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Rassegna stampa di Uma Thurman

Uma Thurman (Uma Karuna Thurman). Data di nascita 29 aprile 1970 a Boston, Massachusetts (USA). Uma Thurman ha oggi 54 anni ed è del segno zodiacale Toro.

ANDREA CHIRICHELLI
MYmovies.it

Uma Thurman si è imposta come una delle giovani attrici più versatili, interprete d'eccezione di un'ampia varietà di ruoli. Figlia di una psicologa e di un professore universitario, Uma Thurman è cresciuta ad Amherst, nel Massachusetts e a Woodstock, New York. Ha frequentato la scuola nel New England e all'età di quindici anni è stata scoperta da due agenti newyorkesi. A 16 è stata trasferita alla Professional Children's School di New York City per intraprendere la carriera di attrice. La Thurman si è imposta all'attenzione del pubblico nel 1988, nel film La grande promessa (Johnny Be Good), al fianco di Anthony Michael Hall, e in seguito con un piccolo ruolo cammeo nei panni di Venere nel film epico di fantasia Le avventure del Barone di Munchausen di Terry Gilliam (1998). Il grande successo da parte della critica mondiale l'ha però ottenuto grazie al suo ritratto della fanciulla virginea del 1700, Cecile de Volanges, che viene freddamente sedotta da uno spietato John Malkovich nel film di Stephen Frears, Le Relazioni Pericolose (Dangerous Liaisons). La carriera della Thurman è iniziata bene grazie ad una rigida e coraggiosa selezione di ruoli e collaborazioni. L'anno seguente ha interpretato Henry & June (1990) per l'avventurosa regia di Philip Kaufman, nel ruolo della nevrotica ed esotica bisessuale, sposata con il romanziere bohemien Henry Miller (Fred Ward). In Lo sbirro, il boss e la bionda (Mad Dog and Glory) del 1993 recitava il ruolo di una cameriera al servizio di Robert De Niro per salvare la vita di Bill Murray. Il suo film più eccentrico è finora Cowgirl - Il nuovo sesso (Even Cowgirls Get the Blues) (1994) di Gus Van Sant, tratto dal romanzo di Tom Robbins, in cui era Sissy Hankshaw, una autostoppista bisessuale e hippie.

ALESSANDRA DE LUCA
Ciak

«Alta, bionda, occhi azzurri. Magra in alcune parti del corpo, grassa in altre. Una ragazza come tante». Così una volta si è descritta Uma Thurman, che non sembra prendere troppo sul serio chi la considera la donna più bella del mondo. E pensare che quando era una ragazzina la natura sembrava cospirare contro di lei: troppo alta, bocca e piedi sproporzionati e un naso troppo lungo che qualcuno tra gli amici di famiglia consigliava di correggere con una rinoplastica. E non era neppure facile convivere con l'eccentrico stile di vita familiare e con quel nome bizzarro, Uma, lo stesso della dea indiana della luce e della bellezza. Suo padre, docente di religioni orientali, è stato il primo occidentale a diventare un monaco buddista. Sua madre, una baronessa svedese, aveva invece sposato in prime nozze Timothy Leary, guru dell'LSD. Ma poi quella specie di anatroccolo sgraziato è diventato un cigno maestoso dai lampeggianti occhi azzurri su cui piovono onde biondo platino. E se è vero che non esiste gioia nella perfezione, con la sua splendida disarmonia Uma è un tripudio di felicità per lo sguardo. Quentin Tarantino l'ha scelta come musa quando la carriera dell'attrice, all'inizio degli anni Novanta, subiva una fase di stallo. Dopo la Venere de Le avventure del Barone di Mùnchausen e la Cécile de Le relazioni pericolose. E dopo il difficile matrimonio lampo con Gary Oldman. Ballando in Pulp Fiction con addosso pantaloni a sigaretta, una camicia bianca e il Rouge Noir di Chanel sulle unghie, Uma si è aggiudicata per sempre un posto nell'Olimpo degli dei. Ma dopo la sanguinosa vendetta di Kill Bill ha attaccato la spada al chiodo e ha riposto nell'armadio la sua tutina gialla e nera per indossare gli abiti di donne meno aggressive, seppur ugualmente determinate. Sarà che il suo ruolo di mamma di due bambini le ha fatto scoprire un'insperata serenità. O sarà forse perché c'è di nuovo un uomo nella sua vita, il manager d'albergo André Balazs. La sua Rafi in Prime di Ben Younger, un ruolo inizialmente pensato per Sandra Bullock, è una donna vulnerabile e appena divorziata che finisce tra le braccia di un 23enne, figlio della sua analista. Un copione scelto dopo la dolorosa rottura con Ethan Hawke. E anche se qualcuno non vorrà altra Uma all'infuori de La Sposa vendicatrice di Kill Bill, la trentacinquenne attrice e il suo strepitoso abbigliamento fusion tirato fuori direttamente dal proprio guardaroba (il budget del film era troppo basso per i costumi di scena) sono i motivi per cui vale la pena correre in sala. E se imparare le arti marziali aveva richiesto mesi di allenamento, anche cantare e danzare non è stata una passeggiata per la Thurman, che in The Producers - Una gaia commedia neonazista di Susan Stroman (dal musical di Mel Brooks) prende il posto di Nicole Kidman e, rivelando doti ancora nascoste, diventa Ulla Inga, una sensualissima ballerina e segretaria svedese tuttofare che si muove come Ginger Rogers e duetta con Matthew Broderick. I suoi abiti azzurro cielo sono così aderenti che a separarli dal corpo c'è solo una goccia di profumo. Chi ama l'Uma più battagliera però la rivedrà nei panni di G-Girl, protagonista della commedia di Ivan Reitman My Super Ex-Girlfriend, in cui una supereroina con il cuore a pezzi si impegna a rovinare la vita del fidanzato che ha deciso di mollarla. Poi darà la voce a uno dei personaggi del cartoon 3D Bee Movie su un'ape che non vuole produrre il miele mentre in The Women di Diane English affiancherà Annette Bening, Sandra Bullock, Ashley Judd e Meg Ryan in un film tutto al femminile. E sarà di nuovo tempo di tradimenti e vendette.

