Il racconto di un rapporto madre-figli che non apporta nulla al tema. Un passo indietro rispetto al film precedente della regista. Drammatico, Francia2022. Durata 116 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il ritratto di una famiglia che si trasferì dall'Africa a Parigi alla fine degli anni '80. Espandi ▽
Assistiamo alla descrizione di un rapporto madre-figli che non apporta nessun elemento nuovo alla tematica già trattata sul grande schermo. Di rapporti difficili tra madre e figli, magari con l’elemento aggiuntivo dell’immigrazione, il cinema ce ne ha già mostrati raggiungendo anche livelli di intensità sia sul piano della narrazione che su quello estetico. Purtroppo in questa occasione quei livelli restano distanti in una storia che è un po’ didascalicamente tripartita sui protagonisti focalizzando l’attenzione sui due figli, di cui uno più grande di qualche anno rispetto all’altro, che non riescono a comprendere la ricerca di libertà della madre in particolare sul piano delle relazioni con uomini non importa se di origine africana o francesi. Il passare degli anni, che avrebbe potuto coinvolgere anche il mondo circostante con le sue variazioni sul piano sociale e politico è finalizzato solo a far crescere i due fratelli consolidandone il legame ma nulla di più. Bisognerà attendere, fiduciosi, Léonor Séraille al terzo film. Recensione ❯
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Una commedia guidata dalla presenza lunare di Debbouze e fondata sul classismo della società francese. Commedia, Francia2022. Durata 112 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +10
Un'esilarante, toccante e genuina commedia familiare in cui un ragazzino imparerà a sue spese che ci sono cose che il denaro non può comprare. Espandi ▽
Sami, venditore ambulante della periferia di Parigi, diventa il “regalo di compleanno” del figlio di un imprenditore milionario, che lo fa portare nel suo palazzo per usarlo come giocattolo. Lusingato dal denaro offertogli, Sami accetta, ma non s che tutti i suoi amici sono in sciopero proprio contro l’imprenditore e che un video che riprendeva la sua umiliazione comincia a girare in rete. In The New Toy c’è uno spirito da commedia classica, o forse sarebbe meglio dire da “cinéma de papa”, riprendendo la definizione con cui negli anni ’50 i critici dei «Cahiers du cinéma» e futuri registi della Nouvelle Vague definivano i film dell’industria cinematografica francese dell’epoca. Film, ça va sans dire, ben confezionati, ben intenzionati, vecchi nelle idee e molto spesso anche nello stile. Nulla che non si possa adattare, nonostante i 70 e passa anni di distanza, alla commedia del regista e sceneggiatore James Huth, che è il remake di un celebre film degli anni 70, Professione… giocattolo (1976), diretto da Francis Veber e interpretato da Pierre Richard. Recensione ❯
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Virginie Efira porta intensamente in primo piano una figura del reale che il cinema ha lasciato spesso in seconda linea. Drammatico, Francia2022. Durata 104 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un affresco tutto al femminile sul delicato tema della maternità, del suo desiderio e delle sue molteplici e inaspettate forme. Espandi ▽
Rachel è una donna solare, che ama il suo lavoro di insegnante, i suoi amici, la famiglia, ha un buon rapporto con il suo ex e un nuovo amore, Alì, che la riempie di felicità. Quando il tempo è maturo perché cominci a conoscere e frequentare la bambina di Alì, Leila, Rachel si affeziona profondamente a lei, nonostante all'inizio farsi accettare non sia sempre facile. Desidererebbe anche avere un figlio con Alì, ma ha più di quarant'anni e le probabilità che rimanga incinta sono basse. Più i mesi passano, e la nuova configurazione familiare si fa quotidiana, più Rachel e Leila si legano l'una all'altra. Ma improvvisamente Alì non è più sicuro di quel che vuole.
