Un'opera che sembra aver trovato la soluzione perfetta per equilibrare la commedia con un tocco di surreale e il dramma famigliare. Drammatico, Islanda, Danimarca, Svezia, Francia2025. Durata 109 Minuti.
Anna e Maggi si separano lentamente, tra lavoro, figli e momenti condivisi. I gemelli, lasciati spesso soli, inventano giochi strani e rischiosi. Espandi ▽
Anna e Magnus, detto Maggi, si stanno separando: è un processo graduale, che la coppia porta avanti trascorrendo ancora del tempo insieme ai tre figli, in escursioni o in cene a casa. Quando i genitori non ci sono, i figli si dedicano a passatempi curiosi: in particolare i due gemelli, che tendono a creare giochi bizzarri e talora pericolosi per la loro incolumità. Il tipico gusto nordico per uno humour trattenuto, ma non per questo meno crudele, trova in Hylnur Pálmason un interprete di eccezione. The Love That Remains appare come la sua opera più compiuta sin qui, particolarmente sentita perché attinente all’esperienza di vita del regista e perché la giusta misura per mantenere un equilibrio di umori contrastanti – la commedia con un tocco di surreale e il dramma famigliare (mitigato dalla prima) – sembra aver trovato la soluzione perfetta.
Permane un senso di inafferrabilità nel film, la sensazione che la vita e le sue assurdità non si possano prevedere né comprendere e che, forse, un nucleo familiare possa meglio funzionare se disunito. Recensione ❯
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Un film dichiaratamente da grande pubblico, divertente e attento alle nuove (iper)sensibilità maschili e femminili. Commedia, Italia2025. Durata 97 Minuti.
La nostra mente è un posto molto affollato, siamo tutti pluriabitati con tante diverse personalità che devono convivere tra di loro. Razionali, romantiche, istintive, a volte folli. Ma chi comanda veramente? Espandi ▽
Piero, insegnante di Storia e Filosofia recentemente divorziato e con una figlia piccola, intenzionato a rimettersi in gioco con le donne ma ancora scottato dalle delusioni del passato. Lara, la giovane donna single reduce dalla relazione infelice con un uomo sposato che vorrebbe un partner affidabile che l'aspetti sotto casa, e invece tende a cadere nella trappola di amori senza futuro. Lara e Piero si incontrano per il loro primo appuntamento, si piacciono ma non osano confessarlo. Riusciranno a zittire quel chiacchiericcio incessante e a trovare la strada verso una relazione finalmente appagante?
FolleMente inventa uno scenario in cui, da spettatori, assistiamo sia all'incontro fra Piero e Lara che alla battaglia che si svolge nelle loro menti, dato che le varie personalità battibeccano senza sosta, ognuna intenta a portare il discorso (e le decisioni che ne conseguono) dalla propria parte.
Alcuni dettagli sono cinematograficamente ben riusciti (anche se reminiscenti di Inside Out), come la ricerca affannosa delle parole che ci vengono a mancare al momento giusto attraverso i cassetti della nostra memoria. L'energia cinetica fra gli attori funziona, così come funziona il copione scritto a cinque mani. Recensione ❯
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Un film audace che vince la sua scommessa di rendere protagonista un gruppo di supereroi minori. Ottima Florence Pugh. Azione, USA2025. Durata 126 Minuti.
Sono criminali ma il loro talento vale tanto e il governo vuole sfruttarlo. Espandi ▽
Yelena Belova, addestrata nel brutale programma della Stanza Rossa per diventare una Vedova, vive ormai in uno stato di profonda apatia. Dopo una visita al suo padre putativo, Alexei Shostakov (alias Red Guardian), decide di portare a termine un'ultima missione. In questa operazione finisce in trappola, insieme ad altri agenti: Ghost, Taskmaster e John Walker. Mentre si scontrano tra loro, i quattro si rendono conto di non essere soli. Lì c'è anche Bob, un uomo affetto da amnesia. A prima vista non appare come un pericoloso agente, ma quando tocca gli altri, questi rivivono le visioni dei momenti più traumatici delle loro vite.
Thunderbolts* non è forse solo il primo film con un asterisco a fine titolo, ma anche una scommessa audace: un film sui supereroi minori che affronta il mal di vivere.
