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Decameron Pie: una commedia sexy in costume

Quando la commedia raggiunge il trash scomodando la letteratura.
di Rita Andreetti

Decameron Pie come American Pie
Mischa Barton (Mischa Anne Marsden Barton) (38 anni) 24 gennaio 1986, Londra (Gran Bretagna) - Acquario. Interpreta Pampinea Anastagi nel film di David Leland Decameron Pie.

mercoledì 3 settembre 2008 - Approfondimenti

Decameron Pie come American Pie
L'affluenza al botteghino resa dai cine-panettoni (che da poco sono pure cine-granatine) invita sempre più il settore produttivo a dedicarsi a linee programmate che agiscono come specchietti per allodole (allodole=spettatori).
Dino e Martha de Laurentis, Tarak Ben Ammar, Roberto Cavalli (settore produzione) in compagnia del regista David Leland, hanno dato corpo a questo film, Decameron Pie, tutto intrecciato di malizia, storie d'amore, volti cattivi convincenti. Ah, e se possibile pure qualche "pancia" scoperta.
Questo l'esordio per il film del fine settimana, evento non ben ascrivibile nella categoria della commedia sentimentale, malgrado annoveri una cavalleresca storia d'amore, giacché attinge a piene mani dai precursori del filone "Pie" nonché da un fondo comune di trash all'italiana con l'Edwige Fenech dalla coscia lunga e dagli umori bollenti. E su tutto questo non ci sarebbe nulla da recriminare, se non fosse che la manovra produttiva si rivolge non solo a questo immaginario popolare (non si leggano accuse nell'uso di questa terminologia, solo accezioni di onesto disimpegno culturale), ma si vorrebbe contare come libera interpretazione di quel Decameron toscano, celeberrimo prodotto dell'arte del Boccaccio.
Ora, l'intertestualità di questi tempi va di moda, navigare dalla parola stampata all'immagine in movimento ha sempre un suo fascino: ma, per cortesia, non cadiamo nell'inghippo di considerare un "liberamente ispirato" come fonte di indagine culturale a sfondo letterario. Qui di Boccaccio c'è rimasta l'ambientazione, qualche sfumatura narrativa e i personaggi solo di striscio; per il resto il film va per la sua strada. C'è un'amata minacciata da un cattivo prepotente, che scappa e si imbatte nell'uomo della sua vita. Il fascinoso giovane tuttavia non conosce la sua vera identità; pertanto, nell'attesa della rivelazione, se la spassa con le sorelle del convento in cui l'amata si è rifugiata, e dov'egli ha trovato la mesta occupazione di giardiniere. A questa vicenda centrale, poi, si intrecciano le avventure di altri personaggi di contorno, mentre è in corso un'epidemia di peste nera, così come era stato nel melange letterario dello scrittore italiano. Tuttavia, non c'è da stupirsi se le attenzioni che le fedeli del convento rivolgono al giovane sono parte integrante della narrazione e ricadono spesso nel nudo; così come non c'è da stupirsi sa tra queste belle suore ritroviamo Anna Galiena ed Elisabetta Canalis.
Ecco che così il ritmo brioso della commedia viene mantenuta in una storia che intreccia, sapientemente, gli interessi dei maschietti a quelli delle femminucce.

Decameron Pie, ma che fatica!
Insolita ambientazione forse, quella del Medioevo, per un film di bollori contemporanei. Tuttavia pare ben riuscita vista la dedizione con cui sono state svolte le riprese: San Gimignano, Siena, Bracciano, le vicinanze di Caprarola e una parte a Cinecittà; sobborghi suggestivi accanto a un reparto costumi tutto da sfoggiare. Infatti, per la prima volta, è stato Roberto Cavalli in persona a curare il prêt-à-porter degli attori: lontano dalle passerelle, 150 sono gli abiti preparati per il set da Cavalli che ha dichiarato: "Anche come costumista sono rimasto me stesso. È un Trecento senza tempo e un Cavalli riconoscibile. Alcuni abiti li ho recuperati dal museo storico della mia moda, altri un po' modificati."
Bene: produzione stabilita a 40 milioni di dollari e attori in vista convocati (Hayden Christensen, Mischa Barton presa da O.C., Tim Roth). Riprese effettuate. È il 2005 ma il film incontra qualche problema sulla distribuzione e, com'è chiaro, non esce fino al 5 settembre in Italia (grazie a Eagles Pictures). Gli va peggio in altri Paesi: Usa e Gran Bretagna lo passano solo per il circuito home. Russia, Ucraina, Singapore e Francia, accanto ovviamente alla nostra Italia, ammettono la circolazione nelle sale. Ci si domanda come un mercato così disponibile come quello americano abbia potuto reindirizzare il film di Leland lontano dalle sale; e viene quindi da chiedersi: cosa dobbiamo mai aspettarci da questa commedia tutto brio e pepe?
Forse non ha favorito alla quiete distributiva l'incertezza sul titolo, tra cui, nell'elenco: Virgin territori (Usa), Chasing Temptation, Decameron: Angels & Virgins, Guilty Pleasures. Per il mercato d'oltralpe ha vinto Medieval Pie, forse perché di là conoscono meno il Boccaccio e si affascinano di più coi film storici. Qui ci teniamo anche la citazione spudorata al filone delle "Pie", come sopra indicato, proprio perché quella fetta di pubblico che si è trovata affascinata dalle vicende dei ragazzi ribelli e sboccati, venga avvisata per tempo.

Boccaccio redivivo
Siamo stati fortunati ad avere David Leland", dichiara Dino De Laurentiis, "è entrato in sintonia con la storia e ha compreso immediatamente ciò che volevamo. Ha scritto un bellissimo copione, moderno, intrigante, i cui temi sono gli stessi che coinvolgono i giovani d'oggi: l'amore, il sesso, l'avventura".
Risponde Leland: "Il Decameron racconta 100 storie diverse, ma tutte ambientate nello stesso mondo. Dino non voleva realizzare un film a episodi e io ero d'accordo con lui". E rilancia "Non abbiamo mai perso di vista il Decameron e Boccaccio. Per quanto riguarda la recitazione, il dialogo, i costumi, la scenografia o l'ambientazione, la nostra priorità è sempre stata lo spirito del Boccaccio".
Pare evidente quindi che sarà il pubblico giovane il meglio accontentato dalla freschezza spavalda di Decameron Pie. Del resto Leland ci aveva già introdotto col suo primo film, Wish you were here, a personaggi attuali e senza peli sulla lingua. Non nascondiamo però il nostro stupore di fronte a una produzione così leggera per colui che ci ha dato La Grande Guerra di Monicelli.
Per tutti gli altri, scollatevi dalle aspettative filologiche, la commedia sexy di Decameron Pie è ciò di più distante possibile. Non di certo per l'ambientazione, perché di sicuro la classe Cavalli non mancherà; ma di aulico e poetico solo questo: due risate e un chiacchiericcio sommesso, pop corn e patatine (soprattutto) per il vostro sabato sera.

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