La seconda vita di Emmanuelle. Casta e felice L'eroina erotica degli anni Settanta non ha portato fortuna alla sua interprete: soltanto oggi Sylvia Kristel si sente realizzata Con un film, un'autobiografia e, presto, una pellicola d'animazione. Sul suo periodo (molto passato) di sesso, droghe rok'n'roll
Il suo corpo è stato l'ossessione di 650 milioni di,spettatori. Ma solo oggi, a 55 anni, Sylvia Kristel, indimenticabile Emmanuelle cinematografica, si sente finalmente realizzata. E, dice, non è stato facile. L'attrice, nata in Olanda nel 1952, ha conosciuto l'inferno di alcol e droghe, gli abbandoni di diversi uomini, una grave malattia. Ma non si è persa d'animo e, anzi, nei momenti più tormentati e difficili, ha deciso di voler lasciare un segno diverso da quello nell'immaginario erotico. Dando vita a diversi progetti, tutti autobiografici. A cominciare dal cortometraggio realizzato in America nel 2004, intitolato Topor et moi, che ha perfino vinto il Tribeca Film Festival di Robert De Niro.
Raccontava l'amicizia, agli esordi della sua carriera, con l'illustratore francese Roland Topor, che la incoraggiò nei suoi maldestri tentativi di pittrice. Poi, quest'anno, è stata la volta di un libro, Undressing Emmanuelle, Svestendo Emmanuelle, dove non solo ricorda le vicende che la portarono, nel 1974, a interpretare il ruolo della disinibita eroina, ma anche alcuni scabrosi episodi della sua vita, comprese le relazioni con divi come Gérard Depardieu e Warren Beatty.
Presto, sarà la volta di un nuovo progetto: un film d'animazione che svelerà un altro tassello della sua biografia. L.A. Kristel, infatti, racconterà gli anni passati a Los Angeles; vivendo, letteralmente, di-sesso; droghe rock and roll. Da tanta perdizione, dice fattrice, ci si può salvare. Scoprendo che il lavoro, a volte, dà la felicità...
Da Il Venerdì di Repubblica, 19 Ottobre 2007