Il dolore della protagonista - un'ottima Florence Pugh - che cerca di superare la propria apatia è reso in modo più tangibile del solito, messo al centro del racconto e visualizzato in scene che entrano letteralmente nella sua psiche. Finalmente, dopo le fantasie multiuniversali degli ultimi film Marvel, Thunderbolts* riporta la narrazione su un piano più umano. Recensione ❯
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Un'opera che risponde alla necessità di non seppellire nell'oblio quanto accaduto in Brasile negli anni della dittatura. Thriller, Brasile, Francia, Paesi Bassi, Germania2025. Durata 158 Minuti.
Negli anni '70 in Brasile un uomo torna nella propria città di origine essendo ricercato da chi lo vuole morto. Espandi ▽
1977. Il Brasile vive sotto un regime militare dittatoriale. Con il falso nome di Marcello un professore universitario torna con il figlio nel nordest del Paese per cercare notizie sulla madre in attesa di espatriare. Nel passato si è messo di traverso rispetto all’attività di un corrotto imprenditore di origini italiane ed ora due killer sono sulle sue tracce per eliminarlo. Kleber Mendonça Filho torna a Recife, sua città di nascita, per raccontare il clima di violenza che dominava nel Brasile degli anni della dittatura. Il film viene strutturato in capitoli come fosse un romanzo e inserito, da un certo punto in poi, nella ricerca che due giovani studentesse stanno svolgendo nel presente in un archivio al fine di far emergere storie del periodo della dittatura. Questa modalità di narrazione ci rimanda alle origini giornalistiche del regista offrendo anche occasione per un riferimento alla necessità di non seppellire nell’oblio quanto accaduto in quegli anni. Recensione ❯
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Il ritratto intimo e allo stesso tempo universale di una donna che deve affrontare la cruda realtà quando si scontra con le disparità di genere ancora profondamente radicate ai nostri giorni. Espandi ▽
Pristina, capitale della Kosovo postbellica. Vera è una donna sulla sessantina, con una vita tranquilla, un buon lavoro come interprete nel linguaggio dei segni, una figlia adulta che fa l'attrice di teatro e un marito giudice stimato. Ma il marito commette improvvisamente suicidio e Vera, che si immaginava già su una spiaggia a godere della sua terza età lambita dalle onde, si ritrova a combattere con una serie di personaggi equivoci che le girano per casa con l'intento di mettere le mani su un'abitazione che lei riteneva sua, e che invece le viene tolta di mano. Ma Vera non subisce passivamente: sceglie di combattere per difendere i suoi diritti, scoprendo che in realtà, nella società patriarcale kosovara, sono ben pochi. Una volta sparita la tutela economica e sociale garantita dal defunto marito, Vera deve infatti confrontarsi con una realtà che vede le donne cittadini di seconda (o anche ultima) classe.
Vera sogna il mare è l'opera prima della regista kosovara Kaltrina Krasniqi, e racconta l'iniquità del suo Paese intento ad una ricostruzione che continua a considerare gli uomini il pilastro della società, sui cui costruire, anche in senso edilizio, la propria dominanza sociale. Ma Vera rappresenta anche il nuovo desiderio femminile di non stare zitte (ricordiamo che per mestiere dà voce a chi ne è privo) e di migliorare la condizione delle generazioni successive: la casa contesa era il modo di aiutare sua figlia a rendersi economicamente indipendente, e sua nipote ad avere una vita autonoma in futuro. Recensione ❯
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Un'opera che affronta il tema della cementificazione delle coste della Corsica. Espandi ▽
Joseph è rimasto l'ultimo pastore a gestire un ovile di capre sulla costa in Corsica. Il suo terreno è necessario per completare un progetto di speculazione edilizia che trasformi quell'area in zona turistica. Joseph non vuole vendere. La mafia locale prova ad intimidirlo senza esito sino a quando, in una colluttazione, il boss locale viene ucciso dal pastore. Il quale è costretto alla fuga. Da poco però lo aveva raggiunto la nipote Vannina che, attraverso i social, ne sostiene l'innocenza e la lotta.
Frédéric Farrucci affronta il tema della cementificazione delle coste della Corsica prendendo spunto dalla realtà e trasformandola in necessaria leggenda.
