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La politica degli autori: Pappi Corsicato

Un regista che danza, tra forme e azzardi visivi.
di Mauro Gervasini

In foto il regista Pappi Corsicato.
Pappi Corsicato (64 anni) 12 giugno 1960, Napoli (Italia) - Gemelli. Regista del film Il volto di un'altra.

martedì 9 aprile 2013 - Approfondimenti

Un po' come il Welles di Pasolini (in La ricotta) quando l'intervistatore gli domanda: «E Fellini?». Anche noi, nel nostro piccolo, ci chiediamo: «E Pappi Corsicato?». Due soggetti diversi per una medesima risposta: «Egli danza». Danzano insomma, tra forme e azzardi visivi; nel caso del maestro geniali e visionari, in quello del regista partenopeo (classe 1960, l'anno della Dolce vita) eccentrici e pop. Pappi Corsicato, però, danza(va) sul serio perché in gioventù faceva il ballerino, prima di essere chiamato da Pedro Almodovar sul set di Légami! come assistente. Da lì, inizia qualcosa di completamente diverso, grazie soprattutto a un cortometraggio di culto, Libera (1991), che farà poi parte di un lungometraggio uno e trino omonimo (gli altri due episodi si intitolano Aurora e Carmela) presentato con successo al Festival di Berlino. Bei tempi. Il cinema di Corsicato, grazie anche all'adesione portentosa della sua attrice feticcio Iaia Forte (nelle parti di Libera e Aurora) pare un ufo per chi arriva da un decennio tutt'altro che affollato di belle cose come gli anni '80. Temi nuovi (il porno, le malefemmine, i femminielli) trattati molto seriamente attraverso un registro brillante, grottesco, leggero nel vestito migliore.

Si comincia a parlare di new wave napoletana, grazie anche al cinema coevo di Antonietta De Lillo, Stefano Incerti, Antonio Capuano, Mario Martone. E anche se il loro film collettivo manifesto, I vesuviani (1997), nato sulla scia della vittoria alle comunali di Bassolino, resta un'occasione mancata, danno voce e sguardo a un momento di fulgore creativo irripetibile, che oggi pare lontano anni luce. Perché non sono solo i film, ma anche la musica (Avion Travel, 99 Posse, Almamegretta, dei quali Pappi dirige il video "Nun te scurdà"), il teatro (dello stesso Martone e non solo: Toni Servillo è un'eredità di allora), la letteratura e per una volta la politica a rinnovare culturalmente la città e l'orizzonte del Paese.

Lasciata ogni speranza una volta chiuso il secolo breve, Corsicato si dedica ad altro. Diventa un bravo regista di pubblicità, pensa al teatro e continua a macinare progetti. Anche Il volto di un'altra, nuovo film nelle sale dall'11 aprile, è in realtà stato pensato dall'autore una decina di anni fa, come concentrato delle proprie ossessioni visive, anche cinefili (sempre Almodovar, ma anche Hitchcock e un sacco di altri riferimenti), con al centro una coppia (Laura Chiatti e Alessandro Preziosi), divetta televisiva lei, chirurgo plastico lui, travolti da una ronde dove si mescolano il culto della personalità e quello della bellezza nel rincitrullimento televisivo pervasivo e generale. Il film conferma come per Corsicato la messa in scena sia prima di tutto una coreografia (impagabile la scena in cui i due protagonisti, senza soluzione di continuità rispetto al loro fitto argomentare, si mettono improvvisamente a ballare). Ci preme però consigliare del regista soprattutto il penultimo titolo, Il seme della discordia (2008), sfortunato al botteghino, libera rilettura del classico di Heinrich von Kleist "La marchesa di O" che grazie anche a una perfetta Caterina Murino diventa un coinvolgente e liberatorio inno alla femminiltà.

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