha peros la moglie, dopo cinquantìanni di matrimonio, rapporti con il figlio zero o quasi, cmunque molto fomrali.
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"Gran Torino"(Clint Eastwood, sceneggiatura di Nick Schhenk, cui viene atribuito anche il soggetto, insieme con David Johansson, 2008)è un film straordinario, per tematica, capacità registica, intepretazione e altro, come sempre nella filmografia di Eastwood. Ci parla di Kowalski, americano di origini chiaramente polacche(Kowalsky in "A Stretacar named Desire"di Tennesse Williams, 1947, poi anche al cinema, con la redia di Elia Kazan e l'intepretazioe di Brnado, poi al cinema quattro anni dopo, al cinema, sempre regia di Kazan e Brando protagonista), in pensione dopo un lavoro come operaio alla Ford, ex-combattene in Corea, che ha peros la moglie, dopo cinquantìanni di matrimonio, rapporti con il figlio zero o quasi, cmunque molto fomrali. Vive in un quartiere periferico di Detroit, dove imperversa una banda di Hmong, enia a suo tempo film.USA nella guerra del Vietnam. Ma ci sono anche Hmong"buoni", come Kowlaski ha modo di capire e diviene amico del giovane Thao, che lui considera"femminuccia"e vuole virilizzare, anche per farlo sposare a una compatriota Hmong. Ma i Hmong "buoni"vengono attaccati dai tepposit in modo grave, e Kolwaski va da solo(rinchiudendo Thao in una stanza), ma i teppisti finiscono per ucciderlo, Lascerà la sua amata"Gran Torino"del 1972 a Thao... Straordinario film sul razzismo per diffidenza e abitudine, pià che per"convinzione", che disegna un personaggio, reso straordianraimente dallo stesso Eastwood, che oscilla tra machismo e generosità vera, diffidenza e"accoglienza", dive , volendo, troviamo tematiche vere come la solitudine delle periferie delle metrooli, negli States come in Europa, Latinoamerica o Astrualia, ma anche Cina o India, stato d'animo di una persona anziana "assaltata"da molte parti(qui anche il giovane parroco cattolico della sua parrocchia dato che, da buon polacco, è cattolico...)con cui entra in conflitto dandogli lezioni che il prete ricorda nel corso dlela sua commemorazione funebre, molti altri elementi ancora, tra cui la malattia gravisisma(tumore polomoare che Kowlaski finge-decide di ignorare). Da considerare, questo lavoro straordinario sul piano registico, ma anche tecnico, che vede intepreti eccelsi nello stesso Eastwood, Bee Vang(Thaio), Christopher Carley(l giovane parroco)ma anche le interpreti femminili e, detto senza limitazioni, tutti/e gli inteprreti. El Gato
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domenica 20 giugno 2021
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indimenticabile
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condivido fino all'ultima virgola il commento di un film visto più volte e molto amato non avrei scritto ma il sistema non mi fa votare (eppure l'ho fatto altre volte...)
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pable1964
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venerdì 4 dicembre 2020
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il testamento di callahan
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Dal Monco allo straniero senza nome,da callahan a munny,il testamento di tutti i personaggi di Clint in un solo film.l'eroe(che ha il cuore pieno di rimorsi,nemici uccisi oltre 50anni prima tra cui uno che si stava arrendendo)in cerca di vendetta e di giustizia che pero',stavolta,dopo aver piu' volte esibito il fucile,decide di seguire un'altra strada,eroica e struggente insieme.splendido film di formazione con un clint ancora roccioso e ancora piu' minimale nella recitazione,pessimista apologo sull'incapacita' di affrontare il mondo "moderno"con la sua cattiveria e violenza gratuita(ma la guerra non era peggio?).forse il cambiamento di walt da vecxhio misantropo ad umanissimo eroe e' fin troppo repentino,ma avercene di registi capaci di dar lezioni mai spocchiose,mai da un pulpito,sporcandosi le mani con la vita vera e dura.
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Dal Monco allo straniero senza nome,da callahan a munny,il testamento di tutti i personaggi di Clint in un solo film.l'eroe(che ha il cuore pieno di rimorsi,nemici uccisi oltre 50anni prima tra cui uno che si stava arrendendo)in cerca di vendetta e di giustizia che pero',stavolta,dopo aver piu' volte esibito il fucile,decide di seguire un'altra strada,eroica e struggente insieme.splendido film di formazione con un clint ancora roccioso e ancora piu' minimale nella recitazione,pessimista apologo sull'incapacita' di affrontare il mondo "moderno"con la sua cattiveria e violenza gratuita(ma la guerra non era peggio?).forse il cambiamento di walt da vecxhio misantropo ad umanissimo eroe e' fin troppo repentino,ma avercene di registi capaci di dar lezioni mai spocchiose,mai da un pulpito,sporcandosi le mani con la vita vera e dura.film assolutamente PER ragazzi,anzi dovrebbe esser obbligatorio proiettarlo a scuola
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dalidax78
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giovedì 4 giugno 2020
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capolavoro immortale
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Quello che è il senso della vita distillato in un'ora e 40 di emozioni che fanno sorridere commuovere e riflettere senza il bisogno di virtuosismi tecnici o effetti speciali. Questo è gran cinema!
