Wim Wenders (Ernst Wilhelm Wenders) è un attore tedesco, regista, produttore, produttore esecutivo, scrittore, sceneggiatore, montatore, è nato il 14 agosto 1945 a Düsseldorf (Germania). Wim Wenders ha oggi 79 anni ed è del segno zodiacale Leone.
Ci sono almeno due dati biografici di Wenders che permettono di comprendere appieno la sua opera. Nasce nel 1945, un anno abbastanza simbolico: la fine della Seconda guerra mondiale, ma anche il momento in cui la Germania distrutta si pone di fronte agli errori compiuti e alla ricostruzione. La sua formazione, invece, avviene alla fine degli anni Sessanta, in un clima politico in cui acquisisce la capacità di parlare un linguaggio molto vicino a quella generazione che, dopo le sconfitte del '68, rifluirà nell'introspezione e nell'analisi dei rapporti interpersonali.
Due, conseguenti, sono anche le fonti culturali di Wenders: da un lato, l'insegnamento trasmesso dai maestri della Nouvelle Vague; dall'altro il cinema e la società americana, che entrano nei suoi film con omaggi a registi quali Ford, Hitchcock, Ray, Sirk, Pechinpah, e attraverso simboli tipici della civiltà statunitense, come flipper, juke-box, lattine di Coca-Cola, la musica rock o anche la semplice inquadratura di un foglio di giornale che annuncia la morte di John Ford (Alice nelle città, 1973). Oggetti e citazioni che testimoniano la dipendenza della società tedesca da quella d'oltreoceano e le contraddizioni che essa determina: «Gli americani ci hanno colonizzato il subconscio» afferma uno dei protagonisti di Nel corso del tempo (1975). Wenders infatti appartiene a una generazione che, oppressa dalla memoria storica del nazismo, preferisce affidare la propria formazione a modelli stranieri. E questo genera conflitti interiori e contraddizioni sanabili, secondo il regista tedesco, solo con la ricerca di una propria identità, soggettiva e personale. É in questa direzione che muovono tutti i personaggi wendersiani i quali, persa la capacità di identificarsi in un ruolo preciso e di percepire staticamente la realtà, sono costretti ad un continuo movimento, ad un continuo vagare. Si arriva così ad un'altra costante del cinema di Wenders: il viaggio, che rappresenta l'impossibilità del radicamento e diviene perciò simbolo di una perdita d'identità, dell'essere, sostituita però da un divenire capace di colmare la distanza tra l'io e il mondo e di offrire un'esperienza diretta della realtà.
É significativo che all'origine del "movimento" ci sia sempre una rottura, un distacco. In Estate in città (1970), il vagabondaggio urbano del protagonista inizia con la sua uscita dal carcere. Il girovagare dell'ex-portiere di Prima del calcio di rigore (1971), inizia dopo la sua espulsione dal campo di gioco. Il viaggio delle due donne in La lettera scarlatta (1972), inizia quando decidono di farla finita con la comunità puritana in cui sono emarginate. É come se alla comprensione del mondo si giunga attraverso uno stacco dal passato, che permetta di guardare le cose solo attraverso il loro freddo apparire. Stilisticamente questo concetto induce a ricorrere al bianco e nero, che secondo Wenders rende in maniera più rigorosa la forma e l'essenza delle cose, al di là dei colori della realtà. Tematicamente, invece, i primi film appaiono un cammino coerente verso una compromissione con il reale, le cose, le persone che, se non porta a un traguardo definitivo, conferma però, in ogni manifestazione, la sua necessità e il suo dover essere.
Tre esempi emblematici. In Nel corso del tempo,i due protagonisti che vagabondano lungo la frontiera tra le due Germanie hanno alle spalle, oltre le loro vicende personali, una speranza generazionale, fallita e ancora dolorosa, di rifondare i rapporti umani e politici. Il viaggio insieme li porterà ad una nuova separazione, ma anche alla consapevolezza che, per poter "cambiare tutto", bisogna comunque agire. Il protagonista de L'amico americano (1977) passa da una condizione di sicurezza, relativa alla propria salute, ad una di paura su cui incombe l'ombra della morte imminente, che però gli dà la forza di compiere azioni di cui prima non si sarebbe immaginato capace. In Paris Texas (1984) il personaggio principale è alla ricerca di persone che un tempo erano state l'espressione di una felicità.
