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Cristina Moglia, questa è la mia vita

In attesa del ritorno di Questa è la mia terra abbiamo intervistato la maggiore delle sorelle Corradi.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

Gli esordi

venerdì 3 agosto 2007 - Incontri

Gli esordi
Prima di approdare in televisione Cristina Moglia ha fatto una lunga gavetta a teatro e al cinema. Abbandona presto l'Italia per studiare recitazione all'estero e al suo rientro in patria si dà al teatro sperimentale che le permette di calcare i primi palchi come attrice. Dopo una prima esperienza in tv, diretta da un giovanissimo Muccino, le si presenta l'occasione di partecipare a Radiofreccia, l'esordio alla regia di Ligabue che lei stessa ricorda come un'esperienza "molto importante, non solo perché ha lanciato parecchi attori giovani, ma perché Luciano l'ha fatto con il cuore". In seguito interpreta la fidanzata di Alessandro Gassman nella commedia di Alessandro Benvenuti, I miei più cari amici, "un film corale surreale, molto divertente". Recita nell'indipendente e poco fortunato Hermano, road movie con Rade Serbedzija, Emir Kusturica, Ignazio Oliva e Paolo Villaggio, e ottiene il ruolo principale nel giallo di Vanna Paoli The Accidental Detective al fianco di David Kriegel e Sarah Miles.
Da Distretto di Polizia a La stagione dei delitti
Cristina Moglia: Ho sempre fatto un po' di tv tra un film e l'altro. La vera svolta è arrivata con Distretto di Polizia. Puoi fare tutti i film che vuoi, ma alla fine il pubblico si ricorda del personaggio della serie, ed è capitato che mi chiamassero Valeria per strada. Così, dopo aver preso parte alla seconda e terza stagione, mi sono guardata intorno perché non volevo rimanere incastrata in un personaggio tutta la vita. In quel momento non avevo altre proposte, ma mi sono buttata e il caso ha voluto che Claudio Bonivento, un produttore molto importante che mi aveva visto in Distretto, stesse lavorando sul progetto La stagione dei delitti, un altro poliziesco. Voleva me, benché la Rai avesse provato a mostrargli altri attori, così quando ho vinto il provino ho accettato nonostante si trattasse di altro poliziesco, perché stavolta avevo la possibilità di affrontare un ruolo da protagonista. Nel frattempo è arrivata la proposta di partecipare al film per la tv Ferrari, di Carlo Carlei.

Ferrari
Cristina Moglia: Tanti anni fa Francis Ford Coppola aveva chiesto a Enzo Ferrari di poter fare un film su di lui, aveva persino iniziato a lavorarci, ma Enzo gli rispose che se qualcuno voleva raccontare una storia su di lui, doveva essere un italiano. Il progetto di Carlo Carlei è stato l'unico a essere stato accettato dalla famiglia Ferrari, e prenderne parte è stato davvero emozionante. Nel film interpreto Laura Garello, la prima moglie di Enzo, la mamma di Dino, che poi lui lasciò per Lina, che ormai è considerata la moglie. Però la Garello fu segregata in casa per non perdere la memoria di Dino, e divenne completamente pazza. È stato un ruolo difficile da interpretare soprattutto perché le sue tracce si sono perse negli anni, non c'è nessuno scritto che documenti la sua vita privata, mi sono aggrappata a quei pochi racconti che sono riuscita a mettere insieme parlando con la famiglia Ferrari.

Questa è la mia terra
Cristina Moglia: Cercavano un'attrice per il ruolo di Bianca, la maggiore delle sorelle Corradi (Kasia Smutniak e Myriam Catania, Ndr). La cosa strana è che era la prima volta che mi veniva offerto di interpretare un personaggio molto dolce, una donna d'altri tempi. Fino a quel momento mi avevano sempre contattata per ruoli da dura, fredda, anche aggressiva, e così ho avuto la possibilità di propormi sotto una luce differente. Bianca ha preso in mano la situazione familiare dopo la morte della madre. È lei che sostiene la famiglia, deve sopportare tante sofferenze, viene addirittura maltrattata dal marito (Massimo Ciavarro, Ndr). Ho studiato molto per calarmi in questo ruolo. Insieme alla mia coach ho studiato la figura della donna in quell'epoca, e ho lavorato tantissimo sulle emozioni cercando di non esprimerle nonostante la sofferenza interna. C'è un'implosione in Bianca, e questo è evidente anche da come si muove, come cammina, dalla sua postura.
Questa è la mia terra, seconda parte

Cristina Moglia: Tra la prima e la seconda stagione (che andrà in onda su Canale 5 entro la fine dell'anno, Ndr) passano circa quindici anni, e il pubblico potrà vedere il grande cambiamento che Bianca subisce. Diventa mamma, si innamora e troverà la forza di esprimere la sua femminilità. Se nella prima c'era un'implosione nella seconda stagione c'è l'esplosione, la sua rinascita. C'è una freschezza differente anche nella produzione. Ci troviamo negli anni '50, il periodo della rinascita, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. Ci sono molti più giovani in questa serie, tra i tredici e i vent'anni. Noi siamo state un po' invecchiate, ma non di tanto. Credo però che questo nuovo taglio che hanno voluto dare si noterà da subito perché è evidente nei colori - se prima c'era il fango e la melma ora ci sono i colori pastello - negli abiti ma anche negli animi dei personaggi. Le sei puntate che abbiamo appena finito di girare racconteranno altri dieci anni di vita della famiglia Corradi, ma non posso anticipare altro, posso solo dire che ci sarà un lieto fine.
Ruoli futuri

Cristina Moglia: Mi sono così divertita a lavorare al cortometraggio Sangre de perro di Leonardo D'Agostini - nel quale interpreto una cattivissima spacciatrice di cocaina che ha un cartello e tratta coi colombiani - che mi piacerebbe esplorare nuovamente un ruolo simile, magari una spia, una femme fatale. Vorrei riuscire a tirare fuori quella femminilità che so di avere. Per questo mi piacerebbe lavorare con Tornatore, perché so che è pignolo da morire, che ti massacra. Allo stesso tempo però è anche un regista degli attori, richiede il massimo da loro e io ho bisogno di lavorare con una persona del genere, una persona che mi sappia guidare e mi stimoli a toccare le corde più profonde, il mio limite massimo.

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