Regista considerato uno dei più cruciali autori del Nuovo Cinema Iraniano. Creatore di sogni cinematografici per gli spettatori adulti, riesce a far rivivere il passato dei grandi e mondiali Maestri della Settima Arte che lo hanno preceduto, facendo conoscere il domani a quelli che ancora verranno.
Sfruttando la sua scomoda situazione civile e politica, come un fiume sorge dall'Iran, ma scorre tra l'America e il Giappone, imponendosi in Europa come un artista consapevole, maturo, esperto.
I suoi film sono in grado di consegnare immagini che hanno la fantastica capacità di far rivivere allo spettatore ciò che ha attraversato almeno una volta nell'intercapedine del suo vissuto, anche restituendogli lo stesso dolore, ma senza mai privarlo di una speranza o di un sogno da realizzare.
Padre di una filmografia che finora non ha un solo, enorme o insormontabile difetto, sfrutta al massimo il potere immaginifico dei luoghi, nei quali ambienta le sue bizzarre storie, per viaggiare in tutte le direzioni possibili. Nasce, seguendo questo dogma, la sua "tetralogia newyorkese", all'interno della quale trasforma un luogo fisico, collocato in un qualche punto di quella macchia che è l'Universo, nel luogo psicologico e interiore di una sfida, parte integrante della trama.
Forte dell'uso della cinepresa, egli fa di questa una macchina straordinaria e sorprendente, con la quale "gioca", esaltando personaggi, battute dello script o insospettabili scorci scenografici. Non perde mai il piacere e la magia della propria ingenuità visiva, perché paradossalmente ne conosce bene il funzionamento.

In Iran
Amir Naderi nasce il 15 agosto 1946 nell'industriosa Abadan, in Iran. Fin da ragazzo si interessa al cinema e sviluppa tutto il suo sapere sulla settima arte prima come spettatore, leggendo appassionatamente recensioni cinematografiche, e poi come attrezzista in alcuni noti film nazionali della fine degli Anni Sessanta.

Corti e Film
Negli Anni Settanta, comincia ad avvicinarsi alla regia collaborando con l'Institute For Intellectual Development of Children and Young Adults, per il quale realizza numerosi cortometraggi e collocandosi fra i registi più autorevoli del Nuovo Cinema Iraniano. Nel 1971, esce la sua opera prima Khodahafez rafigh. Seguono poi: Saz Dahani, storia di un ragazzo che riceve in regalo un'armonica, diventata immediatamente l'oggetto del desiderio dei suoi amici; Tangna, ambientato nei bassifondi di Teheran e inesorabile caccia all'uomo dopo una rissa da bar con omicidio; e Tansgir, trasposizione di un celebre racconto di Sadegh Chubak su una epica vendetta in tempi prerivoluzionari.

Classici del cinema iraniano Anni Ottanta
Non ci vorrà molto perché il suo nome entri nel circuito cinematografico internazionale con pellicole che sono ritenute dei classici del cinema arabo. Titoli come The Runner (1985) e Water, Wind, Dust (1989). Il primo, che narra le vicende postbelliche di un ragazzino che vive in una barca abbandonata sulle rive del Golfo Persico, viene considerato in patria e dalla gran parte della critica come una delle opere più influenti dell'ultimo quarto di secolo di Storia del Cinema dell'Asia Minore.

L'espatrio in America
Purtroppo però, negli Anni Ottanta, un certo numero di pellicole cominciano a essere censurate dal governo e Naderi è costretto a lasciare il paese. Espatriato a New York e a Tokyo, l'autore non si ferma e continua a lavorare a nuovi progetti, come Manhattan in cifre (1993). Assunto come docente in prestigiose università americane (Columbia University, University of Nevada-Las Vegas, School of Visual Arts di New York), viene invitato in alcuni dei luoghi più sacri del cinema mondiale come ospite d'onore e oggetto di retrospettive (Venezia, Cannes, Sundance, MOMA e Film Society of Lincoln Center).

I film americani
L'America lo stimolerà artisticamente tanto da spingerlo a creare una vera e propria tetralogia newyorkese. Nel 2002, dirige Marathon - Enigma a Manhattan, che ha come protagonista una ragazza americana che decide di battere il proprio record personale nel risolvere cruciverba all'interno di una sola giornata (78 in 24 ore). Nel 2005, esce Sound Barrier, mentre nel 2008, arriva la black comedy sull'avidità Vegas - Based on a True Story, che ha come sfondo i sobborghi di Las Vegas e come protagonista una famigliola proletaria americana.

Cut - Il suo capolavoro
Molto amato anche in Giappone (ma totalmente ignorato in America, dove la maggior parte delle sue opere non sono conosciute proprio a causa di una piccola distribuzione e del ridotto budget assegnato per la loro pubblicità), firma proprio nell'arcipelago nipponico Cut (2011), storia di un giovane regista giapponese che finisce nella mani della yakuza per un debito del fratello e diventa il "sacco umano" da prendere a pugni nei bagni di una palestra. Considerato il suo capolavoro per tinte dark e per la sconvolgente poesia della violenza, viene decantato come commovente e realistico omaggio al cinema giapponese classico (Yasujir Ozu, Kenji Mizoguchi, Akira Kurosawa, Kon Ichikawa, Kaneto Shindo).

Gli ultimi film
Dopo aver scritto la sceneggiatura di 99 Homes di Ramin Bahrani, realizza il documentario sul Maestro Arthur Penn Mise en scène with Arthur Penn (a Conversation) (2014), costruito su una serie di incontri con il grande regista indipendente americano. Nel 2016, invece, arriva Monte, storia di un uomo che cerca di riportare la luce in un villaggio dove, purtroppo, si vive nell'oscurità.