Un film intenso con un grande merito: riportare alla memoria la condizione femminile in tempi di guerra. Drammatico, Italia2022. Durata 104 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Ester è nel campo di concentramento di Fossoli. Una ragazza ebrea di 40 anni, di nazionalità italiana, rimasta sola dopo il rastrellamento del ghetto romano nel quale è stata arrestata tutta la sua famiglia. Espandi ▽
Ester è un'ebrea italiana che, in seguito ad un rastrellamento, viene condotta nel campo di transito di Fossoli. Qui stringe amicizia con un'altra prigioniera ma la permanenza sarà breve perché la sua prossima destinazione sarà il campo di concentramento femminile di Ravensbrück. Lì sperimenta il senso di solidarietà con altre donne ma anche il timore della delazione. Fuori dalla baracca, oltre al duro lavoro, spesso si assiste a soprusi ed uccisioni. Se poi nel ventre di Ester sembra si stia sviluppando una nuova vita la situazione si fa ancor più pericolosa.
Un film che racconta la Shoah vissuta dalle donne mettendo in luce come per loro la resistenza al tentativo di annullarne la personalità fosse una battaglia da combattere con determinazione ogni giorno.
Bocche inutili si apre con livelli di recitazione differenti resi ancor più evidenti da battute che sembrano più scritte che non pensate per essere pronunciate da donne in una situazione di costrizione e sofferenza. Progressivamente però questa sensazione sfuma per lasciare il posto ad un crescendo drammatico che fa della verosimiglianza il proprio punto di forza. Recensione ❯
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Un'avvincente storia per famiglie che guarda all'universo Disney e conquista con l'originalità dei dettagli. Animazione, Belgio, Francia2022. Durata 91 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Una strana lepre con piedi da pollo si mette in viaggio con gli amici tartaruga e puzzola per fermare un nemico che minaccia l'esistenza del loro regno. Espandi ▽
Ben Stassen, coregista con Benjamin Mousquet, è il fondatore della casa di produzione belga nWave, specializzata in animazione in 3D. Con questo suo ultimo film ha trovato l’incontro perfetto fra tecnologia e scrittura, grazie a una storia per famiglie che si avvale di un tratto leggero e avvincente. Gli autori del film citano Miyazaki come fonte d’ispirazione, ma il loro film guarda soprattutto a Sing, a Zootropolis, ai racconti di R. L. Stine declinati in chiave infantile, oltre naturalmente a prendere da Indiana Jones lo stile e il piglio del leprotto coi piedi da pollo. Eppure c’è in questo piccolo film qualcosa di abbastanza originale da renderlo più interessante di altre analoghe produzioni europee (ad esempio quelle norvegesi, come nel caso di Capitan Sciabola e il diamante magico), ed è il ritmo mai soverchiante delle scene d’azione o ancora la tonalità sfumata delle emozioni esplicitate (la paura, il coraggio, il confronto con l’altro, l’accettazione di sé…). Recensione ❯
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Uno dei più fieri rappresentanti del vasto sottogenere di anime isekai. Animazione, Avventura, Azione - Giappone2021. Durata 97 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Grande successo che ha naturalmente chiamato a raccolta tanti appassionati del mondo isekai creato anni fa da Reki Kawahara. Espandi ▽
"Non c'è modo di battere questo gioco. L'unica differenza è quando e dove muori..." Un mese dopo l'inizio del gioco della morte di Kayaba Akihiko, il bilancio delle vittime continua a salire, duemila giocatori hanno già perso la vita a causa dell'ultra difficile mondo VRMMO di Sword Art Online. Il giorno dell'incontro strategico per pianificare la battaglia con il boss del primo piano, Kirito, un giocatore solista che giura di combattere da solo per diventare più forte, si imbatte in una rara giocatrice di alto livello, Asuna Yuuki. Elimina con grazia potenti mostri con un singolo stocco che lampeggia come una stella cadente nella notte. Recensione ❯
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Il cinema nel cuore del teatro: una coreografia misurata di corpi e di dialoghi cesellati. Drammatico, Francia2021. Durata 91 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Dall'omonimo testo teatrale di Marguerite Duras del 1968. Espandi ▽
Saint-Tropez d'inverno. Dentro una villa disabitata, Suzanna Andler esita tra suo marito e il suo amante. Parigina, nascosta dietro la sua classe e la sua fortuna, Suzanna ha sposato anni prima Jean Andler, gran borghese ricco e infedele. Oggi è intrappolata in un matrimonio agiato e deve scegliere tra una vita di moglie e di madre, governata dalle convenzioni, e un'esistenza libera ma più rischiosa, incarnata dal suo giovane e squattrinato amante. Alla ricerca di un'impossibile emancipazione, Suzanna Andler parla a mezza voce, dice delle verità, le sue che non sono sempre le stesse e inciampano nelle bugie. Pronunciate per paura o come un riflesso vitale mentre il sole tramonta sul Mediterraneo e sugli amanti riuniti che sembrano già mancarsi.