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venerdì 3 gennaio 2020
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gran eastwood
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Un film di una verità sfacciata, dalle inconfondibili caratteristiche eastwoodiane!
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giovedì 21 marzo 2019
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ma che razza di critico...
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Sarò breve e conciso..ma concreto.Come fa a valutare un capolavoro con una recensione da tre stelle. Forse farebbe bene a non pronunciarsi se è così spesso palesemente insicuro e ambiguo nelle sue recensioni.Bah, talvolta certi movie sono per pochi, nonostante mi ha sorpreso la semplicità con cui la stragrande maggioranza degli spettatori ci ogni ceto e classe di appartenenza ha riconosciuto quanto un opera in accordo con la sua encomiabile trasparenza, è lodevole per la modalità con cui Clint riesce a far conciliare e convivere la complessità dei suoi temi con la semplicità che distingue il suo stile. Oserei dire. a dispetto di quanto detto, un film per tutti, ma non per pochi.
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cinephilo
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lunedì 4 febbraio 2019
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il capolavoro di eastwood
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È dura scegliere tra questo film e Gli Spietati per scegliere quale sia il più grande film di uno dei più grandi direttori della storia del cinema, se non il più grande. Io, per gusti puramente personali ma con molta, moltissima difficoltà, scelgo questo. La storia di un uomo apparentemente razzista ma in realtà soltanto molto diffidente nei confronti di una singola razza : QUELLA UMANA. Per esperienze direttamente vissute (su tutte la guerra in Corea). E come dare tutti i torti al buon Clint? Un capolavoro senza mezzi termini.
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no_data
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martedì 15 gennaio 2019
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grande vecchiaia, grande regista.
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Eccoci col film-testamento piu' intenso che un vecchio americano possa offrire; per questo mezzo capolavoro viene alla mente IL PISTOLERO di Siegel con un John Waine stanco ed invecchiato, ma torniamo indietro fino agli anni '70. Si parte dalla provincia americana su cui pure un intellettuale come Massimo Teodori ha scritto saggi importanti. Non e' l'America dell'attuale presidente Trump, ma potrebbe esserlo. Walt e' un "nativo", in un mare di immigrati, tra cui i cinesi vengono definiti bruscamente "mangiariso". Indimenticabile la sequenza delle festicciole cui viene invitato, e che non fanno che aumentare il suo straniamento di "vecchio", come i teppisti delinquenziali lo etichettano. Eppure tra lui e il giovane cinese si cementa una solidarieta' genuina.
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Eccoci col film-testamento piu' intenso che un vecchio americano possa offrire; per questo mezzo capolavoro viene alla mente IL PISTOLERO di Siegel con un John Waine stanco ed invecchiato, ma torniamo indietro fino agli anni '70. Si parte dalla provincia americana su cui pure un intellettuale come Massimo Teodori ha scritto saggi importanti. Non e' l'America dell'attuale presidente Trump, ma potrebbe esserlo. Walt e' un "nativo", in un mare di immigrati, tra cui i cinesi vengono definiti bruscamente "mangiariso". Indimenticabile la sequenza delle festicciole cui viene invitato, e che non fanno che aumentare il suo straniamento di "vecchio", come i teppisti delinquenziali lo etichettano. Eppure tra lui e il giovane cinese si cementa una solidarieta' genuina. Terribile il finale: la sua reazione contro la delinquenza e' tipicamente individualista, da "legittima difesa" come diremmo noi oggi in Italia. Viene crivellato dal piombo malavitoso, ma nel testamento aveva lasciato al giovane la sua automobile, appunto la "Gran Torino". Premi tutti meritati, Eastwood e' un genio del cinema addirittura da quando negli "spaghetti-western" di Leone rappresentava la legge col suo sigaro inconfondibile. Grande vecchiaia, grande regista.
