Titolo internazionale | The Guardians |
Anno | 2017 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia |
Durata | 138 minuti |
Regia di | Xavier Beauvois |
Attori | Nathalie Baye, Laura Smet, Iris Bry, Cyril Descours, Gilbert Bonneau Olivier Rabourdin, Nicolas Giraud, Mathilde Viseux, Xavier Maly, Marie-Julie Maille, Madeleine Beauvois, Alain Artur, Adrien Denizou, Yann Bean, Michel Lamy, Laurence Havard, Katia Henkel, Anne-Cécile Le Quere, Viviane Pavillon, Emilie Texier, Thierry Duclairoir, Isabelle Bonillo, Adèle Lavauzèle, Blanche Hizembert, Brigitte Aigueperse, Céline Cruveiller, Christelle Martin (II), Clémentine Ojardias, Elsa Carvan, Isabelle Brunel, Jeanne Airaud, Lucienne Barrier, Rebecca Bounnet, Stella Cohen-Hadria, Colin Malval, Adrien Robineau, Philippe Gray, Allan Duboux, Joe Lewis (III). |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,07 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 19 marzo 2018
1915. Nella fattoria Paridier, le donne hanno preso il posto degli uomini partiti per il fronte. Al Box Office Usa Les Gardiennes ha incassato nelle prime 9 settimane di programmazione 143 mila dollari e 7,2 mila dollari nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Gli uomini al fronte, le donne a governare la casa. Durante la prima guerra mondiale alla fattoria del Paridier, in Francia, le donne hanno sostituito i mariti nei duri lavori rurali. Arano i terreni, mietono i campi, allevano il bestiame, lavorano senza sosta. La loro vita è ritmata dal ciclo delle stagioni e il ritorno degli uomini in permesso. Hortense, la proprietaria della fattoria, decide di assumere una giovane ragazza dell'assistenza pubblica per farsi aiutare. Francine crede infine di aver trovato una famiglia.
Tratto dal romanzo omonimo di Ernest Pérochon, Les Gardiennes di Xavier Beauvois si ispira al libro e al contempo lo tradisce.
Il regista di Uomini di Dio, Grand Prix al Festival di Cannes 2010, fa rivivere il mondo dello scrittore caduto in oblio, ma ammette lui stesso, non così fedelmente. "Ritenevo che ci fossero troppe sofferenze, troppe malattie, troppe morti" nel libro, spiega il regista che in fondo assicura di aver salvato l'essenza dell'opera. Ad ogni modo Les Gardiennes è un viaggio nel passato rurale di cui abbiamo perso molti ricordi. Beauvois compone lentamente il suo affresco sulla scia di Maurice Pialat di Van Gogh, cercando la durata, i silenzi, l'espressività delle inquadrature. Indipendentemente dalle parole dette, un dialogo sotterraneo si instaura tra l'incanto dei paesaggi, le nature morte e l'intensità degli sguardi. E nei volti segnati dei paesani, che Beauvois scruta con attenzione nei lunghi primi piani, rivediamo i paesani dipinti da Millet. Ma il regista spiega che non voleva fare un film troppo pitturale, così l'ispirazione western nella rappresentazione della fattoria gestita da tenaci cowgirls bilancia l'aspetto contemplativo. Eppure la bellezza delle geometrie delle rondini in volo o i colori dei campi di grano incantano come dipinti da osservare in silenzio.
In questo quadro che lentamente si rivela dunque sono i visi, filmati magnificamente dal regista e la sua operatrice Caroline Champetier, a raccontare la storia. Il viso di Nathalie Baye, proprietaria della fattoria, il viso di Laura Smet, la figlia sposata con Clovis partito per la guerra, ma soprattutto il viso della giovane attrice rivelazione, Idris Bry, nel ruolo di Francine, che debutta al cinema dopo un casuale incontro con la direttrice del casting in una libreria. È attraverso le donne che Beauvois racconta la guerra, sempre evocata ma mai mostrata se non negli incubi degli uomini. È attraverso queste vite sospese tra la speranza del ritorno dei mariti e la paura delle cattive notizie, in attesa di un ipotetico "dopo la guerra" ripetuto come formula magica, che Beauvois racconta la tragedia di chi non l'ha vissuta ma l'ha impotentemente subita.
Ma Les Gardiennes è anche la storia di formazione della giovane orfana Francine assunta dalla famiglia del Paridier, in cui il talento di Idris Bry, in un misto di modestia e splendore, ha imposto al regista di riscrivere il film. La ragazza, vittima sacrificale dei fattori determinati a salvare il buon costume della famiglia, viene invece scelta dal regista che ne fa l'eroina dell'emancipazione femminile nel tanto atteso dopoguerra. Una storia d'altri tempi e al contempo terribilmente attuale.
Sono evidenti ma non scontate, e pertanto encomiabili, le intenzioni di Xavier Beauvois con questo particolare lungometraggio, Les Gardianes. Evocando gli spettri della guerra, la più feroce e sanguinosa che l'Europa abbia vissuto, il registra si concentra sugli effetti non meno devastanti e ingombranti che la guerra ha prodotto e che le donne hanno dovuto affrontare.