Il cacciatore di aquiloni

Film 2007 | Drammatico, +13 131 min.

Regia di Marc Forster. Un film Da vedere 2007 con Khalid Abdalla, Homayoun Ershadi, Shaun Toub, Atossa Leoni, Saïd Taghmaoui. Cast completo Titolo originale: The Kite Runner. Genere Drammatico, - USA, 2007, durata 131 minuti. Uscita cinema venerdì 28 marzo 2008 distribuito da Filmauro. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 2,89 su 26 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 13 febbraio 2020

La storia di amicizia e separazione di Amir, ragazzo afgano pashtun di Kabul, e Hassan, figlio del suo servo hazara. Il film ha ottenuto 2 candidature a Golden Globes, 2 candidature e vinto un premio ai Critics Choice Award, In Italia al Box Office Il cacciatore di aquiloni ha incassato 8,2 milioni di euro .

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Consigliato sì!
2,89/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 2,29
PUBBLICO 3,26
CONSIGLIATO SÌ
La storia dei due amici afgani che ha commosso milioni di lettori nel mondo rimane fedele sullo schermo.
Recensione di Giancarlo Zappoli
Recensione di Giancarlo Zappoli

Kabul 1978. Amir è figlio di Baba, un uomo facoltoso di etnia Pashtun. Il suo migliore amico è Hassan, figlio del servitore di casa e appartenente alla inferiore etnia degli Hazara. Entrambi amano molto far volare gli aquiloni per i quali sono previste gare che coinvolgono molti ragazzi della città. Il vincitore è chi riesce a far restare il proprio aquilone in volo per ultimo dopo che tutti gli altri hanno avuto il filo tranciato. Amir, che ha ritrovato la stima di suo padre proprio in seguito alla vittoria (insieme ad Hassan) nella gara più importante di lì a poco assiste (senza avere il coraggio di intervenire) alla sodomizzazione di Hassan da parte di un terzetto di ragazzi ricchi e razzisti. Da quel momento si porterà dentro un senso di colpa che lo allontanerà dall'amico che vede come denuncia vivente della sua vigliaccheria. Finché un giorno, trasferitosi negli Stati Uniti e divenuto scrittore di successo, gli giungerà una telefonata.
Premessa: non bisognerebbe mai aver letto prima il libro da cui un film è tratto. Perché, pur non volendolo, si finisce con il fare confronti che andrebbero evitati dato che si tratta di due forme di comunicazione molto diverse. Come centinaia di migliaia di italiani però ho letto il libro di Khaled Hosseini. E, consapevole della tentazione, proverò a dividere la recensione in due parti. La prima (che è ineludibile ma che lo spettatore che non conosce il romanzo può non tenere in considerazione) mi spinge a pensare che Marc Forster, pur avendo realizzato un film più che dignitoso, non riesce a restituire (nella inevitabile sintesi della sceneggiatura che, ad esempio, quasi elide la difficoltà d'inserimento del protagonista della parte finale) l'emozione complessa che il libro suscita nel lettore. La vicenda che giunge sullo schermo è assolutamente fedele ma è come se nelle pagine fosse rimasto un vissuto, un sentire, un'atmosfera che il regista occidentale non è riuscito a tradurre in immagini.
Se però si prova ad allontanarsi dalla parola scritta e si pensa al film in sé allora si apprezzano senz'altro l'intensità di un attore come Homayoun Ershadi nel complesso ruolo del padre di Amir oppure la scena della gara degli aquiloni in cui, vedendo tutta la città partecipe del gioco dei ragazzi, non si può non pensare che anche questo venne proibito dai Talebani una volta giunti al potere. Così come si passa sopra all'omertà sulle armi fornite dagli americani a questi ultimi quali forza di contrasto nei confronti dei Sovietici colpiti come si è dalla convinta bravura dei due giovani interpreti. I quali hanno rischiato gravi sanzioni (sono entrambi afgani) per aver partecipato alla scena della sodomizzazione (peraltro trattata con grande delicatezza visiva nel film).
Si resta poi piacevolmente affascinati dalla ricostruzione della Kabul anni Settanta realizzata girando in... (sembra difficile crederci vedendo il film ma se avete la pazienza di seguire lo scorrere dei titoli di coda lo verificherete direttamente) Cina. Ovviamente nei territori di confine con l'Afghanistan.

