Manon Lescaut di Giacomo Puccini ha ricevuto trenta chiamate alla ribalta a grande richiesta di un'appassionata audience e dei critici. Fu proprio con quest'opera che 124 anni fa, sullo stesso palco del Teatro Regio Turino, Puccini si rivelò un operista alla pari di Verdi.
Puccini è affascinato dal destino di una donna di cui ne mostra sensualità e sconfinata energia in un'appassionata ricerca dei piaceri della vita.
Lui scrive: "Manon è un'eroina in cui io credo", e ci presenta una Manon che è audace e fermamente attaccata al lusso e all'amore, due obiettivi incompatibili in partenza. Manon muore "sola, perduta, abbandonata in landa desolata" e ci fa ricordare della morte di un'altra donna, Violetta. Un omaggio a Verdi, forse.