Rebecca Zlotowski ha individuato un buco temporale, una discrasia, per cui il cinema le è parso in ritardo, mancante di un'immagine fondamentale: quella delle nuove famiglie, riassortite, allargate, che rappresentano una realtà del nostro presente privato e collettivo. Parzialmente autobiografico, il film sa piazzare qualche sfumatura non scontata riguardo la confusione del personaggio maschile. L'ultima parola, quella che chiude il racconto e ne sigilla il tono, è saggiamente affidata a Wiseman (il regista, nei panni di un vecchio ginecologo) ed è la parola giusta. Recensione ❯
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La strana notte romana di Peg e Mandy, la cui avventura darà vita ad un brillante gioco di coppia. Espandi ▽
Peng è una pop star cinese di seconda fascia. Accompagnato dal manager e dal suo assistente, arriva a Roma per girare un reality show. Frustrato da impegni ed esibizioni, Peng si ubriaca e si perde per le strade della città, soccorso per sua fortuna da Mandy, una ragazza cinese immigrata da anni in Italia. L’incontro cambierà la vita di entrambi, ma il loro amore sarà ostacolato dall’improvvisa planetaria di Peng, che creduto scomparso dai suoi collaboratori e dalla polizia italiana è finalmente schizzato nelle preferenze della rete….Una commedia folkloristica nata dall’incontro tra realtà produttive italiane e cinesi. Un esempio di relazione interculturale che apre ai mercati sia italiani sia cinesi, ma per il momento si accontenta di una storia e una confezione decisamente convenzionali. Passano gli anni e le stagioni, cambiano gli approcci e i contesti, ma il metodo ritenuto più sicuro per parlare di incontro culturale e integrazione resta quello di fare leva sui luoghi comuni.Se l’intento è quello di aprire possibilità distributive all’estero con un’operazione innocua, in The Italian Recipe non c’è nulla di così sbagliato. Il film in questione, per di più, prova anche un po’ a sparigliare un po’ le carte dei generi inserendo una parentesi da ghost story tanto stonata quanto tutto sommato originale. Recensione ❯
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La vita di una coppia cambia quando decidono di comprare un tavolino. Espandi ▽
Jesús e Maria sono una coppia che ha appena avuto un figlio, dopo due anni di difficoltosi tentativi. Maria ha deciso ogni dettaglio: dal nome d'altri tempi, Cayetano, fino all'arredamento e ai colori della casa. Per questo, Jesús insiste con ostinazione nell'acquisto di un tavolino da caffè dal gusto discutibile, anche se Maria è fermamente contraria. Vuole montarlo in tempo per la visita del fratello, accompagnato dalla sua giovane compagna Cristina.
Come se non bastasse, Jesús deve anche difendersi dalle assurde pretese di una tredicenne convinta di vivere una storia d'amore con lui. Tuttavia, tutte queste preoccupazioni svaniscono di fronte a un incidente domestico che dà origine alla situazione più atroce immaginabile, trasformando le ore successive in un inferno senza via d'uscita.
È cinema spagnolo estremo quello di La mesita del comedor, un film che si muove sullo scivoloso confine della moralità dello sguardo, scavando in un incubo angosciante. Recensione ❯
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Una dottoressa d apoco in pensione si offre come volontaria in Grecia. Espandi ▽
Marisa, una dottoressa da poco pensionata, per sfuggire alla sua routine insignificante, si offre come volontaria in Grecia per lavorare con i bambini rifugiati. Ma quando è lì Marisa si rende conto che per la gestione del campo profughi è più importante rispettare le regole del sistema piuttosto che aiutare davvero. Recensione ❯
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Una ragazza decide di diventare una prostituta per riuscire a scrivere al meglio il suo nuovo romanzo. Espandi ▽
La scrittrice francese Emma ha 27 anni quando decide che il suo nuovo romanzo parlerà di prostitute, queste donne che nessuno sembra osare davvero guardare negli occhi. Per comprendere appieno la loro vita, si fa assumere a "La Maison", un bordello berlinese e diventa una di loro.