Non piaceva a Marguerite Duras questa pièce quasi sconosciuta, scritta nel 1968 e rappresentata fugacemente nel 1969. "Suzanna Andler" è sempre piaciuta invece a Benoît Jacquot, che decide di adattarla per lo schermo, sublimando il testo e Charlotte Gainsbourg.
Il risultato è un uragano lento che travolge una grande villa sul mare, lasciando entrare la sua aria densa, il richiamo acuto dei gabbiani e la luce del cielo. L'edificio maestoso non fa mai dimenticare il testo, un poema a quattro voci (Suzanna, l'amante, il marito e l'amica), un'architettura asciutta, precisa nelle indicazioni sceniche come negli incessanti slittamenti delle parole che i personaggi pronunciano per dire ciò che fanno e ciò che provano. Soprattutto Suzanna, sopravvissuta alle fughe del marito pluri-fedifrago e distante. Recensione ❯
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Una promettente Emilia Maier anima un racconto adatto a un pubblico più giovane dei personaggi che mette in scena. Family, Avventura - Germania, Austria2021. Durata 93 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Le avventure in una scuola insolita, dove i bambini ricevono un animale magico come compagno. Espandi ▽
Apparsi in Germania per la prima volta nel 2013, i libri di Margit Auer dedicati alla piccola comunità della scuola Winterstein e al negozio di animali magici di Mortimer Morrison hanno avuto un successo rapido e piuttosto strabiliante, in termini di vendite, traduzioni e nuovi volumi derivativi. Il film diretto da Gregor Schnitzler, con la collaborazione del direttore dell’animazione Tomer Eshed, lascia bene intravedere le potenzialità di questo racconto a tecnica mista e la forza dei riferimenti che lo ispirano, da Calvin e Hobbes a Winnie the Pooh, passando per i richiami visivi a “La volpe e la bambina”, ma lascia che saltino all’occhio anche i limiti di questa produzione, decisamente più convincente sul piano tecnico che su quello narrativo. Mentre i testi di partenza si rivolgono ad un target da scuola media, la regia e la sceneggiatura trattengono le dinamiche dell’avventura, i dialoghi e in generale tutto l’impianto estetico e narrativo del film, interpreti compresi, entro una cornice molto più infantile. Recensione ❯
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Un ritratto sociale e politico del Ciad contemporaneo, lucido e senza concessioni. Drammatico, Ciad, Francia, Germania, Belgio2021. Durata 88 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un'adolescente rimane incinta ma, pur non desiderando la gravidanza, nel suo paese è illegale l'aborto. Espandi ▽
Otto anni dopo Grigris, favola umanista su un eroe fragile in un mondo pericoloso e sulla pista da ballo, Mahamat-Saleh Haroun prosegue la sua opera coerente, disegnando un ritratto sociale e politico del Ciad contemporaneo. Aborto impedito, infibulazione imposta, stupro subito, ce n’è abbastanza per cui sollevarsi e battersi. E la solidarietà femminile nasce immediata sotto i nostri occhi e contro le tradizioni secolari. Quella sorellanza spontanea è sufficiente a dare al film il suo senso. I temi trattati sono forti e restituiti con sincerità e impegno. Tuttavia a confrontarsi con le considerazioni che pongono e gli abusi che denunciano si corre sovente il rischio di accontentarsi. Una madre e una figlia è un film degno sull’indegnità ma è ‘privo’ di cinema. Dal punto di partenza non si dispiega mai un gesto potentemente cinematografico e politico. La forma resta classica, non è certo un difetto, e la forza politica ancorata principalmente al suo soggetto: il controllo sul corpo femminile e la sua marginalizzazione. Recensione ❯
