Nell'Egitto di oggi si è diffusa una generale corruzione, nella quale ha trovato spazio il terrorismo e l'adulterio è vissuto come normalità. Il film è tratto dall'omonimo romanzo (pubblicato in Italia da Feltrinelli) di Al-Aswani 'Ala, uno degli esponenti di punta del movimento di opposizione egiziano Kifaya. Attraverso le vite parallele degli abitanti di un grande edificio costruito al Cairo negli anni trenta, vite che scorrono una accanto all'altra senza mai incrociarsi, il film mostra una rappresentazione critica della società egiziana, delle sue trasformazioni, delle sue ipocrisie, della corruzione, della violenza esercitata con la scusa del terrorismo. Tra le vicende che si intrecciano, c'è anche quella di un giornalista gay, presentato in termini positivi, velato ma non troppo, che ha una storia con un poliziotto. In Egitto si è levata una protesta che ha chiesto l'abolizione delle scene gay.