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angeloumana
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sabato 2 dicembre 2017
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la dura scorza che si sbriciola
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Il vecchio Walt Kowalski, vedovo, lontano reduce della guerra in Corea del '52, duro nei giudizi e sprezzante verso tutto ciò che gli è nuovo o non praticato … ha i bei lineamenti e lo sguardo fiero dell'ex cow-boy Clint Eastwood. Vive in un quartiere di una non importa quale città americana, dove nel 2009 (anno di uscita del film) è in pieno corso la metamorfosi: tanti immigrati e tanti colori di pelle, al punto che i nativi o a loro volta figli di antichi immigrati si sentono spaesati, la società multirazziale è vigente da tempo. I conoscenti di Walt lo seguono in età, razze destinati a scomparire o pensionarsi come il suo medico curante, al cui posto trova un'asiatica giovane che esplicitamente gli dice della sua pessima salute.
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Il vecchio Walt Kowalski, vedovo, lontano reduce della guerra in Corea del '52, duro nei giudizi e sprezzante verso tutto ciò che gli è nuovo o non praticato … ha i bei lineamenti e lo sguardo fiero dell'ex cow-boy Clint Eastwood. Vive in un quartiere di una non importa quale città americana, dove nel 2009 (anno di uscita del film) è in pieno corso la metamorfosi: tanti immigrati e tanti colori di pelle, al punto che i nativi o a loro volta figli di antichi immigrati si sentono spaesati, la società multirazziale è vigente da tempo. I conoscenti di Walt lo seguono in età, razze destinati a scomparire o pensionarsi come il suo medico curante, al cui posto trova un'asiatica giovane che esplicitamente gli dice della sua pessima salute. Una rappresentazione emblematica della metamorfosi razziale di quella società è proprio nella sala d'attesa della nuova dottoressa.
Nella casetta accanto alla sua (una canzone le definiva little boxes) Walt vede installarsi una famiglia coreana, numerosa e rumorosa, e non rispettosa dell'ordine a cui il vecchio guerriero ed ex operaio Ford è abituato: invadere di qualche metro il suo minuscolo giardino è da lui considerato un'offesa. Lui è diffidente di tutto quanto è nuovo e inatteso, come oggi (2017) lo siamo in Italia nei confronti della gente di altro colore ed etnìa, il nostro ordine di “gente perbene” è sovvertito da questi invasori, di nuovi usi, nuovi odori e nuovi cibi. Quest'uomo tutto d'un pezzo si sente ancora perennemente in guerra, con le armi che conserva è sicuro di risolvere ogni conflitto. Uno gli si presenta con la gang di asiatici che adocchia la sua mitica Ford Gran Torino del 1972, questi giovinastri violenti perseguitano pure i coreani che gli abitano a lato. Il coriaceo ex cow boy avrebbe fatto meglio a farseli amici, ma è cosa difficile con quei perdigiorno e avrebbe dovuto pensarci prima. Le schermaglie però lo portano ad avvicinarsi alla famiglia coreana di vicini e prenderne le difese, la loro semplicità e cortesia pian piano lo conquistano, scopre che il diverso può fargli vedere le cose da una prospettiva diversa. Film attualissimo per noi italiani: il diverso ci può migliorare … questi poveri che hanno invaso le nostre terre non hanno forse quelle sovrastrutture mentali, il perbenismo, i riti, i modi freddi di avvicinarci, che ci han fatto perdere l'abitudine a rapportarci all'altra gente e che ci fanno sentire soli, etnìa in estinzione coi pochi figli che generiamo. Gli scarsi mezzi probabilmente spingono la gente a solidarizzare meglio, la avvicinano ai valori di umiltà, mutuo aiuto, a cose più basiche e necessarie, com'era l'Italia degli anni '50 e '60. Concetti del genere sono più esattamente descritti nel sito di MyMovies a proposito del nuovissimo – imperdibile – film di Michael Haneke, Happy End, con Isabelle Huppert e Jean-Louis Trintignant, uscito il 30 novembre 2017: una società votata all'egoismo e all'infelicità, vive la propria vita in modo anaffettivo e cinico, senza rendersi conto di non sapere più cosa conta veramente nella vita.
La freschezza dei vicini poveri ha incrinato la sua scorza, che si sgretola man mano. Il nostro vecchio “cow-boy” arriverà perfino a confessarsi dal giovane prete che lo “corteggia” perché lo aveva promesso alla moglie: ma i peccati che confessa sono quelli del suo disagio antico, della grettezza delle sue convinzioni e i suoi rimpianti, come quello di non avere un buon rapporto coi due figli. Gran Torino e grande film, di valore quasi didattico, violento e a volte pieno di humour, l'attenzione e la tensione non ci abbandonano nemmeno per un attimo. Il modo in cui nel film perdiamo questo assoluto protagonista (magnifico Clint) è quello che lo redime e lo rende un'ultima volta eroe.
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