LIETTA TORNABUONI
La Stampa

Uma Thurman, vendicatrice spadaccina in Kill Bill di Quentin Tarantino, secondo il regista è un tipo speciale: non una bella attrice come tante, ma una appartenente “al territorio divino di Garbo e Dietrich”. Divenuta famosa con Pulp Fiction, sempre di Tarantino (1994), ballando un twist a piedi nudi in Camicia bianca e pantaloni neri a zampa d'elefante, lasciandosi infiggere nel cuore l'ago di una iniezione di adrenalina metafora della ferita d'amore, adesso ha trentatré anni. È alta, statuaria eppure fisicamente sconnessa come Pippo, l'amico imbranato di Topolino, par sempre che le lunghe braccia e gambe le vadano disordinatamente in tutte le direzioni insieme,che il corpo molto bello risulti incontrollabile, indomabile.

EMILIO MARRESE
Il Venerdì di Repubblica

L'eroina di «Kill Bill», nei cinema con il thriller «Davanti agli occhi», si confessa raccontando la sua famiglia, i suoi figli, le sue paure. E come, anche cambiando genere di film, cerchi sempre una cosa molto difficile: se stessa
Da Black Mamba a Black Mamma- Uma Thurmari, - stanca di gruerra, depone la katana - lo sciabolone giapponese con cui aveva fatto spezzatini umani in Kill Bill - e prova a cambiare pelle, o almeno giubbotto.
A 38 anni s'è stufata di Tarantino, s'è stufata di fare l'eroina killer, la mantide poco religiosa, il sex symbol da combattimento e sogna una maturità artistica alla Meryl Streep, per fare dei film poco pulp e solo fiction che possano vedere anche i suoi due figli. In questo percorso, professionale e personale, verso la normalità rientra anche Davanti agli occhi, un thriller parapsicologico di Vadim Perelman con Evan Rachel Wood (nel ruolo di Uma giovane), in cui l'affascinante stangona di origine scandinava interpreta una madre inseguita da un passato di ribellione e sangue (è sopravvissuta ad un massacro a scuola, tipo Columbine) alla ricerca, appunto, della rassicurante banalità famigliare: marito, figlia e casetta con veranda. Con finale shock. Successivamente, la vedremo in Motherhood (Maternità), in cui deve organizzare il sesto compleanno della figliola, e in Un marito di troppo, con Colin Firth, commedia delle più classiche. Tanto, anche se non fa più a fette nessuno, il suo cachet resta sempre intorno ai 14 milioni di dollari al colpo.

PRESSBOOK

Ha dato prova di essere una delle attrici più capaci e versatili della sua generazione. Figlia di una psicologa e di un professore universitario, Uma ha vissuto a Amherst, in Massachusetts e a Woodstock, a New York. Ha frequentato la scuola primaria nel New England, dove è stata notata a quindici anni da due agenti di New York. Il debutto sul grande schermo della Thurman è stato con Johnny B. Good, con Anthony Michael Hall. Ma è con il film fantastico, Le Avventure del Barone di Munchausen, che raggiunge la fama internazionale. Continua a ricevere critiche positive soprattutto nel ruolo di Cecile de Volanges, personaggio sedotto da John Malkovich in Relazioni Pericolose di Stephen Frear. Successivamente l’abbiamo vista nel ruolo di Daphne McBain, nella commedia Dalla Parte del Cuore, diretto da John Boorman. Nel 1991, la Thurman appare accanto a Richard Gere e Kim Basinger nel thriller Analisi Finale. Torna a lavorare con Malkovich nel thriller Gli Occhi del Delitto, con il ruolo della compagna cieca di Andy Garcia. In Lo Sbirro, il Boss e la Bionda con Robert DeNiro e Bill Murray. A seguire uno dei suoi film più eccentrici, Cowgirls, il Nuovo Sesso, di Gus Van Sant. Nel 1996, la Thurman riceve un’Academy Award Nomination per Pulp Fiction di Quentin Tarantino. L’anno dopo la vediamo in Un Mese al Lago con Vanessa Redgrave e Beautiful Girls diretto da Ted Demme. I film successivi sono Un Uomo in Prestito, Batman & Robin, Gattaca- La Porta dell’Universo, con Ethan Hawke, I Miserabili con Liam Neeson e The Avengers-Agenti Speciali. La vediamo partecipare tra gli altri ai seguenti film: Accordi e Disaccordi di Woody Allen, con Sean Penn e Samantha Morton; Vatel, con Gerard Depardieu e Tim Roth; The Golden Bowl, con Nick Nolte, Angelica Huston e Jeremy Northam; il thriller Paycheck di John Woo; e Tape con Ethan Hawke e Robert Sean Leonard. Diretta da Quentin Tarantino, Thurman è la protagonista di Kill Bill: Vol. 1 e Kill Bill: Vol. 2, interpretazione che la porta ad una nomination al Golden Globe. Successivamente la Thurman partecipa a Be Cool con John Travolta, a Prime con Meryl Streep e al film di Mel Brooks acclamato dalla critica The Producers, una gaia commedia neonazista con Nathan Lane e Matthew Broderick. L’anno scorso è stata la protagonista de La mia Super Ex Ragazza, con Luke Wilson, e quest’anno con Un Marito di Troppo.

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