La sua esperienza, che doveva durare solo un paio di settimane, durerà due anni. Da una stanza all'altra, dal commercio sessuale all'esplorazione della fantasia femminile, Emma scopre questo mondo nascosto: i suoi pericoli, il suo isolamento dalla società e l'incompatibilità con una vita amorosa, ma anche la sua confraternita, la grazia e il potere. Recensione ❯
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Un uomo molla tutto per diventare cacciatore di bufali. Espandi ▽
Kansas, 1874. Will Andrews, figlio di un prete, ha lasciato gli studi ad Harvard e ora viaggia verso Ovest. Raggiunge Butcher's Crossing, una piccola città di frontiera nelle pianure del Kansas, che si regge economicamente sui profitti degli allevatori di bestiame e commercianti di pelli di bisonti come McDonald. Sulla sua strada incrocia Miller, un esperto cacciatore di bisonti che lo convince a unirsi alla sua squadra, di cui fanno parte anche Charley e Fred, e finanziare una memorabile battuta di caccia. Prima di partire incontra Francine, una prostituta che è attratta da lui ma nella stanza d'albergo s'innervosisce e non riesce a consumare il rapporto. Il viaggio comincia in autunno e il gruppo deve affrontare diverse difficoltà, come la mancanza d'acqua, prima di arrivare ai piedi delle Montagne Rocciose del Colorado dove ci sono migliaia di bisonti la cui pelle vale oro. Nel corso della spedizione vengono uccisi numerosi bisonti. Miller però è incontentabile e vuole farli fuori tutti. Tra lui e Fred sale la tensione. Nel frattempo sta arrivando il freddo dell'inverno... Recensione ❯
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Un documentario originale che racconta la storia di una donna che ha scalato montagne, sfidando il patriarcato. Documentario, USA2022. Durata 71 Minuti.
Il 12 aprile 1993 Pasang Lhamu Sherpa diventava la prima donna nepalese che aveva raggiunto la vetta dell'Everest. Espandi ▽
La storia e la tenacia della prima donna nepalese giunta sulla vetta dell'Everest viene raccontata in un documentario che non si limita a narrarne le imprese alpinistiche ma le contestualizza all'interno di una società ancora fortemente dominata dal patriarcato.
Pasang Lhamu Sherpa. Un nome finora sconosciuto ai più che merita di essere annoverato tra quelli delle donne che hanno mutato le condizioni della società in cui vivevano.
Spesso i documentari che si occupano di imprese alpinistiche si concentrano sulla preparazione e sulla realizzazione delle suddette imprese mettendone magari in luce lo spirito agonistico oppure di sfida degli scalatori nei confronti di se stessi. Questo ovviamente non è un difetto però in questo documentario ci viene offerto un panorama più ampio che finisce con il costituire la differenza. Recensione ❯
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Il giro del mondo in modalità triathlon. Cronaca di un'impresa sportiva che è anzitutto un'attitudine di vita. Documentario, Germania2022. Durata 95 Minuti.
Un'incredibile storia di coraggio e motivazione, di spostamento di montagne, del magico potere delle barrette di cioccolato e dell'infinità del nostro mondo. Espandi ▽
Un triathlon attorno al pianeta, che parta da Monaco di Baviera e lì ritorni: è l’impresa estrema, progettata e realizzata durante la pandemia dal tedesco Jonas Deichmann: nato nel 1987 a Stoccarda, laureato in economia aziendale, per breve tempo venditore di software, che per scommessa col suo capo si ritrova a stabilire un record mondiale di ciclismo. E che dopo quel primo traguardo smette di lavorare, consapevole di avere una percezione della vita e del tempo non comune, non condivisa: il desiderio di un’esistenza in costante movimento, fatta di avventura e esplorazione, col bagaglio leggero e tecnico che serve ad affrontare sfide atletiche sempre più impegnative. L’occasione di documentare un “viaggio nell’ignoto”, come lo definisce il suo stesso protagonista, è più unica che rara. E infatti viene colta e integrata nell’evento stesso, o meglio nel marchio, che Deichmann (che a fine giugno 2023 affronterà la distanza in bici da New York a Los Angeles e in maratona al ritorno) ha costruito con intelligenza sul suo corpo e sulla sua visione. Recensione ❯
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Un uomo torna nella sua città natale dopo tanti anni. Lì gli tornano in mente i ricordi del suo primo amore. Espandi ▽
Stéphane Belcourt, un famoso romanziere, ritorna nella sua città natale dopo 35 anni. I ricordi che prendono il sopravvento: nel 1984 Stéphane, all’epoca diciassettenne, aveva avuto un’intensa relazione sessuale con Thomas di cui si era subito innamorato. Thomas invece cercava di tenere nascosta la loro storia. Poi si sono separati e non si sono più visti. Il destino però lo riporta al passato quando conosce Lucas, il figlio di quel primo amore che non ha mai dimenticato e che è stato il protagonista nascosto di uno dei suoi romanzi più celebri. Peyon riesce a toccare corde nascoste, evita le trappole sentimentali di romanzi come quelle di Nicholas Sparks perché comunque gli interessa mettere a fuoco gradualmente il passato, in continuo controcampo con il presente, e trovare nei gesti più che nei dialoghi le tracce di una memoria che riprende forma in modo infuocato, passionale. Per questo il film trova i momenti migliori nei flashback, nella ricerca di quella nostalgia perduta. Lì recupera quella leggerezza sempre cercata e che in quei frammenti diventa autentica. Al di là dei suoi squilibri il film riesce a centrare il dolore e il desiderio in chiave intimista. Recensione ❯
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Un catalogo in movimento e una lettera al proprio papà che non c'è più. Un film dovuto, sentito e struggente. Documentario, Svizzera, Italia2022. Durata 87 Minuti.
