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Un'opera garbata che racconta la nostra società

Gianfelice Imparato e Peppe Servillo presentano Into Paradiso.
di Fiorella Taddeo

Gayan (Gianfelice Imparato), ex campione di cricket srilankese, interrogato dalla Polizia.
Gianfelice Imparato (68 anni) 9 agosto 1956, Castellammare di Stabia (Italia) - Leone. Interpreta Alfonso D'Onofrio nel film di Paola Randi Into Paradiso.

venerdì 21 gennaio 2011 - Incontri

Nella finzione, uno è un timido ricercatore precario disoccupato, l’altro un imprenditore politicante senza molti scrupoli. Nella realtà, il primo alterna il teatro al cinema, il secondo la musica al teatro e ormai anche al cinema. Gianfelice Imparato e Peppe Servillo sono i protagonisti di Into Paradiso, commedia dai toni dolceamari sul delicato tema dell’immigrazione, girata a Napoli dalla regista milanese Paola Randi, al suo debutto sul grande schermo.

La storia di Alfonso e Gayan
Ed è un debutto al cinema anche per il duo artistico composto da Imparato e Servillo che, per la prima volta, si fronteggiano in un film. Con risultati senza dubbio interessanti. Imparato è Alfonso D’Onofrio, un anti eroe, suo malgrado, nella surreale ma realistica situazione raccontata dalla Randi nel film. “Alfonso è un ricercatore precario che perde definitivamente il posto di lavoro” racconta l’attore di Gomorra “Disperato chiederà una raccomandazione ad un vecchio amico d’infanzia, interpretato da Peppe, diventato un noto politico locale. Costui gli commissionerà, in cambio, un favore a dir poco impegnativo. E dopo una serie di eventi finiranno entrambi sul tetto di un malmesso palazzo del Cavone, quartiere napoletano dove da anni risiede la numerosa comunità singalese”.

Fotografia di una Napoli dalle mille contraddizioni
La Randi fotografa, così, una Napoli multietnica e accogliente, ma allo stesso tempo succube di malaffare e malavita. “È stata un’esperienza molto bella” spiega Servillo che alla carriera di cantante come voce degli Avion travel, sembra voler sempre più unire quella di attore. “Non voglio prendere il posto di mio fratello Toni” scherza “Anzi dalla sua esperienza c’è tutto da guadagnare. E a breve ritornerò a lavorare proprio con lui a teatro”. E su Into Paradiso dice ancora che “è stato interessante girare una storia come questa usando i toni della commedia, che continua ad essere il genere tipico della nostra tradizione. Ci sono intrecci curiosi e personaggi forti che non lasceranno indifferenti lo spettatore”. Ne è convinto lo stesso Imparato che sottolinea come il film sia un’opera “molto garbata che con profondità racconta storie dell’anima e della nostra società”.

Un cast eterogeneo ma affiatato
La forza della pellicola? Secondo l’attore sta nella capacità di parlare di Napoli “senza oleografia e senza immagini da cartolina” ed in questo fondamentale è stato l’occhio “esterno” della milanese Randi. Infine i giorni della lavorazione. “C’è stato molto affiatamento con Peppe - afferma Gianfelice Imparato - e lo stesso set è stata un’esperienza di integrazione, con una regista milanese, attori campani e singalesi. E tutto è andato nel migliore dei modi”.

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