Il regista Stephen Chbosky torna a raccontare l'universo dei più piccoli, chiamati a confrontarsi con il mondo esterno, crescere e definire la propria identità. Nel 2012 Noi siamo infinito (tratto dall'omonimo romanzo del regista) ritraeva il timido Charlie in un momento cruciale dell'adolescenza, cioè il primo giorno di liceo. Adesso Wonder è incentrato sulla vita di August Pullman, detto Auggie, bambino affetto dalla Sindrome di Treacher-Collins, una malattia congenita che gli ha provocato una malformazione al volto, impedendogli di avere una vita normale.

Insieme a Jack Thorne e Steve Conrad, Chbosky adatta il romanzo Wonder di R.J. Palacio, noto come uno dei maggiori best seller della recente narrativa per ragazzi. È destinato a un pubblico di ragazzi, eppure il film, proprio come il libro, racconta una storia per tutte le età e rivolge un appello dal valore universale: siate gentili.

Nel riadattare il libro, Chbosky propone la tipica situazione da film americano per adolescenti: un ragazzo si iscrive ad una scuola nuova e affronta un mondo sconosciuto, imbattendosi in nuovi amici e nemici, con tutti i turbamenti che ne derivano. Nel caso di Auggie si aggiungono anche i disagi legati alla sua malformità, la discriminazione e il bullismo di cui è vittima in quanto diverso. Inevitabile è quindi l'associazione con Dietro la maschera di Peter Bogdanovich, film del 1985 il cui protagonista è affetto dalla rara malattia leontiasi e quando arriva in una nuova scuola viene schernito per la sua condizione di deformità.

Se il libro è diviso in otto parti, ciascuna raccontata da un personaggio e introdotta da una canzone o citazione che fa da accompagnamento, il film mantiene in parte questa struttura, con l'alternarsi delle diverse prospettive. Wonder inizia nello stesso modo in cui inizia il libro: è proprio Auggie a presentarsi e raccontare di sé, definendosi terrorizzato del suo imminente debutto alla scuola media.

Dopo questa parte introduttiva affidata al racconto in prima persona, la narrazione cambia punto di vista e alterna quello di personaggi secondari, ma pur sempre importanti: la sorella Via, l'amico Jack e Miranda (migliore amica di Via). La scelta di non focalizzarsi solo su Auggie permette allo spettatore (come al lettore) di immedesimarsi più facilmente nella vicenda e di riflettere su quanto spesso sia sbagliato il modo in cui interagiamo con le persone disabili. Il regista però decide di non sfruttare le canzoni poste all'inizio di ogni paragrafo, evitando di trasformarle in sottofondo delle immagini del film. Nel film sono inoltre assenti i personaggi di Christopher, Zachary e Alex, che nel libro vengono citati da Auggie come i suoi pochi veri amici.

Al tragico finale di Dietro la maschera il regista Chbosky oppone l'happy ending, così Auggie, se pur condannato a una vita di anormalità, grazie al sostegno della famiglia, degli amici e di una profonda forza interiore, riuscirà a superare questo ostacolo e renderlo una vera forza.