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I Simpson, la serie con la più lunga militanza in tv, da oggetto di culto a fenomeno di massa.
di Stefano Cocci

Diciannove anni di storia e non sentirli

mercoledì 13 febbraio 2008 - Rubriche

Diciannove anni di storia e non sentirli
Brutti, sboccati, impertinenti, loro malgrado anticonformisti, sempre dalla parte sbagliata della barricata sociale, quella dei perdenti e di coloro che alimenteranno per sempre le schiere della media borghesia ma con uno sguardo verso il basso mai verso l'alto della scala sociale. Malgrado tutto ciò, I Simpson possono essere considerati la serie più amata della tv. Se con questo giudizio ciascuno può essere giustamente in accordo o in disaccordo, resta il fatto che, da qualche anno, sono diventati il telefilm più longevo della storia della televisione statunitense: diciannove anni di messa in onda, senza contare gli esordi, e la parola fine sembra ancora lontana sull'orizzonte di Springfield.
Nel dicembre del 1989 Homer, Marge, Bart, Lisa e Maggie e tutta l'allegra brigata di concittadini hanno portato una ventata di aria nuova nelle stanze chiuse dei network catodici, elevando la cultura popolare a dignità letteraria, divertendo gli adulti con un prodotto che, fino ad allora, si pensava fosse a esclusivo uso e consumo dei più piccini, puntando l'indice contro i luoghi comuni, le ipocrisie e i nervi scoperti di una nazione che stava vincendo la Guerra Fredda ma sembrava perdere la battaglia per la propria anima. Quasi venti anni dopo, si può affermare che I Simpson, in un certo senso, hanno vinto.

Gli esordi
Il format de I Simpson non è sempre stato questo che ammiriamo oggi. L'autentico inizio della famiglia fu all'interno dei Tracey Ullman Show, il 19 aprile 1987. All'epoca andarono in onda dei cortometraggi, trasmessi durante le pause pubblicitarie. Il successo fu enorme, in parte dovuto alla novità – come il colore giallo della pelle dei personaggi, una scelta che, nelle intenzioni dei creatori, doveva indurre lo spettatore a domandarsi se il televisore fosse rotto o la ricezione disturbata; i disegni sono grezzi e "sporchi" perché Groening aveva sottoposto degli schizzi di base agli animatori, supponendo che li avrebbero "puliti"; invece semplicemente ricalcarono i suoi disegni. Con Groening, fin dall'inizio c'è il regista James L. Brooks, produttore esecutivo della serie che ottenne dalla Fox la clausola contrattuale che assicurava che non avrebbe interferito col processo creativo. Nacque così la prima serie di uno show basato su personaggi grotteschi, l'antifamiglia americana per eccellenza, che sfotteva la classe media per i suoi gusti da supermarket e la cattiva influenza della tv, il tutto trasmesso nell'orario di massimo ascolto.

I personaggi
Difficile fare una graduatoria di gradimento o almeno di impatto che ciascuno dei personaggi Simpson ha avuto sulla cultura popolare del XX e del XXI secolo. Per molti, il vero simbolo della serie è Bart Simpson, il monello armato di fionda, con il suo repertorio di frasi come "non farti infartare", "ciucciati il calzino" e "non sono stato io". Durante la sigla di apertura di ciascun episodio, Bart è in punizione a scuola mentre deve scrivere sulla lavagna una frase che non induca a ripetere le sue malefatte, cosa che regolarmente non avviene mai.
Malgrado l'importanza innegabile di Bart, negli ultimi anni è Homer, il capofamiglia, ad aver assunto un peso preponderante. Homer Jay Simpson è grasso, pigro, inetto, ignorante, sboccato, ubriacone; lavora come ispettore di sicurezza nel settore 7G della Centrale Nucleare di Springfield e ovviamente non ha nessuna competenza specifica per ricoprire quell'incarico da cui dipende la sopravvivenza di tutta la città. Malgrado tutti questi difetti, Homer è l'anima de I Simpson, il suo motore umoristico e in certo senso la sua anima gentile sotto la scorza indurita dalla sconfitte della vita. Marge è l'affettuosa moglie e madre: ha sempre una parola gentile per tutti e le sue inadeguatezze come genitore spesso compensavo quelle di Homer. Lisa è l'anima razionale e il genio della famiglia, spesso Homer si rivolge a lei per risolvere i problemi più complessi. Maggie è la piccola della famiglia, tranne particolari eccezioni non ha ancora imparato a parlare e sembra difficile che un giorno sentiremo mai la sua voce.