La realtà, grazie ai social, diventa leggenda alla velocità della luce e in questo caso si finisce con il compiere un'opera utile a tenere viva la coscienza sociale di un popolo (nello specifico quello corso) che sente il peso del controllo francese nonché della malavita che si mette a disposizione di interessi che risiedono altrove. Recensione ❯
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Ryan Coogler firma insieme al musicista Ludwig Göransson il suo film più originale. Horror, Azione, Drammatico - USA2025. Durata 137 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Cercando di lasciarsi alle spalle le loro vite travagliate, due fratelli gemelli tornano nella loro città natale alla ricerca di un nuovo inizio. Espandi ▽
Smoke e Stack sono due fratelli che pur di lasciare il Mississippi hanno affrontato le trincee europee della Grande Guerra e hanno cercato di farsi strada nella malavita di Chicago. Tornati nella regione natia con un discreto bottino e con abbondanti alcolici, comprano da un uomo – sospettato di far parte del klan – un edificio che vogliono trasformare in un locale di musica e gioco per la popolazione nera della zona. Si affidano al cugino Sammie, un prodigio con la chitarra, inoltre reclutano il musicista Delta Slim e trovano l’aiuto anche di alcuni immigrati cinesi. La festa notturna innesca una gioia contagiosa, ma presto si avvicinano tre bianchi che chiedono di poter entrare in modo molto insistente. Sarà presto chiaro che i tre non sono quello che sembrano…
Una blues-folk-rock opera che slitta verso l’horror e l’azione, con un accompagnamento musicale sempre più marcato. Ryan Coogler firma insieme al musicista Ludwig Göransson il suo film più originale. Fieramente di genere, I peccatori è un crescendo incessante di musiche che si incontrano, si scontrano, e si fondono ai suoni dell’azione violenta così come al ballo dei corpi. La regia e il montaggio danzano a ritmi a volte placidamente insidiosi e spesso invece forsennati o irruenti, in un assedio che più volte viene fragorosamente interrotto prima del faccia a faccia finale. Recensione ❯
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Il film segue la tensione crescente tra Patrick, un uomo solitario e tormentato, e una misteriosa giovane donna in cerca di rifugio, che arriva a bussare alla sua porta. Espandi ▽
Nel cuore della notte, durante una furiosa tempesta, l'anziano Patrick sente bussare furiosamente alla sua porta: è una ragazza scalza, intirizzita e sperduta che gli chiede di poter entrare per fare una telefonata. Patrick è titubante, ma vista la situazione non può sottrarsi e fa entrare la ragazza. Solo che lui non ha il telefono e la sua macchina è guasta, per cui non può nemmeno darle un passaggio. La casa di Patrick è isolata, i due devono attendere che passi la nottata, per così dire, e soprattutto la tempesta, che continua a infuriare. E mentre conversano, il clima dentro casa si fa sempre più misterioso e inquieto, tra incertezze e bugie.
Esordio nella regia di un lungometraggio per la coppia composta da Josiah Allen e Indianna Bell, è un interessante psicodramma interamente ambientato all'interno di una piccola e squallida, oltre che un po' lugubre, abitazione.
Un film che avvince e interessa, offrendo uno sguardo almeno parzialmente originale su una materia molto usata e dimostrando le ottime qualità della promettente coppia registica. Recensione ❯
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Un'opera che riflette sulla violazione del corpo delle donne conservando il tratto autoriale del suo regista. Drammatico, Italia, Belgio, Svizzera2025. Durata 123 Minuti.