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Recensione di Stefano Lo Verme

Kabul, 1978. Amir è il figlio del ricco Baba; il suo migliore amico è Hassan, il figlio del fedele domestico Ali. Amir e Hassan trascorrono molto tempo insieme ed amano giocare con gli aquiloni; fino al giorno in cui la loro amicizia viene sconvolta da un evento che segnerà per sempre le vite dei due bambini. Poco tempo dopo Hassan e suo padre lasciano la casa di Baba e l'Afghanistan viene invaso dalle truppe sovietiche...
Il cacciatore di aquiloni è l'adattamento cinematografico del famoso romanzo di Khaled Hosseini, uno dei libri più venduti degli ultimi anni. A dirigere l'attesa trasposizione filmica di questo fortunatissimo romanzo è Marc Forster, regista dell'apprezzato Neverland, sulla base di una sceneggiatura di David Benioff, che aderisce in maniera molto fedele alla fonte letteraria. Considerato uno dei film più attesi del 2007 (data la vasta popolarità del romanzo), Il cacciatore di aquiloni ha raccolto critiche positive in tutto il mondo ma senza suscitare particolare entusiasmo; ed anche il responso al botteghino, per quanto ragguardevole (70 milioni di dollari), si è rivelato al di sotto delle aspettative. E in effetti la pellicola di Forster, pur essendo sicuramente apprezzabile sotto diversi punti di vista, incappa spesso in uno stile fin troppo convenzionale, ed il suo intento di emozionare lo spettatore si tramuta talvolta in un facile sentimentalismo.
La prima parte della storia è raccontata interamente in flashback attraverso i ricordi di Amir (Khalid Abdalla), un uomo di origine afghana che vive in America ed ha appena pubblicato il suo primo romanzo; nella propria memoria, Amir rievoca i giorni della sua infanzia trascorsa a Kabul e la profonda amicizia che lo legava ad Hassan, suo inseparabile compagno di giochi, assieme al quale si divertiva a far volare gli aquiloni. Il film ci descrive così la vita in Afghanistan prima dell'invasione sovietica (le riprese sono state effettuate però in Cina) e le divisioni sociali fra le due etnie dei Pashtun e degli Hazara, presentandosi al tempo stesso come una classica parabola morale sul rapporto tra padre e figlio e sul valore della fedeltà e dell'amicizia. Poi, nel momento in cui il piccolo Hassan subisce un'infame violenza della quale Amir è testimone impotente, la vicenda assume un tono più drammatico, soffermandosi sul terribile senso di colpa del giovane protagonista e sulla volontà di redenzione che, due decenni più tardi, lo spingerà a tornare in Afghanistan sulle tracce di un passato inesorabilmente carico di dolore e di rimorsi.
L'ultima parte della pellicola, ambientata nel 2000, è incentrata proprio sul viaggio di Amir adulto in un paese messo in ginocchio dalle atrocità del regime talebano, nel quale vive un popolo dominato dal terrore e soggetto a persecuzioni indescrivibili. Il riscatto finale del protagonista (la "seconda possibilità" che permette di fare i conti con il passato) chiude in maniera simmetrica una storia edificante e commovente, ma non priva di qualche forzatura. Il risultato complessivo è un'opera accurata ed elegante, ben confezionata (inclusa la suggestiva colonna sonora di Alberto Iglesias) e diretta con diligenza, ma che sconta qualche inevitabile semplificazione rispetto al libro di Hosseini, sia a livello di trama che a livello di contenuti; ad esempio, nel film di Forster il senso di colpa di Amir nei confronti di Hassan (ed il suo conseguente comportamento) non è approfondito a dovere e rischia di rimanere in superficie. Le sequenze coinvolgenti e di grande impatto non mancano di certo, ma forse nel passaggio dalla pagina allo schermo qualcosa è andato perso, impedendo di sfruttare appieno le potenzialità del romanzo; e la scena conclusiva, con la famiglia felice che fa volare l'aquilone, è uno scivolone nella retorica (o nello spot da Mulino Bianco?) che ci saremmo risparmiati volentieri.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
sabato 15 agosto 2015
ashfaq1993