Il creatore
Matthew "Matt" Abram Groening è nato a Portland il 15 febbraio 1954. La sua prima attività fu autore di fumetti. Il suo esordio fu la striscia "Life in Hell", prima di dedicarsi alla tv ed alla produzione del successo planetario che è diventato I Simpson, di cui oggi è ancora consulente creativo. Inoltre, ha creato Futurama, che sta a I Simpson come I pronipoti stanno a I Flintstones.
Il suo primo contatto con l'emittente televisiva Fox fu per adattare "Life in Hell", in seguito a un ripensamento nacquero I Simpson. Ai membri della famiglia diede i nomi dei suoi familiari: i genitori, Homer e Marge, e le sorelle minori, Lisa e Maggie. Groening ha anche un fratello e una sorella maggiori, Mark e Patty, che però non vennero introdotti nella famiglia Simpson. Per il quinto elemento della famiglia, il nome Matt suonava un po' troppo ovvio; per questo motivo fu scelto Bart, un anagramma di "brat", monello in inglese e con un suono simile ad un rutto o all'abbaiare di un cane, come lo stesso Groening ha spiegato in uno speciale della serie. Il nome del padre di Homer, Abraham, fu scelto dai suoi collaboratori e, casualmente, era il nome del nonno di Matt. Groening ha chiamato anche i suoi figli Homer e Abe (diminutivo di Abraham). Il cognome originale del commissario Winchester, Wiggum, è il cognome di sua madre da nubile.

Guest stars e celebrità
Decine sono le celebrità che hanno contribuito al doppiaggio originale almeno in un episodio. Anche protagonisti del mondo dello spettacolo italiano come Paolo Bonolis, o della politica come Vittorio Sgarbi e Ignazio La Russa hanno partecipato in veste di doppiatori ad alcuni episodi trasmessi in Italia de I Simpson. Star come Kelsey Grammer, poi, possono essere considerati facenti parte integrante del cast: l'ormai ex Frasier interpreta Telespalla Bob.
Lo show attualmente detiene il Guinness World Record per "Più celebrità partecipanti a una serie animata". Alcuni hanno presentato al pubblico la propria trasposizione animata oltre che la voce. Classici esempi sono gli U2, Mel Gibson, Ron Howard, Rupert Murdoch, Stephen Hawking o Elton John. Per altri è stato appositamente creato un personaggio: Jon Lovitz, Danny DeVito, Michelle Pfeiffer e Winona Ryder. Per altri è stata presa in prestito la fisionomia ma non la voce: George Bush, Jimmy Carter, Woody Allen, Bill Clinton, Fidel Castro.

Curiosità
Tutti i personaggi rispondono a una regola basilare del mondo dell'animazione, a fumetti o televisiva: devono essere riconoscibili anche se ne tratteggia la semplice forma. La testa pelata di Homer, i capelli a punta di Bart quasi a simulare un elettrocardiogramma o quelli a stella di Lisa o a tubo di Marge, e il ciuccio di Maggie sono i tratti salienti di ciascuno dei componenti della famiglia Simpson. Inoltre, osservando la testa di Homer, si può notare come i capelli che si trovano sopra l'orecchio e l'orecchio stesso formano un M e una G, le iniziali di Matt Groening.
Abbiamo scritto della frase che Bart scrive sulla lavagna durante la sigla iniziale di ogni episodio. Alla fine della stessa, tutti i componenti arrivano a casa e si catapultano sul divano davanti alla televisione ma il finale cambia sempre ed è ripetuto al massimo per tre puntate.
L'esclamazione di Homer,"D'oh!", è diventata tanto popolare da essere stata inserita nell'Oxford English Dictionary, ma senza l'apostrofo. Sembra che si sia stata ispirata da un copione del 1945 appartenente alla BBC Radio, modificato e riletto dal doppiatore di Homer, Dan Castellaneta.

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