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Sharif Meghdoud

Sharif Meghdoud. Nasce nel 1998

Insulti

A cura di Fabio Secchi Frau

"Vergogna, puttana, fai schifo". È con queste parole sessiste che il critico cinematografico italiano Sharif Meghdoud diventa famoso e trova i suoi warholiani 15 minuti di celebrità in tutto il mondo. Non le dice in un posto qualunque e a una persona qualunque. Sono pronunciate alla fine della proiezione stampa del film The Nightingale, terz'ultimo film in concorso alla 75° Mostra del Cinema di Venezia. E sono riferite proprio alla regista australiana del film, Jennifer Kent, unica autrice in gara in mezzo a un folto numero di colleghi maschi. Che cosa abbia veramente scatenato il grido, non ci è dato saperlo. Meghdoud non lo spiegherà nemmeno nel suo lunghissimo post di scuse, pubblicato su Facebook e successivamente cancellato assieme a ogni suo profilo social nel quale era attivo. La storia di una donna che si vendica degli uomini che l'hanno sottomessa, diventando un'assassina, forse non è piaciuta al critico che, invece di scrivere una cattiva recensione pubblicata dalla Shiva Production (la testata per la quale era inviato e che l'ha prontamente licenziato, cancellando ogni suo contributo di analisi cinematografica), ha preferito esprimere il suo disappunto per l'opera in un modo che non è consono al mestiere di critico cinematografico. Ma persino a quello di chi il cinema lo rispetta.

Dietro la camera
Nato a Torino, Sharif Meghdoud non è particolarmente noto, se non agli addetti ai lavori. I soli che abbiano visto anche i suoi film da regista. Appassionato di cinema, segue studi cinematografici (l'Istituto Giambattista Bodoni) e già all'età di 15 anni comincia a girare i suoi primi video. Il più lungo dei quali, A Torinòi Sharif (titolo che richiama A torinói ló, del suo regista preferito, l'ungherese Béla Tarr). Nel 2016, partecipa al concorso THECITYILIKE come autore di Passero Solitario (2016) ottenendo dalla giuria una Menzione Speciale Centro Produzioni Rai. La motivazione è "Per essersi ispirato a un classico della letteratura italiana, attualizzandone il messaggio, mettendo in scena il disagio e l'isolamento legato agli ambienti virtuali e per avervi contrapposto l'armonia ritrovata nell'ambiente naturale". Seguiranno altri titoli, tutti caricati su YouTube: Come essere Andrea Sbarbaro (2016); Marco (2016); il documentario La Solitudine Magnifica (2016) e L'Aurora (2018). Qualche suo collega critico cinematografico li definisce "amatoriali", mentre altri ne esaltano "il genio".

Reagire all'ignoranza
Ma non è questa genialità audiovisiva a portarlo alla ribalta. Dopo l'offesa proferita nel buio della Sala Darsena del Lido, è il tam tam mediatico e poi un successivo auto "J'accuse" online a metterlo all'internazionale gogna mediatica. A nulla valgono le scuse ai direttori della Biennale (Paolo Baratta e Alberto Barbera), alla regista e alla categoria dei critici cinematografici italiani per l'orrenda figura mondiale. Al giovane critico cinematografico viene tolto l'accredito stampa e, come suddetto, viene prontamente licenziato dalla testata per la quale lavorava. A far da contraltare, la reazione di Jennifer Kent: "È assolutamente importante oggi reagire con amore e compassione all'ignoranza; è, tra l'altro, anche il tema del mio film".

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