vi chiedo prima di tutto di valutare il film per cio che è, e di non associare il suo "VALORE" complessivo con il libro! sappiamo tutti benissimo che un libro non potrà essere mai superato da un film. quindi ora vi dico cio che penso del film. Il film, con tutto il mio rispetto, non mi è sembrato un gran che. ora mi spiego meglio il motivo: é veramente un operazione complicata riprodurre un libro [...] Vai alla recensione »

giovedì 12 novembre 2009
jos_d

Praticamente ogni qual volta un romanziere riesca a fare arricchire il proprio editore, ad Hollywood c’è qualche produttore pronto a cogliere la palla al balzo per realizzare un nuovo film dal successo (economico) pressoché garantito; tuttavia, se il risultato è un lavoro eccellente come questo, allora ogni considerazione circa l’opportunismo hollywoodiano passa decisamente in secondo piano.

venerdì 20 maggio 2011
Peroscio Perosci

Recensire il film di Marc Forster non può che significare anche, o meglio, soprattutto, recensire il libro di Khaled Hosseini. Salvo, infatti, che si voglia restringere il discorso alla riuscita, o meno, dell'esercizio (scolastico-mercantile, purtroppo, d'abitudine) della traduzione su cellulosa dell'opera inspiratrice, con collazione annessa di scene, ambienti, personaggi, ed inevitabile [...] Vai alla recensione »

domenica 22 agosto 2010
andre89LOST

Il film è abbastanza fedele al libro ma non ha nulla a che vedere in quanto a bellezza. Il più grave errore del regista secondo me è stato quello di scegliere di non avere la voce narrante del protagonista Amir prorpio come nel libro. Ad esempio quando Amir vuole che il fedele Hassan se ne vada via.. il tutto è stato risolto in pochi minuti e non fa capire quanto realmente Amir ci soffra (quasi non [...] Vai alla recensione »

domenica 24 ottobre 2010
weachilluminati

Tutti dicono che il film è fedele al libro di Khaled Hossein  ma  che la “ riduzione “cinematografica  ha sottratto molto alla profondità ed intimità del libro. Ebbene   commento il film senza avere letto l’omonimo libro , forse è meglio così ! Sono libero ora dai paragoni ed “interpreto"  il film e [...] Vai alla recensione »

giovedì 22 aprile 2010
Solid

ma non ti prende mai... i soliti bambini/uomini che a 6,7 anni già sanno bene cosa vuol dire sacrificio, onestà, e solidarietà... insomma poco bambini, molto più adulti nei panni di bambini. o magari santi. cosa alquanto improbabile nella realtà, e soprattutto nella realtà di allora. gli spunti e le situazioni per approfondire argomenti duri e interessanti [...] Vai alla recensione »

giovedì 18 giugno 2009
Benedetto Martello

Premetto che non ho letto il libro ma trovo il film straordinario mi ricorda un altro film "la casa di nebbia e sabbia", le due storie hanno in comune la rappresentazione del rapporto con la tradizione patriarcale ed allo stesso tempo la capacità di esprimere una dolcezza nei personaggi e nel rapporto padre figlio che può solo essere ammirata. In particolare nel rapporto tra Hassan e Amir trovo una [...] Vai alla recensione »

mercoledì 26 gennaio 2011
AniStreep

gran bel film...ma siccome io avevo in precedenza già letto il libro me lo sono gustata un pò meno... il libro è SUPERLATIVO veramente,,,,al film non manca nulla ma il libro è ancora superiore.... complimenti a Khaled Hosseini !!!!! Da vedereeee !!!! consigliatissimooooo anche se un pò triste ^.^

venerdì 16 settembre 2011
brian77

Pessimo, veramente pessimo. Film ipocrita, politicamente servile, con ambizioni ridicolmente poetiche. Tutto quello che mi disgusta in un film, esteticamente e moralmente. Il solo pensiero che spazzatura ruffiana di questo tipo venga spacciata come cinema "di qualità" conferma solo la miseria di quello che viene definito circuito d'essai.

