La festa e gli invitati

Film 1966 | Drammatico 70 min.

Titolo originaleO slavnosti a hostech
Anno1966
GenereDrammatico
ProduzioneCecoslovacchia
Durata70 minuti
Regia diJan Nemec
AttoriIvan Vyskocil, Jan Klusák, Jiri Nemec, Zdema Skvorecka, Pavel Bosek, Elena Pejskova Karel Mares, Evald Schorm, Jana Pracharova.
MYmonetro 2,93 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Jan Nemec. Un film con Ivan Vyskocil, Jan Klusák, Jiri Nemec, Zdema Skvorecka, Pavel Bosek, Elena Pejskova. Cast completo Titolo originale: O slavnosti a hostech. Genere Drammatico - Cecoslovacchia, 1966, durata 70 minuti. - MYmonetro 2,93 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 15 ottobre 2018

Consigliato sì!
2,93/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 2,86
CONSIGLIATO SÌ
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Cinema
Trailer

Presentato a Cannes dopo due anni di ostruzionismo da parte delle autorità cecoslovacche è forse il film in assoluto più lucido sul motivo eterno e universale del diritto al dissenso. Il film narra la storia di quattro uomini e tre donne che, recandosi a una festa importante, sono sequestrati da un gruppo di sconosciuti che li costringe ad assistere a un immaginario processo nei loro confronti. È chiaramente una messa in scena, ma gli immaginari imputati accettano il sopruso e senza essere accusati di nulla si dichiarano colpevoli. Ogni personaggio è un simbolo, è una spietata e radicale allegoria della società comunista.

Georges Sadoul

Durante una festa avviene un arresto, un interrogatorio, un inseguimento coi cani, il tutto mentre gli invitati continuano a comportarsi con meschino egoismo, pronti a tradire, a essere servili, a continuare il loro banchetto. Nel film, dichiara Ester Krumbachova, sceneggiatrice, "prendiamo di mira soprattutto la parte di idiozia contenuta in tragedie che si ripetono mille volte. Vogliamo mostrare l'oblio che abolisce la coscienza e la riflessione su questo oblio che, unito all'incomprensione, all'incapacità di rendersi conto delle ragioni e delle conseguenze, permette che venga dato libero corso alla violenza, al delitto, all'arbitrio". La storia è stata soprattutto un pretesto per mostrare certi tipi umani, ma senza sottoporli a un'analisi psicologica. Aggiunge il regista Nemec: "Abbiamo scelto un tono laconico per cercare di rendere nel modo migliore il tema che si riferisce alla stupidità, l'indifferenza, l'oblio. Per questo il film non sviluppa una storia in modo tradizionale, né mostra lo sfondo, l'evoluzione dei personaggi. Noi fissiamo soltanto il loro atteggiamento attuale, l'azione immediata, ed è questo che da il suo significato al film". Il film è animato da una forte carica critica nei confronti della burocrazia e dell'atmosfera soffocante che regnava nel paese e per questo ha avuto difficoltà e ostacoli da parte delle autorità.
Da Dizionario dei film, Firenze, Sansoni, 1968

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