Advertisement
Maya Sansa: "Non umiliate il corpo delle donne"

L'attrice italo-iraniana è a Bari per il Festival "Frontiere".
di Paolo Calcagno

In foto l'attrice italo-iraniana Maya Sansa.
Maya Sansa (49 anni) 25 settembre 1975, Roma (Italia) - Bilancia.

lunedì 3 ottobre 2011 - Incontri

La sua lettura di "Storia lacerata nel corpo di una donna", di Adonis, poeta siriano in odore di Nobel, è stato uno dei momenti magici delle serate del Festival "Frontiere", al "Petruzzelli" di Bari. L'emozione vibrava forte nel cuore di Maya Sansa, 35 anni, italo-iraniana per parte di padre, fino a bloccarla, sia pure per un solo momento. La platea l'ha sostenuta con un generoso applauso di incoraggiamento, ma la situazione restava difficile anche per un'attrice navigata e di raro talento come l'interprete de La meglio gioventù e Buongiorno notte. A soccorrerla, però, è stata la qualità della persona, la sua spontanea tendenza a porsi in sintonia con gli altri.
"Approfitto di questa pausa – ha spiegato con il suo contagioso sorriso Maya Sansa – per dirvi che ho accettato di salire su questo palco in omaggio al rituale iraniano della lettura serale di una poesia. In Iran, anche quando si è stanchi e si avrebbe voglia di andare a dormire, prima di ritirarsi, la persona che meglio la conosce legge una poesia. È un rituale importante che a casa mia è stato sempre praticato: ogni sera, mio padre ci leggeva i versi dei grandi e popolari poeti d'amore della cultura persiana, Hafez, Rumi. Avrei potuto attingere alla mia cultura iraniana, ma ho preferito proporvi i versi di Adonis perché parlano di una tematica che mi sta molto a cuore, quella della donna sottomessa, che in certi Paesi viene segnata sul suo corpo, ad esempio con l'infibulazione, dal fanatismo religioso più estremo: una violenza ceca che va contro ciò che insegna la natura".

Senza toccare gli eccessi e la violenza di quei casi, non crede che anche in Occidente il corpo della donna sia esposto a umiliazioni che feriscono l'immagine femminile?
Il gioco della seduzione comporta l'esibizione del proprio corpo: si può giocare con il corpo e si può scegliere di non farlo. Personalmente, è contro la mia natura, non potrei esibire il mio corpo per accondiscendere il sistema. Mi sono spogliata solamente per coerenza con le esigenze di un film: in La balia, di Bellocchio, in qualche scena ero a seno nudo. Ma non andrei mai a un provino o a una festa mezza svestita per conquistare qualche sguardo in più. In questo mi ha aiutato il periodo che ho vissuto a Londra, quando studiavo all'Accademia di arte drammatica: lì, è diffuso un modo ironico di vestirsi, e per strada nessuno fa caso agli altri. Per conto mio, dopo anni di palcoscenici teatrali e di set cinematografici, l'unica seduzione che mi concedo è la frivolezza di qualche tacco a spillo. Da molto tempo, vivo in Francia, ma anche lì l'immagine della "femme fatale" non mi si addice. Ammetto, però, che l'etichetta nobilissima di attrice seria un po' mi pesa, perché mi impedisce di partecipare a tutto il gioco dello show-business.

Se non altro in Francia non la collegano all'idea di "seduzione all'italiana".
E ci mancherebbe d'essere associata alla pessima immagine femminile che emerge dalle cronache italiane di Palazzo. In Francia, siamo al centro di un vortice: la rappresentazione della donna come sola seduzione è motivo di profonda indignazione. Lì, non viene chiesto a nessuna di svestirsi e comportarsi in un certo modo per andare in tv. Noi, invece, siamo sprofondati nella peggiore volgarità.

In Francia, ha girato diversi film, ma sui nostri schermi non sono mai arrivati.
In generale, in Italia non prendono film francesi, a meno che non siano con Gerard Depardieu. Ad esempio, Marion Cotillard l'abbiamo conosciuta perché ha vinto l'Oscar, ma in Francia era già famosa da anni.