Un dialogo intimo tra un padre, uno dei maggiori esponenti del Movimento di Architettura Radicale Fiorentino, e la figlia regista. Espandi ▽
Un commovente resoconto della vita e della carriera di Fabrizio Fiumi ad opera della figlia Elettra. Dopo la morte del padre Elettra inizia a ripercorrere le tappe principali della parabola del suo “babbo”, come ama chiamarlo, in quello che è a metà tra un documentario e la sua personalissima maniera di elaborare questo lutto e questa eredità pesantissimi. È difficile parlare di Radical Landscapes in modo oggettivo, e questo è dovuto soprattutto all’incredibile capacità di Elettra Fiumi nel far sì che le sue immagini si sottraggano sistematicamente a ogni tipo di razionalità. Radical Landscapes, proprio come i lavori del suo babbo, salta il filtro cerebrale e va dritto al cuore. Più che un documentario, è un vademecum per inguaribili idealisti (o forse sarebbe più corretto dire per idealisti radicali) finiti per un tremendo e inspiegabile errore, in un mondo in cui i sognatori e gli utopisti sono una specie in via di estinzione e sono la logica e la razionalità a farla da padrone. Recensione ❯
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Daniel Pennac racconta Maradona, il santo profano che è diventato un capro espiatorio proprio come il suo Malaussène. Espandi ▽
Daniel Pennac racconta Maradona: il mito, l'icona, "San Diego" il santo profano, un capro espiatorio come il suo Malaussène e il suo impatto sulla vita e le storie di persone comuni e di maradoniani doc. In una indagine creativa e surreale, tutta ambientata a Napoli, Pennac costruisce e mette in scena uno spettacolo teatrale con la sua Compagnie MIA e cerca informazioni e racconti in giro per la città che diventa palcoscenico e megafono del mito stesso. In questo viaggio, ci racconta anche molto di sé e del suo approccio alla scrittura. Con la partecipazione straordinaria di Maurizio De Giovanni, Roberto Saviano e Luciano Ferrara. Recensione ❯
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Un film profondamente introspettivo che dal revenge porn passa a scavare a fondo il rapporto tra una madre e una figlia. Drammatico, Corea del sud2022. Durata 117 Minuti.
Una figlia torna a vivere con la madre dopo che il suo ex fidanzato ha rilasciato online un video hard che la riguarda. Espandi ▽
Gyeong-ah e Yeon-soo sono madre e figlia. Il loro rapporto è forte, ma messo alla prova dalle
esigenze di controllo di Gyeong-ah, che da quando la figlia si è trasferita soffre la sua mancanza. Dal canto suo, Yeon-soo non racconta delle sue relazioni alla madre e ha da poco lasciato un ragazzo con cui ha avuto un rapporto per due anni. Non accettando la rottura del fidanzamento, lui decide di diffondere un video intimo
Gyeong-ah's Daughter esplora con profondità e delicatezza la tematica del revenge porn, letta attraverso il rapporto tra una madre e una figlia molto diverse tra loro, eppure legate da un sentimento di vergogna dovuto allo sguardo giudicante di una società ancora troppo spesso impietosa con le donne. È infatti un film profondamente introspettivo, che usa questo tema per scavare a fondo nell’animo di due donne chiamate a fare i conti con i traumi del presente, che diventano il riflesso di quelli del passato.
Solo trovando il coraggio di affrontare le proprie emozioni e abbracciare anche le parti di noi che ci provocano vergogna - sembra dirci il film - è possibile andare avanti, aprendosi davvero a ciò che il futuro è in grado di offrire. Recensione ❯
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