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Rassegna stampa di Kathryn Bigelow

Kathryn Bigelow è un'attrice statunitense, regista, produttrice, sceneggiatrice, è nata il 27 novembre 1951 a San Carlos, California (USA). Kathryn Bigelow ha oggi 72 anni ed è del segno zodiacale Sagittario.

ANDREA CHIRICHELLI
MYmovies.it

Pittrice, artista, attrice e sceneggiatrice d'avanguardia si è affermata come regista di film noir estetizzante dal ritmo narrativo strettissimo. Questo robusto background artistico e culturale che si riflette nelle sue produzioni cinematografiche che potremmo definire usando dei contrari come elegante e freneticche, di successo e autoriali. L'esordio dietro la macchina da presa avviene nel 1982 quando dirige un esordiente Willem Dafoe in The loveless (1982). Nel 1983 insegna cinema per la durata di un semestre all'Istituto per le Arti della California e contemporaneamente entra come scrittrice di sceneggiature alla Universal. Del 1987 è Il buio s'avvicina (1987) che conferma il suo gusto per le atmosfere cupe e oppressive. Nel 1990 realizza Blue steel - Bersaglio mortale, famoso per una sequenza iniziale molto particolare e per la grande interpretazione di Jamie Lee Curtis nei panni di una poliziotta. Produce Oliver Stone, scelta che conferma la sua lungimiranza nello scegliere gli script da finanziare. L'incontro con James Cameron è decisivo per la sua vita e la sua carriera: dopo averla sposata, Cameron produce il suo Point break (1990) interpretato dal duo di divi Swayze e Reeves ed ambientato nel mondo dei surfisti. Il film mette in risalto la sua capacità nel girare scene spettacolari (mozzafiato la sequenza del lancio col paracadute) e la porta all'attenzione del pubblico e della critica internazionale. Con Strange days (1995) (presentato alla mostra di Venezia) la Bigelow firma il più millenarista dei film dell'ultimo decennio: personaggi fantastici, battute memorabili, un grande spettacolo di forma e contenuto. Dopo quattro anni di assenza dalle scene, la regista firma Il mistero dell'acqua (1999) che, nonostante la presenza di una Hurley abbastanza grottesca, risulta essere uno dei film più magici e raffinati dell'ultimo anno del secolo.

IRENE BIGNARDI
La Repubblica

Bellissima, altissima, fortunatissima, Kathryn Bigelow rappresenta un caso unico nel panorama attuale del cinema “femminile”, in quanto di femminile - almeno secondo le definizioni tradizionali - il suo cinema non ha proprio niente: e poche volte si è sentito scorrére tanto testosterone in un film quanto in Point Break - Punto di rottura (1991). Anche Kathryn Bigelow ha cominciato dalla scuola d’arte e, arrivata a New York, ha collaborato attivamente al gruppo letterario Art & Language con opere che definisce “strani e selvaggi incubi su tela”: un’esperienza che è stata molto importante per costruire il tessuto visivo, raffinatissimo e forte, dei suoi film.

MANOHLA DARGIS
The New York Times

THE take on Kathryn Bigelow is that she is a great female director of muscular action movies, the kind with big guns, scenes, themes and camera movements as well as an occasional fist in the face, a knee to the groin. Sometimes, more simply, she’s called a great female director. But here’s a radical thought: She is, simply, a great filmmaker. Because while it is marginally interesting that she calls “action” and “cut” while in the possession of two X chromosomes, gender is the least remarkable thing about her kinetic filmmaking, which gets in your head even as it sends shock waves through your body.
Her latest is “The Hurt Locker,” a film about men and war. Set in Iraq in 2004 and shot just over the border in Jordan, it centers on a three-man American bomb squad that sifts through the sand day and night disabling explosives. It was first shown at the Venice Film Festival in September 2008 (it opens Friday), where it was greeted with rapturous praise and some misapprehension. Mostly, it seems, because its extraordinary filmmaking, which transmits the sickening addiction to war as well as its horrors in largely formal terms, doesn’t come wedded to a sufficiently obvious antiwar position. One British critic went so far as to say that while the film had “excellent acting, camerawork and editing, it could pass for propaganda.”
“The Hurt Locker” doesn’t traffic in the armchair militarism of Hollywood products like “Top Gun” and “Transformers,” but neither is it an antiwar screed. It’s diagnostic, not prescriptive: it takes an analytical if visceral look at how the experience of war can change a man, how it eats into his brain so badly he ends up hooked on it. And, like all seven of Ms. Bigelow’s previous feature films, this new one is also as informed by the radical aspirations of conceptual art as it is by the techniques of classical Hollywood cinema.
She might live and sometimes shoot within driving distance of the major studios that have distributed if not financed her films. But in many respects she remains an industry outsider.

PRESSBOOK

“Kathryn Bigelow è regista di talento e audace, determinata a far crescere il numero di donne regista” (Variety). Nel corso della sua carriera ad Hollywood la Bigelow si è distinta come una delle registe più innovative.
Nel 1985 la Bigelow ha diretto e collaborato alla sceneggiatura del commovente Near Dark-Il buio si avvicina prodotto da Steven-Charles Jaffe. Il film è stato acclamato dalla critica come un “horror poetico”. Come sempre lo stile visivo della Bigelow ha raccolto reazioni positive dalla stampa che l’ha descritta come “sognante, appassionato e terrificante, una visione allucinante delle notti americane che diventa seducente e al contempo devastante”. Dopo l’uscita del film il Museo d’Arte Moderna ha onorato la Bigelow con una retrospettiva sulla carriera.
Nel 1991 la Bigelow ha diretto il thriller d’azione Point Break, con Keanu Reeves e Patrick Swayze. Presentato dalla Largo Entertainment Pictures, con la produzione esecutiva di James Cameron, Point Break esplora i pericolosi estremi di una lotta psicologica tra due giovani. Commentando il lavoro della Bigelow su questo film, The Chicago Tribune loda la sua sorprendente sensibilità di regista e la descrive come “un talento unico, una regista dalle capacità uniche … la Bigelow va a toccare qualcosa di primitivo e forte. E’ una sensualista nel più sensuale dei mezzi”.

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