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Splendor XV, contro tutto e tutti

Ken Loach, Kim Rossi Stuart e Andrea Sartoretti sono i protagonisti di una puntata dedicata all'eroismo e alle grandi narrazioni.
di Mario Sesti

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In foto Ken Loach, tra i protagonisti della XV puntata di Splendor.
domenica 25 settembre 2016 - Splendor

Splendor: in onda su Iris, sabato 24 alle 24 e su MYmovies.it domenica 25 alle 21, è il primo programma sul cinema che fa del cinema una piattaforma per lanciarsi ovunque: dalla scrittura alla pittura, dalla tecnologia all'ambiente, dal fumetto al videogame, dalla musica al teatro alle serie tv.

Ci sono, del resto, delle grandi narrazioni, che ci appartengono e che ci riguardano così da vicino che non importa in quale linguaggio si realizzino: come il racconto di chi, da solo, deve affrontare una totalità immensa e irreparabile che può essere il mondo come la nostra stessa interiorità, tanto vicina quanto sconosciuta e immodificabile.
Mario Sesti

È proprio la storia del protagonista di Tommaso, il film di Kim Rossi Stuart che ne è anche il protagonista, che racconta di un attore di successo alle prese con i propri fantasmi legati al desiderio, alla sessualità, al bisogno di un legame, ai retaggi della famiglia. Un film, passato alla Mostra del Cinema di Venezia, che ci mostra al tempo stesso un Kim Rossi Stuart divertente e sorprendente - ma anche un regista capace di filmare la nudità delle donne con un chiarore barocco ed una concentrazione irreale. A Splendor, l'autore attore parla di cosa voglia dire fare un film che lo riguarda in modo personale, cosa significa sentire un pubblico che ride e reagisce a ciò che hai scritto, interpretato e diretto - e quanto sia diventato importante, a questo punto della sua carriera, riuscire a parlare con il cinema come regista.


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In foto Kim Rossi Stuart.
In foto Andrea Sartoretti.
In foto Roan Johnson.

Lotta ancor più titanica è quella di Andrea Sartoretti, l'attore diventato famoso per le sue partecipazioni a Boris e a Romanzo Criminale - la serie, il quale, nei panni di un povero contadino medioevale, ingaggia una sfida prometeica contro la natura, contro un paesaggio avverso che gli ha decimato la famiglia, contro, addirittura, una montagna, i cui rombi sordi sembrano quasi darle una voce, che è quanto accade in Monte, del regista iraniano Amir Naderi: è stata una lotta così impegnativa, anche sul set, che a metà riprese, per una epicondilite, l'attore è dovuto ricorrere ad un passaggio in ospedale.

Ma forse il conflitto più assurdo e drammatico, più toccante e ingiusto, è quello che vede il protagonista dell'ultimo film di Ken Loach, Io, Daniel Blake. È la storia di un carpentiere inglese che deve interrompere il proprio lavoro per un infarto ma allo stesso tempo, per un paradosso burocratico, non può accedere ai benefici del sussidio: una situazione kafkiana che consente al grande regista inglese di dar vita ad uno spaccato comico e palpitante della condizione della working class, oggi, nel suo paese.
Mario Sesti

Loach, ospite di Splendor, racconta che cosa vuol dire cercare di unire umorismo e solidarietà, quanto possa essere decisivo, il cinema, come strumento di opposizione all'esistente sociale e politico - e quanto sia importante per lui fare del cinema per intervenire e modificare lo stato delle cose: anche dopo aver deciso di abbandonare l'attività, come aveva annunciato all'epoca del film precedente. "Durante la lavorazione maturo la convinzione di non avere più l'energia per farlo. Ma quando vedo ciò che accade nel mio Paese, intorno a me, mi sembra inevitabilmente continuare a fare dei film".


In foto Ken Loach.

Qualcosa del genere accade anche nel nostro Paese, colpito di recente da una catastrofe come quella di un sisma devastante: Lorenza Bonaccorsi, deputata del PD, eletta in Italia centrale ed esperta di problemi legati alla cultura, illustra l'indirizzo di ciò che la politica dovrebbe adottare per mettere definitivamente in salvaguardia beni e persone in un territorio, come il nostro, che è quasi completamente a rischio sismico.

Come sempre Splendor finisce con la musica dal vivo e in una puntata dedicata all'eroismo, a volte inutile ma commovente, del singolo, un giovane cantautore, Lucio Leoni, ci mostra cosa si può fare con l'uso disperato, divertentente e atletico della propria voce.


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