A desso è Stella, la protagonista del primo film diretto da Susanna Tamaro, Ne/mio amore, storia d’una donna, di passioni, di scelte difficili, che si vedrà forse alla Mostra di Venezia o forse nei cinema d’autunno. Un’altra sfida, per Licia Maglietta, che al di là del teatro ha fatto solo film di massimo impegno e di ottima riuscita Agata e la tempesta di Silvio Soldini quest’anno; Luna rossa, vicenda magnifica e tragica di Antonio Capuano, 2001; Pane e tulipani di Silvio Soldini, 2000, vincitore di 9 premi David uno dei quali tutto per lei; Le acrobate di Silvio Soldini, 1997; L’amore molesto di Mario Martone, 1995; Morte di un matematico napoletano, ancora dì Mario Martone, 1992. Per non parlare d’una laurea in Architettura, del debutto in teatro con il gruppo d’avanguardia napoletano Falso Movimento guidata da Martone in Tango glaciale, del lavoro con Carlo Cecchi, Toni Servillo, Enzo Moscato.
Licia Maglietta ha due figlie adolescenti, è nata a Napoli da madre spagnola e padre lucano. A novembre compirà 50 anni, e non vorrebbe che si sapesse: «Nello spettacolo l’età rischia di diventare una discriminante: se sei giovane perché sei giovane, se hai superato i 40 perché sei già fuori mercato. Ma una società di eterni trentenni non è proprio reale!... Specialmente per una donna, i riferimenti sono spietati e irresponsabili: nel cinema, in tv nella moda, sembra che esistano soltanto bambine». È una donna bruna bellissima: non troppo magra né troppo rotonda, occhi vellutati, bocca e gambe disegnate alla perfezione, sorriso incantevole. Insieme con la bellezza va una bravura che ne fa l’attrice italiana in assoluto migliore; vanno una grazia dei movimenti, un incedere forte e flessuoso nello stesso tempo, un volare leggero e sinuoso delle mani che ne fanno pure l’attrice fisicamente più elegante. È cresciuta nei posti più belli di Napoli, sulla collina del Vomero e poi a Mergellina Ha fatto «una vita un po’vagabonda tra Udine e Milano»: quest’ultima è la città dove abitano le sue figlie.
Bellezza, bravura, passione per il lavoro di recitare, coraggio di vivere, capacità di unirsi ai teatranti e cineasti di qualità, fotogenia strepitosa Sono virtù fondamentali per un’attrice, ma Licia Maglietta ne ha una in più, decisiva: non è una donna bionica, né una di quelle creature artificiali in cui le donne, ostinate, si trasformano alla ricerca di chissà quale altra-da-sé; è una donna senza mistificazioni né alterazioni, una donna vera.
Da Speccio, 16 luglio 2004