Ma in questo film c'è anche qualcosa di più: per la prima volta la ricerca ha per oggetto una donna, simbolo della possibilità di uscire da una situazione di incomunicabilità attraverso l'aspirazione all'amore, sentimento inedito per i personaggi wendersiani. É l'anticipazione de Il cielo sopra Berlino (1987). In questo film i protagonisti sono angeli che rinunciano al loro statuto di puro spirito, per approdare alla materiale concretezza di un corpo umano compromesso con la storia, la morte, la limitatezza del sapere degli uomini. Alle spalle di questa decisione una serie di elementi significativi: innanzitutto la nostalgia di un tempo perduto, un'epoca precedente alla guerra hitleriana con la quale gli angeli sono stati relegati a vagare per biblioteche, i luoghi cioè dove rimangono i residui di una spiritualità svanita. Ma la motivazione ultima di questo "salto sulla terra" è la scoperta dell'amore, sentimento capace di donare esistenza reale alle cose (non è un caso che l'approccio amoroso, contrariamente allo sguardo degli angeli, viene fotografato a colori), e che Wenders indica come unica possibilità di salvezza da un passato di dolore. Il fatto che l'azione si svolga a Berlino infatti sta a significare l'accettazione di una storia con cui è impossibile non fare i conti e che proprio per questo viene richiamata attraverso inserti documentaristici. É significativo infine l'inserimento di una figura di narratore sotto le spoglie di un vecchio chiamato Omero: come l'antico cantore greco, questi è il solo in grado di raccontare storie che nascono dalla coscienza stessa di chi ascolta, il solo capace di comprendere la Storia più di coloro che partecipano ad essa.
Ma Omero è anche il simbolo della funzione immortale della scrittura. In Fino alla fine del mondo (1991) Wenders costruisce uno scenario avveniristico, in cui la presenza dell'immagine elettronica controlla qualsiasi espressione umana, sogni compresi. É il cinema stesso, quindi, sul banco degli imputati, forse lo stesso cinema di Wenders con tutti i suoi caratteri Il viaggio, ad esempio, è ancora presente, ma viene seguito, piuttosto che lungo il tragitto del divenire, attraverso le singole tappe di spostamento, mete sempre uguali come vorrebbe la logica del "villaggio globale". Questo cambio di rappresentazione è sintomatico anche di un mutato significato: all'interno di un sistema di comunicazioni planetario, il viaggio non serve più per trovare un'identità perduta, ma per raggiungere un'auspicata fase di non ritorno, una "fine del mondo" che vedrà come possibile superstite vitale uno scrittore, il blocchetto di appunti, la vecchia macchina per scrivere. Gli strumenti necessari di una comunicazione da riscoprire.
Vede il mondo come un paese incantato. Ne ha paura. Si muove, incerto, perché non sa che cosa troverà. Esce da una famiglia cattolica, rifiuta di andare in seminario, si reca a Parigi, frequenta intensamente la Cinémathèque. A Monaco entra alla scuola di cinema. Scrive critiche cinematografiche e gira alcuni cortometraggi che rivelano quanto forte sia il suo amore per l'America. Il primo film è un giallo (Summer in the Cily,1970), saggio di diploma, ma il vero esordio è Prima del calcio di rigore (1971), un altro giallo, scritto da Peter Handke: un'angoscia impalpabile si diffonde sui gesti lenti e insignificanti dei protagonisti.
I film davvero importanti giungono con la «trilogia della strada», specchio della nevrosi del movimento e del senso di aleatorietà di ogni scoperta: Alice nelle città (1973), Falso movimento (1974), rielaborazione moderna dello spunto goethiano del Wilhelm Meister, Nel corso del tempo (1975).
La vita è indecifrabile, piena di agguati. L'amico americano (1977), che vede fra gli interpreti Nicholas Ray, Dennis Hopper e Samuel Fuller, narra la terribile avventura che travolge un pacifico cittadino. Coppola invita il regista a girare un film su Hammett, ma tante sono le divergenze che, nelle more, Wenders può realizzare l'agghiacciante Lampi sull'acqua - Nick's Movie (1980), che documenta l'agonia e la morte di Ray, e Lo stato delle cose (1982), Leone d'oro a Venezia, un film sul cinema, la gente che lo fa (e lo subisce), i nemici che lo insidiano, la morte che incombe su tutto.
Dopo l'esito deludente di Hammett (1982), inanella una serie di successi con autentica felicità creativa. Paris, Texas (1984), Palma d'oro a Cannes, è la storia di un amore e di un inseguimento disperato. Il cielo sopra Berlino (1987) sancisce il recupero delle radici tedesche, in un clima di fiaba, fra angeli veri e finti, e uomini vulnerabili. Dopo Fino alla fine del mondo (1991), confusa ricerca della verità dello sguardo, e della possibilità di trasmetterla ad altri per la felicità del genere umano, riprende il discorso berlinese con Così lontano, così vicino (1993), l'incombere del passato e l'accumularsi dei pericoli che solo l'amore per il cinema riesce a fugare. Lisbon Story, (1994), ritorno dell'attore Rüdiger Vogler che ha interpretato - la faccia lunga e triste, l'aria smarrita, l'ottimismo negli occhi - la «trilogia della strada», è un'altra dolce favola, che rivisita, a colori, il Portogallo già percorso, in bianco e nero, con Lo stato delle cose. È sempre una questione di cinema.