Speriamo che, almeno, arrivi da noi Voyez comme ils dancent, il suo film transalpino più recente, che in Francia le è valso il titolo di "Migliore attrice dell'estate".
È una storia sulle sorprese che riservano ai vivi le persone scomparse. Una documentarista francese attraversa il Canada in treno. Durante il viaggio incontra me, un'indiana d'America, per cui era stata lasciata dal suo ex marito, uno show-man internazionale. Il film è di Claude Miller e, oltre a me, ha nel cast Marina Hands e James Thierrée. È un film che amo moltissimo per due motivi: come attrice, assieme a Buongiorno notte, è stata l'esperienza più forte e profonda della mia carriera e, poi, mi ha regalato un'enorme emozione girare per due mesi in Canada, tra paesaggi meravigliosi".

Le era già successo di ricevere grandi elogi all'estero: tempo fa il critico del New York Times le dedicò una pagina definendola "la migliore attrice italiana".
È vero, ma si è trattato di una fortunata coincidenza. Erano appena usciti il film di Bellocchio e La meglio gioventù, e il New York Times ci dedicò una critica meravigliosa. In seguito, quel critico americano molto importante scrisse un intero articolo su di me manifestando apprezzamento per il mio lavoro. Ripeto, ho avuto fortuna.

Niente falsa modestia, please. Ci dica dei due film italiani che ha in uscita.
In Breve storia di lunghi tradimenti, di Davide Marengo, sono una giornalista della rivista "Internazionale", che peraltro leggo regolarmente. Con mio marito siamo due militanti di "Greenpeace", lui è un avvocato che si ritrova in un intrigo internazionale. È un film d'amore e di azione che ha sullo sfondo la finanza internazionale. Guido Caprino e Carolina Crescentini sono miei co-protagonisti. Poi, c'è Il primo uomo, di Gianni Amelio, premiato al Festival di Toronto, ma che non ho ancora visto. Com'è noto, il film è sul ritorno in Algeria di Camus che vuole ritrovare sua madre. Io sono la madre di Camus da bambino. Amelio ha voluto girarlo perché sentiva qualcosa di forte in comune con la storia del film. Purtroppo, in Italia, la vita è difficile per i film d'autore. È vero che, spesso, incassano poco, ma hanno una loro valenza culturale. I produttori, anche quando decidono di realizzarli, spingono sempre per renderli più facili e gradevoli al grande pubblico: è una battaglia assurda, ma costante. E, così, il Cinema italiano diventa sempre di più commerciale.

Progetti a breve?
Ne ho uno già definito, ma ho promesso di non parlarne perché sarà annunciato in occasione della Festa del Cinema, a Roma. Non a brevissimo, invece, sto lavorando con il mio amico Randy Martino, videoartista di talento, a un progetto su Tina Modotti. È un personaggio che mi piace molto, come artista e come donna. È sempre vissuta in coerenza con i suoi principi e ha sofferto per difenderli. Era generosa e coraggiosa, assorbiva di continuo conoscenza: ad esempio, non aveva studiato ma scriveva benissimo. Vorrei anche tornare al mio grande amore tradito, il teatro. Mi ero iscritta all'Accademia perché volevo diventare attrice di teatro, poi è arrivato Bellocchio e mi sono completamente innamorata del cinema. Con Alessandro Fabrizi, vogliamo portare a Stromboli un testo di Ted Hughes, tratto dalle "Metamorfosi" di Ovidio. Sarà un'esperienza a cielo aperto. A teatro soffro moltissimo la mancanza della luce naturale: mi fa sentire in prigione.

Con quale regista iraniano le piacerebbe lavorare?
Anni fa, lavorare con Kiarostami era la mia ossessione. Siamo anche stati assieme a un festival, ma non ho trovato il coraggio di parlargliene. Oggi, mi piace moltissimo Asghar Farhadi, autore del film Una separazione: è un regista eccezionale. Avrei anche doppiato volentieri Persepolis, tratto dal fumetto dell'iraniana Marjane Satrapi, ma non mi hanno nemmeno convocata per un provino. Hanno preso Paola Cortellesi, bravissima, forse perché volevano un'attrice comica.

Si sente di più italiana o iraniana?
Per studi, cultura, abitudini, sono italiana e, nel caso, tifo per la Roma. La mia sensibilità, forse, è quella di una donna iraniana.

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati