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Giuseppe Bennati

Giuseppe Bennati è un regista, scrittore, sceneggiatore, è nato il 4 gennaio 1921 a Pitigliano (Italia) ed è morto il 27 settembre 2006 all'età di 85 anni a Milano (Italia).

Dopo avere inizialmente frequentato il Centro sperimentale di cinematografia abbandonò gli studi, non solo a causa dell'inizio della guerra, ma anche (e forse, soprattutto), perché non condivideva alcuni aspetti della didattica, lontani dalla sua sensibilità e dalle sue idee. Dopo il 1945 ha diretto e prodotto una trentina di cortometraggi di carattere documentaristico; il suo primo lungometraggio, Il microfono è vostro , un film eseguito su commissione e per il quale dimostrò di non nutrire un particolare interesse, risale al 1952. Nel 1954, quando finalmente riuscì ad esprimersi secondo i suoi criteri filmografici e la sua personale sensibilità estetica, si impose all'attenzione della critica con Musoduro,un film tratto da un romanzo di Luigi Ugolini, "Musoduro, memorie di un bracconiere". Il film, nettamente superiore a tutta l'altra produzione del periodo, rivelava la spiccata personalità e le valide doti narrative del suo autore, tanto che la critica lo definì il "primo western del cinema italiano". Tuttavia, proprio quando sembrava che Bennati stesse per inserirsi con pieno diritto fra i più importanti registi del nostro cinema, per circa quattro anni la sua ispirazione sembrò spegnersi improvvisamente, producendo solo film di scarsissimo valore. La crisi sembrò superata nel 1957 con La mina, un film drammatico di ambiente marinaresco. L'anno successivo, il 1958, fece però registrare una nuova caduta di stile con L'amico del giaguaro (il titolo fu poi utilizzato per un fortunato varietà televisivo del 1961, con Gino Bramieri). Qualche tempo dopo, Bennati parve ritrovare nuovi e felici spunti di ispirazione, dando vita a due ottimi film, Labbra rosse (1960) e Congo vivo (1961). Il primo è un'opera notevolissima, di grande modernità che presenta, in anticipo sui tempi, una spietata analisi sociale in cui sono coinvolte la famiglia borghese, il fenomeno del consumismo e la crisi di una gioventù del tutto priva di valori, vuota e amorale. Il secondo film, che può essere considerato il capolavoro di Bennati, analizza con amara lucidità i problemi socio-politici dell'Africa, attraverso il racconto della storia d'amore fra un giornalista italiano ed una signora belga. Purtroppo, dopo questo film, la vena creativa di Bennati appare inaridita; la sua ultima opera, un film giallo di non grande valore, L'assassino ha riservato nove poltrone, risale infatti al 1974.

Ultimi film

Commedia, (Italia - 1960), 0 min.
Avventura, (Italia - 1957), 92 min.
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