Contropregiudizio
Caro signor Calà, le rispondo con piacere.
Una puntualizzazione iniziale: non ho recensito il suo film non visto, l'ho scritto nella premessa e l'ho anche ribadito. Che professionista sarei se lo avessi fatto, sarei proprio un ingenuo, anzi, uno sprovveduto. Ho semplicemente espresso delle idee desunte dal pezzo sul quotidiano che spiegava il soggetto, e dal suo virgolettato. C'era materiale più che sufficiente per formarsi un'opinione.
Detto questo voglio dirle qualcosa in retrospettiva, diciamo così. Ma prima dichiaro: non è vero che lei non mi sia simpatico. Io ho molto amato i Gatti. Avete trovato una chiave comica "nordica" (nord-est) che ha fatto testo, nelle stagioni della comicità che girava pagina, quella dei Pozzetto, Abatantuono eccetera. In Sapore di mare lei ha creato un carattere nuovo ed esclusivo, simpatico e positivo (allora questo aggettivo aveva ancora un senso), che manteneva segnali anche in titoli successivi. Finché la chiave surreale-demenziale è riuscita a resistere. Per dirle che se ho un pregiudizio su di lei è un... contropregiudizio. Le dirò di più, mia figlia Rossella, che firma con me il Farinotti, la ama molto. Rimango nel privato e ritorno ai Gatti. Anni fa, in occasione del mio premio Bancarella, il "gatto" Umberto Smaila organizzò una festa nel suo locale di Poltu Quato. Nella confusione inverosimile mi prese per un braccio e mi disse "vieni che ti presento Jerry". E mi presentò Jerry.
Tornando alla sua lettera in risposta ho rilevato un tono e uno stile davvero diversi dai contenuti del quotidiano. A di là del risentimento nei miei confronti, lei sembra un'altra persona, c'è consapevolezza e attenzione, mi riferisco al problema dei giovani naturalmente, e a quei genitori sfortunati, come li definisce lei.
Questa diversità di stile e di contenuti mi fa pensare che tutti, in questa brutta stagione del cinema, dei media, della cultura e di tutto quanto, in questa epoca dove il mercato ti afferra per la gola, spesso siamo costretti a fare cose che, se potessimo, non faremmo. Mi piace pensarla così. Stralcio una frase dalla Garzantina che certo è affidabile, a proposito dei suoi ultimi film come regista: "...titoli che non affrancano Calà da un cliché invecchiato." Dunque non è solo mia discrezionalità. C'è stato un tempo in cui lei ha fatto cose buone, l'auspicio è che quel tempo ritorni. Come artista è ancora giovane.

P.S. Come nella prima lettera mi trovo a rivedere una posizione. Lo vedrò il suo film. Anzi se lo gradirà sarò felice di vederlo con lei, magari all'anteprima. E lo farò recensire... da Rossella.

Un saluto Pino Farinotti