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Una ricerca antropologica su adolescenza, valori familiari, religione, odio ed estremismo nella regione più radicalizzata d'Europa. Espandi ▽
Il racconto di crescita di tre fratelli adolescenti, all'interno di una comunità salafista dell'entroterra bosniaco. Rimasti soli dopo la condanna del padre per affiliazione terroristica, si ritrovano per la prima volta a decidere la propria vita. Recensione ❯
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Spike Lee e James Brown insieme per il premio Oscar come miglior documentario. Espandi ▽
Ricostruzione dell'incontro di boxe, valevole per il titolo mondiale dei pesi massimi, tra i pugili neri Mohammed Alì, già Cassius Clay, e George Foreman a Kinshasa (Zaire) il 30 ottobre 1974. Al materiale filmato da Gast nel 1974 a Kinshasa s'aggiungono le interviste allo scrittore Norman Mailer, ai giornalisti Georges Plimpton e Thomas Hauser e al regista Spike Lee che vent'anni dopo commentano l'avvenimento. Recensione ❯
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Un curioso mix di docufilm, travelogue e visual art ricco di informazioni sulla Città Eterna. Documentario, Italia2022. Durata 83 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Edoardo Leo esplora la sua stessa città con occhi nuovi tra incontri divertenti, fughe, svolte sorprendenti e momenti onirici nei quali si lascerà catturare dai volti e dalle voci degli "Dei di Roma" Espandi ▽
Un attore che deve impersonare Giulio Cesare abbandona il set della produzione americana appena prima di soccombere alla congiura delle idi di marzo e va in giro alla scoperta della sua Roma, città "cinica, beffarda violenta, fondata sul sangue eppure capace di risorgere ogni volta nel nome della bellezza". L'attore, che interpreta se stesso, è Edoardo Leo, nato proprio il 21 aprile, data mitica della fondazione di Roma. Leo diventa la nostra guida attraverso la Capitale mostrandocene i luoghi più o meno noti, e rivelandoci i segreti anche delle attrazioni più conosciute nel mondo. Allo stesso tempo rivisita la Storia romana, lasciando che siano molte figure dell'antichità - da Romolo e Remo ai grandi imperatori, da Agrippina ai gladiatori - a ripercorrere le tappe di un passato ricco e sfaccettato.
Power of Rome è un curioso incrocio di docufilm, travelogue e visual art, costellato di ardite ricostruzioni, materiali d'archivio, brani teatrali e inseguimenti in motorino.
La costruzione narrativa si impegna a stratificare, ispirandosi all'impianto architettonico di una città che ha visto sovrapporsi molti secoli, dati, immagini, artifici, testi e riprese che rivelano, tra l'altro, il background pubblicitario del regista Giovanni Troilo. Il tentativo è un formalismo che rimanda al plastico iniziale della Città Eterna. Recensione ❯
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Quattro storie di scioccante violenza: un esordio maturo dallo stile rigoroso. Drammatico, Ucraina2020. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Quattro storie che si intrecciano a Donbass durante la guerra. Espandi ▽
Quattro storie ambientate nel Donbass, terra martoriata da anni dal conflitto tra l'esercito ucraino e le forze separatiste filorusse: a un posto di blocco, un uomo ubriaco che ha dimenticato i documenti, preside della locale scuola, crede di scorgere una delle sue studentesse tenuta prigioniera; alla fermata di un autobus, una ragazzina orfana litiga con le amiche e poi parla con la nonna, mentre in lontananza si sentono le bombe deflagrare; una ragazza ucraina viene violentata da un soldato filorusso, ma si vendica nel modo più crudele; una signora di città, colpevole di aver investito la gallina di una coppia di contadini, è vittima delle ritorsioni dei due campagnoli.
