Le avventure di Saul Goodman ripartono con un ritmo pacato, meticoloso, sostenuto da una regia di grande cura.
È ora disponibile con la terza stagione la serie prequel/sequel/spin off di Breaking Bad dedicata all'avvocato Saul Goodman. Questo terzo ciclo di Better Call Saul riprende esattamente dal finale dell'annata precedente, con Jimmy (Bob Odenkirk) che ha rivelato al fratello Chuck (Michael McKean) di aver truccato i documenti per sottrargli un cliente, e con Mike (Jonathan Banks) che viene allertato da un uomo misterioso di non fare fuoco sui trafficanti messicani. È una ripartenza dal ritmo pacato, meticolosa come le azioni dell'ineffabile Mike e come sempre in questa serie sostenuta da una regia di grande cura.
Better Call Saul è di certo più lenta di molte altre serie. Personalmente, trovo che quando si procede troppo velocemente si perda il coinvolgimento. Credo che ci sia spazio per storie dal ritmo più pacato, che sono poi quelle che preferisco, anche solo come antidoto a tutto il resto. Ciò detto, come con Breaking Bad, acceleriamo e rallentiamo le cose continuamente, moduliamo la velocità del racconto in modo da mantenerlo interessante.
In questa stagione viene introdotto uno dei personaggi più amati di Breaking Bad, Gustavo Fring, interpretato da Giancarlo Esposito, su Netflix anche in The Get Down. Il proprietario di Los Pollos Hermanos - catena di fast-food che fa da copertura e riciclaggio del denaro sporco di un fitto traffico di metamfetamina - entra in scena nel secondo episodio di questa terza stagione, come una vera star.