Frasi
È meglio essere feriti dalla verità che consolati da una menzogna.
Una frase di Rahim Khan (Shaun Toub)
dal film Il cacciatore di aquiloni
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Cristina Borsatti
Film TV

Poetico, emozionante, spettacolare, commovente. Premesso che è sempre pericoloso aver letto e amato il libro da cui un film è tratto, è inevitabile non farci i conti. Per prima cosa va detto che Il cacciatore di aquiloni diretto da Marc Forster è un bellissimo film: attori intensi, affascinanti ricostruzioni storiche, potenza narrativa. Eppure, il complesso turbamento che il bestseller di Khaled Hosseini [...] Vai alla recensione »

Arianna Finos
Il Venerdì di Repubblica

Minacciati dai talebani per aver prestato i loro volti ai protagonisti del bestseller di Hosseini, i due bambini hanno dovuto cambiare Paese. Ora, mentre si attende l'arrivo del suo lavoro nelle sale italiane, il regista Marc Forster, che li aveva scovati a Kabul, non si dà pace: «Spero che almeno siano felici...» Nonostante tutto quello che è successo dopo, reso l'idea che Amir e Hassan potevano [...] Vai alla recensione »

Gian Luigi Rondi
Il Tempo

«Il cacciatore di aquiloni» dello scrittore afghano Khaled Hosseini ha avuto, da quando è uscito nel 2004, uno straordinario successo editoriale. Pubblicato in quarantanove Paesi, ha venduto a tutt'oggi 1.700.000 copie. Di intenzioni spiccatamente autobiografiche, ci diceva di un ragazzino che in Afghanistan aveva vissuto la caduta della monarchia e l'invasione sovietica, tornandovi da adulto, dopo [...] Vai alla recensione »

Piera Detassis
Panorama

Per adattare la bellissima storia raccontata dallo scrittore Khaled Hosseini, it regista Marc Forster sceglie la strada più semplice e diretta, quella del sentimento, e non si lascia tentare né dalla saga storica né da esibizioni di stile, puntando tutto sulle facce dei piccoli protagonisti. Travolti dalle Lacrime, ci porteremo per sempre negli occhi la faccetta camusa, un po' storta, di Hassan, etnia [...] Vai alla recensione »

Francesco Alò
Il Messaggero

Un telefono squilla nella California del 2000. "Si può tornare a essere buoni" dice una voce dal passato. Per farlo Amir, scrittore di successo, deve tornare nel suo Afghanistan dove 22 anni prima correva per le strade di Kabul con l'amico Hassan inseguendo un aquilone colorato. La differenza di etnia non li divise. Il coraggio sì. Quando Hassan, servo di etnia hazara, viene malmenato e violentato [...] Vai alla recensione »

Dario Zonta
L'Unità

Tutti coloro, e non sono pochi (in Italia più di un milione), che hanno letto e amato il romanzo di Khaled Hosseini, II cacciatore di aquiloni, aspettano con molto curiosità l'uscita del film omonimo. Da oggi potranno giudicare e chissà se il film, molto fedele allo spirito e al dettato del libro, per quei lettori riuscirà a mantenere l'aura di questa prodigiosa storia di amicizia, fedeltà e morte [...] Vai alla recensione »

Alessandra Levantesi
La Stampa

Una chiamata da Peshawar sprofonda nei ricordi il giovane scrittore afghano Amir, fuggito in America all'arrivo dei russi, ed è nella Kabul del '75 che si avvia in flashback la vicenda di Il cacciatore di aquiloni. Raccontando il rapporto che lega l'allora dodicenne protagonista a Hassan, figlio di un servitore e suo inseparabile compagno di giochi: un vincolo fraterno sul quale però si riverberano [...] Vai alla recensione »

Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Non si vendono 8 milioni di copie nel mondo (2 soltanto in Italia, patria dei non lettori, la proporzione è interessante e andrebbe indagata) senza qualcosa di forte che scateni il passaparola. "Il cacciatore di aquiloni" aveva tutto e anche di più: un'amicizia infantile avvelenata dalla gelosia, il senso di colpa e l'espiazione, il destino che si allea con la storia per far più danni, il figlio del [...] Vai alla recensione »

