La dura vita di David Ayer a Los Angeles
Crescere per le strade infernali dei sobborghi di Los Angeles deve aver lasciato il segno su David Ayer che della dura esperienza di vita ha fatto il suo marchio di fabbrica. Nato nel 1968 a Champaign, Illinois, si trasferisce in giovane età nella città degli angeli, da un cugino, dopo essere stato cacciato di casa dai genitori. Scopre l'amore per la scrittura e grazie allo sceneggiatore Wesley Strick capisce di avere talento. "Quando ho finito il servizio militare (nella Marina, NdR) ho iniziato a scrivere dei racconti basandomi su quell'esperienza" ricorda il regista. "Lavoravo a casa di Strick come elettricista e lui mi disse che avevo talento. Mi voleva insegnare a scrivere e mi incoraggiava a continuare". E David ci prova. Il primo film che lo vede come co-sceneggiatore è U-571. Seguono Fast and Furious e Training Day (l'esordio da "solista"), tutte storie ambientate nella zona South Central di L.A., tutte storie con un fondo di verità. Quella di David Ayer, che nel frattempo continuava a lavorate su I giorni dell'odio, consapevole che nessuno avrebbe potuto dirigerlo se non lui stesso.

La scrittura dei giorni dell'odio
Nel film di David Ayer Christian Bale interpreta Jim Davis, un ex soldato delle truppe d'assalto che vive nell'incubo di ciò che ha dovuto affrontare durante la Guerra del Golfo, ma ha perso qualsiasi contatto con la realtà. Sa di essere una vittima della violenza e riversa sulla strada l'odio che era costretto a provare in guerra e che ormai fa parte di lui. "Si può dire che sia una fusione dell'esperienza militare combinata all'esperienza della strada" spiega Ayer. "Perché la polizia è un'organizzazione paramilitare e la strada è un'arena che conosco e capisco. Aveva senso metterle insieme. Io scrivo di quello che conosco e soprattutto faccio film che vorrei vedere al cinema. Mi affascina anche il fatto che ci siano delle persone che sono legalmente autorizzate a mettere in pratica la violenza. I poliziotti hanno la licenza di uccidere, ovviamente secondo dei parametri molto rigidi e restrittivi". Jim Davis vuole avere un riconoscimento per essere stato un soldato modello, ma il suo profilo psicologico non è in linea con quello richiesto dal corpo di polizia, nel quale vorrebbe entrare, e così passa le giornate per le strade di Los Angeles insieme all'amico fraterno Mike Alvarez (Freddy Rodriguez) in attesa di trovare lavoro.

Christian Bale, il cattivo tenente
La follia del personaggio ritratto nei Giorni dell'odio sembra nutrirsi dell'alienazione mentale di cui soffriva Christian Bale in American Psycho, nonostante manchi di quella ricerca estetica che contraddistingueva il suo Patrick Bateman. Nel film di David Ayer è una follia più carnale, più sottile, più umana. Quando Christian lesse la sceneggiatura nel 2002 volle immediatamente farne parte e diede il suo personale contributo a costruire il personaggio di Jim Davis. "Durante le prove" racconta Ayer "il personaggio si è evoluto. Christian aveva capito perfettamente la sua natura e si è basato sulla sceneggiatura per continuare a farlo crescere negli anni, preparandosi e imparando tutto quello che c'era da imparare. Credo si possa vedere nel film come lui lo incarni alla perfezione, il modo in cui parla, cammina, si muove... sembra venire direttamente dal ghetto". "Volevo fare qualcosa che non fosse un film gigantesco" spiega Bale, "e l'occasione si è presentata con Dave. Non ricordo quando ci siamo conosciuti la prima volta, ma ricordo che nel 2001 ci incontrammo per caso in un bar e iniziammo a parlare e passammo tutta la serata insieme. Io volevo assolutamente fare questo film e sono felice di esserci riuscito".