Da un pièce teatrale andata in scena a Londra, la drammaturga e regista esordiente Natalya Vorozhbit ha tratto un film a episodi che comunicano l'uno con l'altro e costruiscono l'immagine di un paese diviso tra la realtà del conflitto e una normalità ormai irrecuperabile.
La guerra, in Bad Roads, è il convitato di pietra, il fuoricampo, l'elefante nella stanza troppo grosso per essere visto nella sua interezza. La maturità di Natalya Vorozhbit, che anche nello stile oggettivo e rigoroso non mostra le classiche incertezze di un esordio, sta proprio nel mettere a tema la gravità di una situazione che in realtà nessuno riesce a comprendere. E ora che l'elefante ha distrutto la stanza uscendo allo scoperto, potrebbe essere troppo tardi per misurarne le reali dimensioni. Recensione ❯
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Il film sull'artista veneziano che ha rinnovato l'arte del dipingere con l'uso del colore e della composizione. Documentario, Italia2022. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Biopic su Tintoretto con focus sull'innovazione da lui rappresentata nel campo della pittura. Espandi ▽
La figura artistica e umana di Jacopo Tintoretto (Venezia, 1518-1594) racchiude le più diverse peculiarità che, solitamente, sono dono di coloro nati geniali. Nel bene e nel male. Tintoretto era un talento nelle arti - dalla musica, fino alla pittura per cui è noto ancora oggi - e aveva una natura legata a un'ossessiva urgenza del fare, e dalla forte necessità di giungere in alto, di essere riconosciuto. Per questo motivo, già da giovane, si fa notare per le calli veneziane come l'incessante pittore che inizialmente non viene compreso poiché le sue opere erano diverse da ciò che si era abituati a guardare. Scene dense di movimento e numerosi soggetti; collettività spesso drammatiche, a indicare un malessere di classi sociali basse, a cui Tintoretto guardava, perché trovava più vivide e interessanti da replicare in pittura. Colori mischiati, sperimentazioni, luci studiate minuziosamente alla maniera di un regista cinematografico dal valore di un Visconti o Kubrick, ma con la velocità nella narrazione di un Christopher Nolan. Recensione ❯
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Troppi temi non gestiti in un dramma di continui e lampanti messaggi. Drammatico, Italia, Francia2021. Durata 109 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +10
Un ragazzo vede arrivare a casa sua una misteriosa ragazza che animerà le sue giornate. Espandi ▽
Diego ha diciassette anni, e deve il suo nome al Pibe de oro, idolo di suo padre Franco. A Diego però non interessa il calcio, è un ragazzo riflessivo e fin troppo remissivo. Ama la fotografia, il cinema e la letteratura e trascorre le sue giornate fra la scuola e il quartiere periferico romano in cui vive, nel quale si è trasferito da Napoli con Franco, dopo la morte della madre. Fotografa l'ambiente che lo circonda, spesso contrassegnato dai continui scontri fra i residenti e gli immigrati che abitano quelle zone. Un giorno il figlio del boss Salvatore Abbagnale, colui che ha reso possibile il trasferimento a Roma di Franco e Diego, viene coinvolto in un tentato omicidio a cui assiste anche la fidanzata, Tea. Sarà compito di Franco e Diego nasconderla.