Dal romanzo di Rosella Postorino un film che propone uno sguardo inedito sul nazismo. Espandi ▽
Rosa Sauer, insieme ad altre sei donne, viene costretta per anni a sedere a tavola per assaggiare il cibo destinato ad Adolf Hitler con lo scopo di verificare che non sia avvelenato. Tra le sette donne, che ogni giorno potrebbero perdere la vita, si intrecciano rapporti che implicano sia la solidarietà che il possibile tradimento. Il film si ispira al romanzo omonimo di Rosella Postorino vincitore del Premio Campiello nel 2018. La scrittrice era rimasta colpita dalla vicenda reale di Margot Wölk, una segretaria tedesca costretta dal 1942 ad assaggiare il cibo destinato ad Hitler. Compiendo per la prima volta un balzo indietro nel passato, realizzando quindi il suo primo film ‘in costume’, Soldini continua la riflessione sul corpo delle donne violato. Ne nasce un film che merita la visione dimostrando che un vero autore può rimanere se stesso anche tentando nuove strade ed affrontando storie che sembrano lontane nel tempo ma che possono purtroppo ripresentarsi, mutando magari forme, nella storia di quella che chiamiamo umanità. Recensione ❯
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Uno dei primi film di Kurosawa (un anno dopo, lui e Toshiro Mifune avrebbero fatto Rashomon). Mifune è un giovane poliziotto a cui rubano la pi... Espandi ▽
Il detective Murakami, da poco entrato in forza alla polizia di Tokyo, si fa sottrarre la pistola di ordinanza su mezzo pubblico affollato. Da quel momento inizia la sua ricerca nei bassifondi cittadini per poterla ritrovare. Il suo timore, giustificato, è che con quell'arma si possano compiere degli omicidi. Ad aiutarlo nelle ricerche gli si affianca Sato, un collega più anziano ed esperto in umanità.
Akira Kurosawa dirige un film che è una triste riflessione sugli effetti che la guerra ha avuto sui rapporti tra le persone e sulle psicologie individuali.
Si tratta infatti di un film che parte dal noir (il regista dirà di aver tratto ispirazione da Simenon) per allargare sin da subito lo sguardo ad altri generi. Il plot di base è subito dichiarato in apertura su due livelli. Da un lato l'immagine fissa sui titoli di testa di un cane dai tratti temibili. Dall'altro con la dichiarazione da parte del giovane Murakami (un Toshiro Mifune perfettamente calato nel ruolo) del furto subìto di cui, immediatamente dopo, vedremo il flashback. Recensione ❯
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Lilian, psicanalista in crisi, inizia a indagare sulla misteriosa morte di una paziente. Ipnotizzata, scopre un passato segreto che la lega alla defunta. Espandi ▽
Lilian Steiner è una psicanalista di origini americane, perfettamente integrata nell’ambiente della borghesia parigina. Rigida, nervosa, chiaramente bloccata, non ascolta più veramente i suoi pazienti. Se ne accorge il giorno in cui muore una di loro, Paula, e lei comincia a lacrimare copiosamente. La scettica dottoressa finisce così da un’ipnotista, che la guida dentro una storia segreta, che la riguarda e la lega alla donna scomparsa. Chi ha ucciso la paziente di Lilian? È stata la figlia, resa folle dalla gravidanza? Il marito, che sembra avere un’arma al posto dello sguardo? O è stata Lilian stessa, sbagliando qualcosa? Giallo psicologico, morbido come il vino rosso che i personaggi bevono con piacere, il film può sembrare ambire a contenere troppe anime al suo interno, ma è proprio in questa non facile compresenza di accenti diversi, e nel modo in cui maneggia l’obiettivo personale e quello d’intrattenimento, che sta il suo maggiore interesse. Recensione ❯
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Un dramedy musicale che racconta l'amore di una coppia che si spegne e lui si dà al crimine. Espandi ▽
Al tempo della memoria magnetica e del Vogue Peugeot, dei Cure e di Prince, Jacqueline e Clotaire si incontrano davanti alla scuola ed è subito amore, amour ouf. Non hanno niente in comune ma sono fatti l’uno per l’altra. A cavallo di un motorino avanzano a tutta velocità verso il tramonto, l’eclissi e l’ellissi carceraria, perché Clotaire si unisce a una rapina orchestrata dal boss locale, che ammira più del padre, e finisce in prigione per un omicidio che non ha mai commesso. Ne uscirà dieci anni dopo spezzato e con un chiodo fisso in testa: ritrovare Jackie, che ha scelto per sé un marito conformista e una vita nei ranghi. Sei anni dopo 7 uomini a mollo, commedia sincronizzata che metteva ‘in costume’ un team di uomini depressi, Gilles Lellouche ritorna con un grande ‘romanzo criminale’, forse troppo grande per lui. Un oggetto curioso e non identificato, un film sbagliato e chiassoso che ne contiene uno riuscito, immaginifico e audace. A immagine dei suoi amanti adolescenti, L’amour ouf si abbandona completamente all’amore e alla sua disfatta che lo rende improvvisamente commovente. Recensione ❯
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Un'animata allegoria che parla del delicato momento che vede il passaggio dall'infanzia all'adolescenza. Dagli autori di Un gatto a Parigi. Espandi ▽
Nina ha un papà che le racconta e disegna storie prima di dormire. Arriva però il momento in cui questa tradizione viene interrotta. Non solo perché cresce ma soprattutto perché il genitore è preoccupato perché la fabbrica in cui lavorava ha chiuso l'attività. Con l'aiuto del coetaneo Mehdi, che si trova in una situazione analoga, e con il supporto del riccio che il padre le aveva disegnato, mette in atto un piano per trovare il denaro che il direttore della fabbrica aveva rubato portandola così alla chiusura.