Peter Bradshaw
The Guardian

Il regista Marc Forster e lo sceneggiatore David Benioff hanno messo insieme un'onesta trasposizione del best seller di Khaled Hosseini, anche se un po' decaffeinata. È la storia di due bambini che crescono insieme, profondamente uniti, nella Kabul degli anni settanta. Amir è il figlio di un ricco uomo d'affari. Il padre di Hassan, invece, è un servo accolto nella famiglia di Amir, che finisce però [...] Vai alla recensione »

Massimiliano Zampini
Ventiquattrominuti

Molta professionalità per nulla. Ha tutti i difetti del prodotto su commissione Il cacciatore di aquiloni, versione cinematografica del bestseller da otto milioni di copie di Khaled Hosseini. Non bastano infatti un regista talentuoso, anche se discontinuo, come Marc Forster (tra i suoi film Monster's ball e Neverland), né David Benioff, uno degli sceneggiatori più quotati a Hollywood, per restituire [...] Vai alla recensione »

Boris Sollazzo
DNews

Prendi un bestseller, trattalo male, fallo durare (più di) due ore. Ecco cosa fa Marc Forster con la storia più amata degli ultimi anni, con il libro che ha fatto piangere milioni di lettori. Proprio lui, il vibrante narratore del capolavoro disperato Monster's Ball, della zuccherosa fiabetta Neverland, dell'ingegnoso divertissement Vero come la finzione.

Marco Giovannini
Ciak

Lo zen e l'arte della trasposizione cinematografica, una strada in salita e anche minata. Va ammirata l'audacia dello sceneggiatore David Benioff (25ma ora, Troy) e del regista Marc Forster. Ma l'aquilone afgano non vola alto come dovrebbe. Il film è lirico e struggente solo all'inizio quando l'azione si svolge a Kabul, permettendosi dei tempi lenti, afgani, ma diventa stereotipato quando ci spostiamo [...] Vai alla recensione »

Serafino Murri
XL

Lo svizzero Forster, che scioccò l'America a 32 anni con la durezza del suo ultra-indipendente Monster's Ball, si cimenta con il bestseller dell'anno, opera dell'afgano Khaled Hosseini. Tre decenni di un paese dilaniato dalle guerre nella storia di un'amicizia tra il figlio di un ricco dell'etnia Pashtun e il suo coetaneo servitore Hazara. Un melodramma sul tradimento, il senso di colpa e la possibilità [...] Vai alla recensione »

Maurizio Cabona
Il Giornale

Nel 1979 l'invasione russa dell'Afghanistan derivò dalla guerra civile, alimentata dagli americani, per ritorsione alla sconfitta nel Vietnam, come racconta Zbigniew Brzezinski, consigliere di Carter. Ma non lo racconta Il cacciatore di aquiloni del tedesco Marc Forster, film ispirato dal romanzo di Khaled Hossein; così la strana amicizia fra il ricco pashtun e il povero azari, bravo con gli aquiloni, [...] Vai alla recensione »

Peter Travers
Rolling Stone

Khaled Hosseini's bestselling novel about two boys growing up in Afghanistan in the 1970s hit readers so hard that a film version just had to rile them up. I won't deny that the film is sometimes rushed, oversimplified and skimpy on the details of Afghan culture that informed the book. But the tale still takes hold. In San Francisco in 2000, Amir (Khalid Abdalla), a successful author, returns to Kabul, [...] Vai alla recensione »

Alessio Guzzano
City

Il ragazzino del titolo è di un'etnia disprezzata dagli orgogliosi pashtun di Kabul. Ma un illuminato, stretto tra i mullah che vogliono l'anima suddita e i comunisti che la negano, lo prende a servizio col padre e ne fa l'amico di suo figlio, scrittore in erba con vena maligna. Dovranno passare due decenni, molti lutti, i russi, i Talebani, colpi di scena e di memoria, prima che costui compia un atto [...] Vai alla recensione »

Manohla Dargis
The New York Times

Much like the best-selling novel on which it’s based, “The Kite Runner” tells the story of an Afghan refugee who, long after arriving in America, sifts through memories of his cosseted childhood, his emotionally remote father, his devoted best friend, the kites they flew and the stories they shared. The back of my paperback copy of this Khaled Hosseini novel is sprinkled with words like “powerful” [...] Vai alla recensione »

