Prendiamo atto di una cosa:sono stati lasciati moltissimi commenti.
Questo per dire che, indipendentemente dalle sensazioni che il film suscita in ognuno di noi, positive o negative esse siano, è una pellicola che FA DISCUTERE e che STIMOLA la riflessione in chiunque l'abbia vista.
Credo che prima di guardare un film sia importantissimo non avere aspettative. Già, è una cosa che dico sempre e che riesco, per fortuna, a fare.
Un film incuriosisce o meno, e nel primo caso quando ci troviamo di fronte allo schermo dobbiamo fare piazza pulita, togliere ogni idea che ci siamo fatti.
Non è un film sulla danza, o meglio, non è un film per aspiranti ballerine o appassionati di danza che vogliono gustarsi strabilianti spezzoni di coreografie.
E' un film che segue, in maniera secondo me eccelsa, lo sviluppo turbolento dell'interiorità e della sensibilità di una ballerina, Nina (Natalie Portman), la quale viene fin dall'inizio definita "the most devoted dancer in the company" e che cerca quindi di accaparrarsi il ruolo di Odette/Odile nella rappresentazione del Lago dei cigni messa su dal coreografo Thomas Leroy (Vicent Cassel).
E' stata fin dall'inizio una sua scelta quella di dedicarsi anima e corpo alla danza, o è stata indotta a farlo da una madre castrante, morbosa e costretta a cercare la propria realizzazione in quella della figlia?
E' un caso il fatto che Nina, ormai più che adolescente, non abbia uno spazio per sé, per conoscersi, per capire cosa le piace, e per esprimersi realmente?La sua camera ha i toni del rosa, ma ciononostante non risulta rasserenante, anzi:peluche soffocanti, carillon con la melodia del Lago dei cigni, specchi, una poltrona per la madre e nessun dettaglio che ci consenta, a prima vista, di affermare che non è la camera di una bambina.
La colazione insufficiente, i sorrisi forzati, la metropolitana grigia e tutto ad un tratto:LEI. Colei che Nina scoprirà essere una ballerina sensuale e molto molto comunicativa, un perfetto cigno nero.
La scuola di danza non è caratterizzata in maniera topica con immagini di ballerine appese alle pareti e ampi spazi dai colori pastello, bensì da stretti corridoi poco illuminati e senza dubbio poco "confortevoli". Perché tutto questo?Senza dubbio si tratta di un "preludio" al messaggio del film ed al suo svolgimento.
L'occhio dello spettatore percepisce fin dalle prime scene che "c'è qualcosa che non va", nonostante sia difficile stabilire di cosa si tratti. E' il "clima" nel quale Nina è costretta a vivere che risulta opprimente, ed è la sua "mania di persecuzione" nei confronti di Lily che la distrugge.
Guidata e sedotta da Thomas, perseguitata dalla presenza della "rivale" Lily, Nina intraprende un percorso all'insegna della scoperta fisica e mentale di sé, che la porterà ad una vita dissoluta e ad una follia incontrollabile.
Abilissimo il regista che piazza la camera da presa non all'esterno della vicenda, come occhio imparziale, bensì dentro la protagonista. Ciò che vediamo sta accadendo realmente o è frutto di una visione distorta della ballerina ossessionata dalla perfezione tanto da mettere in gioco la propria vita?
Con una Portman eccelsa (grazia e malizia al contempo), un Cassel bello e dannato (classe e libido), una colonna sonora da brividi e una scenografia che si confa all'interiorità dei personaggi, il film è davvero fantastico.
Da vedere, lo consiglio caldamente.
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