Felicioli e Gagnon tornano a parlare della realtà facendo uso dell'inventività che l'animazione consente. Sanno come partire da una base di realtà sociale, mantenendola sempre presente, per poi costruire una storia di amicizia (e forse di amore) in cui non mancano i momenti thriller. Tutto sempre ad altezza di bambini ma senza dimenticare il pubblico adulto.
Tutto ciò senza forzature grazie proprio all'integrazione di realismo e fantasia che consente di realizzare dei titoli di coda da non perdere. Recensione ❯
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Un flusso di immagini ed emozioni che non teme l'indicibile e il conturbante. Alla sua opera prima Stewart mostra di saper osare. Biografico, Drammatico - Francia, Lettonia, USA2025. Durata 128 Minuti.
Lidia cresce tra abusi e dolore. Nuoto e scrittura sono vie di fuga, ma tra lutti e dipendenze il percorso verso la salvezza sarà lungo e incerto. Espandi ▽
Lidia è una bambina che cresce tra il nuoto e una famiglia in frantumi. Una borsa di studio per il nuoto è la promessa di una vita migliore, ma Lidia dovrà imparare tutto da capo. Ad amare, a rapportarsi agli altri in modo non violento, a sopravvivere a un lutto grave e alle dipendenze multiple in cui finisce per gettarsi. Affamata di vita, intravede nella scrittura una forma di salvezza. È un film viscerale, carnale, appassionato e malato, The Chronology of Water di Kristen Stewart. Un film fuori dall’ordinario che osa portare in scena una storia “scandalosa”, raccontata nell’omonimo romanzo autobiografico di Lidia Yuknavitch. Un flusso amniotico di immagini ed emozioni che non teme l’indicibile e il conturbante. Alla sua opera prima Stewart dimostra di avere maturato negli anni una sua chiara idea di cinema e uno stile nuovo con cui proporla sullo schermo, lontana dalla retorica e dal didascalismo. Un cinema che non deve e non vuole essere rassicurante, intento a raccontare i sentimenti estremi di chi ha subito traumi troppo grandi da elaborare. Recensione ❯
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Il capolavoro di Satoshi Kon, una visione che ha anticipato il rapporto con le immagini degli anni a seguire. Animazione, Giappone2006. Durata 90 Minuti.
Un'investigatrice risolve i suoi casi grazie alle intuizioni avute in sogno. Espandi ▽
Atsuko Chiba è una psicoterapeuta che cura i traumi dei suoi pazienti interagendo direttamente col loro mondo onirico. La terapia è in grado penetrare i sogni e di esplorare l'inconscio mediante il DC-Mini, un dispositivo che apre incredibili prospettive nel trattamento dei disturbi psichici. Prima ancora di essere brevettato, il congegno rivoluzionario viene trafugato e il Dottor Shima, direttore e mentore di Atsuko, imprigionato nel sogno dissennato e delirante di un folle. Il misterioso nemico è deciso a interferire coi sogni degli uomini, a manipolarli e a governare sul mondo sognato e su quello reale.
Paprika porta all'estremo le tematiche del "perfetto blu", continuando a esplorare le relazioni sogno/realtà, immaginazione e realtà, fino a confonderle e a sovrapporle, fino a produrre uno stordimento nel quale perdere trama e spettatore. Recensione ❯
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