David M. Halbfinger
The New Yw York Times

The “Kite Runner” boys are safely out of Kabul. After months of worrying and diplomatic wrangling from half a world away, the movie studio that is releasing the tale of childhood betrayal, ethnic tension and sexual predation in Afghanistan has whisked to safety four young actors. They were feared to be vulnerable to reprisal because of the film’s depiction of a culturally inflammatory rape scene. Vai alla recensione »

David M. Halbfinger
The New Yw York Times

LOS ANGELES, Oct. 3 — The studio distributing “The Kite Runner,” a tale of childhood betrayal, sexual predation and ethnic tension in Afghanistan, is delaying the film’s release to get its three schoolboy stars out of Kabul — perhaps permanently — in response to fears that they could be attacked for their enactment of a culturally inflammatory rape scene.

Roberto Nepoti
La Repubblica

In una villa palladiana del Veneto, rispondendo al misterioso invito di un vecchio conte, si ritrova a cenare un gruppo assortito di personaggi: un arricchito (lo sprecato Remo Girone) in compagnia della giovane amichetta, un prete e relativa perpetua, un nobile omosessuale con servo-amante al seguito, una coppia poco affiatata, una guardia del corpo mitomane.

Davide Turrini
Liberazione

Doveva essere "aquilone mania". Ma oltre al tema impegnato, ne Il cacciatore di aquiloni manca il cinema. Dal romanzo scritto da Khaled Hosseini, campione d'incassi in tutto il mondo, non basta estrapolare la drammaticità di un irrisolto conflitto tra fratelli di giochi e cortile, accoppiandolo con la tragica escalation che ha portato l'Afghanistan da ridente società degli anni '70 al cupo oltranzismo [...] Vai alla recensione »

Valerio Caprara
Il Mattino

Dal romanzo allo schermo il viaggio sembra breve, ma in realtà è pieno d'incognite e insidie. I concetti di fedeltà e travisamento entrano in ballo pagando, in ogni caso, pegno al primato del lettore: nel caso de «Il cacciatore di aquiloni» («The Kite Runner»), poi, la trascrizione era resa ancora più ardua dalla perdurante drammaticità della questione afgana.

Giovanni Valerio
Ticino7

Difficile trasferire le atmosfere di un romanzo sullo schermo. Impresa ancora più ardua quando il libro, già corposo, attraversa trent'anni di storia recente, dall'Afghanistan agli Stati Uniti, dall'invasione sovietica alla caduta delle Torri Gemelle. Il regista Marc Forster e lo sceneggiatore David Benioff (quello della 25ma ora) ci hanno provato lo stesso e ora Il cacciatore di aquiloni, il bestseller [...] Vai alla recensione »

Filippo Mazzarella
ViviMilano

Trent'anni d'amicizia e sensi di colpa: sullo sfondo, la storia afghana dalla caduta del re al regime talebano. Pessimo adattamento del bestseller di Hosseini: metafore straripetute, agguati mélo furibondi, impegno «politico» di comodo, incongruenze giganti, generi mal mixati in salsa fiction pedante. Disastro. MEDIOCRE - PER SOLIDALI Da ViviMilano, aprile 2008

NEWS
NEWS
martedì 26 gennaio 2010
 

Dal 26 al 31 gennaio Dopo i due precedenti appuntamenti dedicati nel 2007 a Buddismo e Cinema e nel 2008 a Ebraismo e Cinema, questo ultimo incontro affronta con le proiezioni, un volume dal titolo Islam e Cinema ed una Tavola Rotonda di rappresentanti [...]

RUBRICHE
lunedì 7 aprile 2008
Andrea Chirichelli

Tutti cacciatori di aquiloni in Italia! Il film di Marc Forster resiste al primo posto del botteghino e si conferma come (semi)sorpresa dell'anno. Il successo del libro ha sicuramente giovato ma se si continua con queste medie, la pellicola non dovrebbe [...]

RUBRICHE
lunedì 31 marzo 2008
Andrea Chirichelli

Mai e poi mai avremmo pensato che un tranquillo weekend di fine marzo potesse nascondere una delle più grandi sorprese degli ultimi tempi, almeno per quanto concerne il boxoffice, eppure l'exploit de Il cacciatore di aquiloni, che con una media superiore [...]

winner
miglior giovane attore
Critics Choice Award
2009
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