Fernaldo di Giammatteo, Dizionario del cinema. Cento grandi registi,
Roma, Newton Compton, 1995
Wim Wenders è uno dei migliori e più affermati registi tedeschi del cinema contemporaneo e i suoi film hanno ispirato lo stile di intere generazioni di cineasti.
Wim Wenders nasce a Düsseldorf il 14 agosto del 1945 e dopo la scuola (frequentata a Koblenz, Düsseldorf e Oberhausen) completa il liceo a Sterkrade. Dopo essersi iscritto prima a medicina e poi a filosofia (a Friburgo e Düsseldorf) e dopo un lungo soggiorno a Parigi dove ha fatto il pittore e l’incisore, nel 1967 si iscrive alla Munich Film and Television College che frequenta fino al 1970 quando consegue il diploma. Durante gli anni di studio a Monaco, realizza diversi cortometraggi e il suo primo lungometraggio, Summer in the City. Dal 1968 al 1972 Wenders è stato critico cinematografico per Filmkritik e per Süddeutsche Zeitung. Nel 1971 è uno dei quattro co-fondatori della società di produzione e distribuzione Filmverlag der Autoren e nel 1975 fonda la sua società di produzione, la Road Movies. Dal 1984, Wenders fa parte della Berlin Academy of Arts e dal 2004 è membro dell’ordine Pour Le Mérite.
Film quali Prima del calcio di rigore (1971), Alice nella città (1973) e Lo stato delle cose (1982) hanno avuto una grande influenza sul cinema d’autore ma Wenders è sempre stato un cineasta di respiro internazionale. Film quali L’amico americano (1977), Hammett-Indagine a China Town (1982) e Paris, Texas (1984) infatti trattano degli Stati Uniti e dell’industria hollywoodiana e la prova che Wenders è a tutti gli effetti un regista globale” viene da film quali Tokyo-Ga (1985), Lisbon Story (1994) e Buena Vista Social Club (1998), ma anche dal suo ultimo road movie”, girato in quattro continenti e intitolato Fino alla fine del mondo (1990).
I film di Wenders hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti dei più prestigiosi festival cinematografici sia in Germania sia all’estero. Ricordiamo tra gli altri il Leone d’Oro a Venezia per Lo stato delle cose del 1982 o la Palma d’Oro a Cannes nel 1984 per Paris, Texas. Ricordiamo inoltre i premi a Cannes nel 1987 per Il cielo sopra Berlino (Miglior Regista) e nel 1993 per Così lontano, così vicino! (Premio della Giuria). Buena Vista Social Club è stato candidato all’Oscar nel 1999, e ha vinto numerosi premi in tutto il mondo. Ricordiamo inoltre l’Orso d’Argento al Festival di Berlino nel 2000 per The Million Dollar Hotel.
Negli anni Wenders è stato insignito di numerose onorificenze per il suo lavoro, incluse diverse lauree honoris causa tra le quali spiccano quelle della Sorbona e della Università di Friburgo in Svizzera. Inoltre è professore di Cinema Digitale all’Hamburger Hochschule für bildende Künste dal 2003. Dal 1991 al 1996 Wenders è stato vice-Presidente della European Film Academy della quale è diventato presidente nel 1996.
Wim Wenders ha pubblicato diversi libri che trattano di argomenti vari tra cui i suoi film o il cinema e la musica in genere; ricordiamo anche la pubblicazione di alcuni volumi fotografici che contengono le sue opere che sono anche state esposte in occasione di diverse mostre personali, a cominciare da Written in the West, al Centre Pompidou di Parigi nel 1986. Tra le altre sue mostre fotografiche ricordiamo Einmal/Una Volta, Buena Vista Social Club e soprattutto Pictures from the Surface of the Earth, inaugurata alla Hamburg Station di Berlino nel 2001, e portata poi al Guggenheim di Bilbao e in tanti altri musei di tutto il mondo, fino al 2006. Per quanto riguarda il suo lavoro da pittore, ricordiamo la personale Wim Wenders Bildermacher organizzata dal Düsseldorf Film Institute e a lui dedicata.
Wim Wenders vive tra Berlino e Los Angeles con la moglie, la fotografa Donata Wenders.