Come una bomba che rimbomba spregiudicatezza
Un campo magnetico che porta distruzione. Una vhs che non funziona più. Il tocco cinicamente demenziale al quale non si può resistere. Così lo vede Michel Gondry in Be Kind Rewind. Così lo vedono tutti i suoi fan. Energico sconquassatore di filmici istanti. Imprevisto germe che fa ridere in una Hollywood dove tutti, proprio tutti, provano a fare i simpatici e quasi mai ci riescono.
Jack Black compie 40 anni. L’erede di John Belushi, non così mito solo perchè la sua vita è meno estrema. Meno interessante, forse, ma comunque degna. Jack Black esordisce al cinema grazie a Tim Robbins che gli affida una piccola parte in Bob Roberts. A seguire tante piccole parti in cui comincia a farsi vedere (Il rompiscatole, Mars Attacks!, The Jackal). Poi l’occasione della vita, colta al meglio, con Alta fedeltà di Stephen Frears nel 2000. Arriva in questo modo, l’anno seguente, alla prima parte cinematografica da protagonista in Amore a prima svista dei fratelli Farrelly. Altra occasione sfruttata al massimo. Da ora in poi il ruolo da protagonista gli è sempre assicurato, è entrato con prepotenza goliardica nel mondo di quelli che contano. La sua carriera è un'escalation che lo porta in pochi anni a lavorare con Jake Kasdan, Barry Levinson, Peter Jackson, Michel Gondry, Edgar Wright. Ed è molto vicino a lavorare anche con Gus Van Sant per il suo prossimo The Electric Kool-Aid Acid Test.
Energia sconfusionaria, estro grottesco, volto che sembra fatto a posta per essere generatore di risate. Jack black è l’emblema del cinema demenziale contemporaneo. Nessun’altro nell’ambiente riesce ad essere così selvaggiamente irriverente. Nessuno. E chi, poi, può competere con lui in espressività? Jack Black è esagerato, folle con razionalità, incontrollato con ritegno. Si, non è totalmente fuso come John Belushi, ma ha molti punti in comune. E soprattutto ha l’innata capacità di inventarsi in pochi istanti il colpo che ti atterra. Pochi attimi per spiazzarti e convincerti del suo talento.
Non dimentichiamo la pancia. Jack Black è grasso. Jack Black è unto. Jack Black, fondamentalmente, è un uomo brutto. Barbuto, grezzo, e basso. Le ha tutte, davvero tutte, per poter essere un idolo. Poco da fare, lui è tutto quello che spesso a Hollywood manca. È quella spontaneità irriverente. È quella miscela esplosiva che rompe la noiosa celebrazione divistica. È, soprattutto, quella capacità di prendersi in giro. Sempre, per sempre, comunque.