Ambientato durante la pandemia (che giunge dalle notizie al telegiornale o dai commenti dei clienti al bar di Franco), il film affronta moltissimi altri temi: la questione della guerra fra poveri, quella fra i residenti della periferia e gli immigrati a cui sono state assegnate le case dirette "prima agli italiani"; gli accenni al revenge porn e al bullismo (in classe Diego ha a che fare con il terribile Glauco, interpretato da Claudio Segaluscio); la criminalità organizzata; citazioni e omaggi a fatti realmente accaduti nella periferia della Capitale (il meraviglioso "Nun me sta bene che no" di Simone, il quindicenne di Torre Maura che rispose ai rappresentanti di Casapound in un video diventato, a ragione, virale), fino al rimando a quello che negli ultimi anni è diventato un simbolo più che riconoscibile nella Capitale, e cioè l'Associazione Piccolo America, di cui Diego indossa la maglietta nella prima scena del film. Recensione ❯
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Un film secco e imparziale che conferma la passione di Cantet per le traiettorie umane e le cadute libere. Drammatico, Francia2021. Durata 87 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un giovane scrittore si ritrova al centro dello scandalo a causa di suoi vecchi post social. Espandi ▽
Ispirato all’affaire “Mehdi Meklat”, Arthur Rambo – Il blogger maledetto conferma la passione di Laurent Cantet per le traiettorie umane, le progressioni, le cadute libere, gli arresti. Ventuno anni dopo A tempo pieno, il regista affronta un nuovo mistero, meno vertiginoso ma terribilmente contemporaneo. Perché più del miracolo delle banlieue deluso e sfumato, Cantet indaga la corsa frenetica all’esistenza virtuale che produce gli eroi social(i) come i mostri. Di quel mistero, Arthur Rambo non pretende di aver la chiave, limitandosi a registrare la violenza e la rapidità della caduta di Karim. Il film resta irrisolto, come l’enigma che Karim incarna fuggendo in una notte mai così nera, dove finiamo a riflettere sull’impostura e lo sgretolamento di una rispettabilità duramente conquistata. Recensione ❯
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Una vedova cerca in tutti i modi di riavere a casa con sé il cane del marito morto in Afghanistan. Espandi ▽
Dopo la morte del marito in Afghanistan, una donna cerca di mantenere viva la fattoria di famiglia. Nel frattempo il cane di nome Dakota che aveva accompagnato il compagno fino al suo ultimo giorno di vita, dovrebbe tornare a casa da lei. Recensione ❯
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Geniale commedia del leggendario maestro del cinema afroamericano indipendente Melvin Van Peebles, è il suo primo film americano e l'unico prodotto da una major. Espandi ▽
Jeff Gerber è un borghese bianco che lavora come venditore di assicurazioni. È sposato con Althea ed è padre di due bambini. Mentre la moglie ha una mentalità più progressista, lui invece è razzista e sessista. Ogni mattina si sveglia, si allena, fa la lampada solare e poi esce di casa per andare a lavorare sfidando di corsa il bus per arrivare prima di lui alla fermata. Una notte va in bagno, si guarda allo specchio e scopre che la sua pelle è diventata nera. All'inizio pensa che sia un incubo, ma non è così. Appena la moglie lo vede, inizia a urlare. Jeff a quel punto le prova tutte per cercare di tornare bianco: si lava più volte, si fa il bagno nel latte ma non cambia nulla. Alla fine decide di farsi coraggio e di tornare ad affrontare la vita di tutti i giorni. Ma non sarà così facile.
C'è un urlo nel fermo-immagine finale. È proprio nell'ultima inquadratura che Watermelon Man sprigiona tutta la sua rivolta, umana e politica.
Un film come questo rappresenta un piccolo miracolo. Regge benissimo come commedia ma anche come inquietante quadro del razzismo nascosto dietro la facciata del perbenismo, come nelle telefonate anonime ricevute da Jeff. È uno spaccato intelligente, ironico, amaro ma già riesce a guardare verso il futuro. Recensione ❯
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