Titolo originale | Jane Fonda in Five Acts |
Anno | 2018 |
Genere | Documentario, Biografico |
Produzione | USA |
Durata | 133 minuti |
Regia di | Susan Lacy |
Attori | Jane Fonda, Tom Hayden, Robert Redford, Lily Tomlin, Ted Turner Paula Weinstein, Troy Garity, Richard Nixon, Nathalie Vadim, Sydney Pollack, Alan J. Pakula, Country Joe McDonald, Dick Cavett, Henry Kissinger, H.R. Haldeman, Fletcher Thompson, Abbie Hoffman, Mary Luana Williams, Sam Waterston, Malcolm Vadim, Viva Vadim, Frances Seymour Fonda. |
Tag | Da vedere 2018 |
MYmonetro | 3,23 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 26 novembre 2018
La storia di Jane Fonda, una donna che ha sempre rifiutato le etichette.
CONSIGLIATO SÌ
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Documentario HBO sull'attrice due volte premio Oscar (Una squillo per l'ispettore Klute e Tornando a casa) e Leone d'oro alla carriera 2017. Jane Fonda è stata sia la ragazza della porta accanto che un seducente oggetto del desiderio: è stata attrice ma anche regina del fitness, oltre che attivista politica. La sua carriera è stata costellata di successi ma in questo documentario racconta anche i suoi dolori privati: dalla sofferenza per il suicidio della madre ai tre matrimoni passando per i disturbi alimentari che l'hanno accompagnata per 30 anni.
L'elemento che fa del lavoro di Susan Lacy una miniera preziosa di informazioni e una straordinaria occasione per riflettere sul nostro passato più o meno recente è costituita dal fatto che siamo di fronte a una biografia autorizzata.
È infatti l'attrice in persona che ci guida attraverso le tappe della sua vita che sono segnate dagli uomini con cui si è relazionata e nei confronti dei quali ha comunque sempre vissuto un bisogno di compiacere che l'ha spinta ad occultare, in misura più o meno ampia, il proprio vero sentire. Mentre ripercorriamo la sua carriera e le lotte che ha combattuto in difesa dei diritti civili e, in primis, contro la guerra nel Vietnam il leit motiv ritornante è quello che vede tutta la sua esistenza segnata dal difficile rapporto con suo padre Henry e con il conseguente senso di inadeguatezza che l'ha portata anche a pensare di essere corresponsabile del suicidio materno.
Da questo al pensare di non essere stata una buona madre per i due figli avuti rispettivamente dal regista Roger Vadim e dall'attivista pacifista e uomo politico Tom Hayden. L'impianto rigorosamente cronologico di una narrazione ricchissima di materiali privati e di repertorio si apre provocatoriamente con una registrazione di un dialogo in cui Richard Nixon constata che la figlia di un simbolo come Henry Fonda abbia imboccato la strada sbagliata dell'attivismo anti guerra nel Vietnam. L'attrice avrà modo in futuro di chiedere scusa a quei militari che può avere involontariamente offeso con la sua foga da pasionaria dell'epoca così come riesce a spiegare le apparenti contraddizioni di una donna impegnata che ottiene uno straordinario successo editoriale promuovendo l'aerobica e di una paladina degli emarginati che sposa un miliardario come Ted Turner.
Ma ciò che più conta, è necessario tornare a sottolinearlo, è che si assiste a un lungo ma mai noioso flashback di una ottantenne che non ha paura di confessare i propri dubbi e di guardare al passato con grande lucidità.
avevo sentito qualcosa sul film, ma se non fosse stato presentato su sky cinema in prima serata forse non me ne sarei accorto a differenza di "Io sono Ingrid", Jane è viva e vegeta e non ha lesinato le analisi sulla sua vita non è stata una attrice importante come la Bergman ma è stata una donna particolare e coraggiosa ed essere stata la prima figlia di un Mito l'ha [...] Vai alla recensione »