Titolo originale | Nora inu |
Anno | 1949 |
Genere | Poliziesco, |
Produzione | Giappone |
Durata | 95 minuti |
Al cinema | 2 sale cinematografiche |
Regia di | Akira Kurosawa |
Attori | Toshirô Mifune, Takashi Shimura, Yasushi Nagata . |
Uscita | lunedì 13 gennaio 2025 |
Tag | Da vedere 1949 |
Distribuzione | Cineteca di Bologna |
MYmonetro | 3,00 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 27 dicembre 2024
Uno dei primi film di Kurosawa (un anno dopo, lui e Toshiro Mifune avrebbero fatto Rashomon). Mifune è un giovane poliziotto a cui rubano la pi...
CONSIGLIATO SÌ
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Il detective Murakami, da poco entrato in forza alla polizia di Tokyo, si fa sottrarre la pistola di ordinanza su mezzo pubblico affollato. Da quel momento inizia la sua ricerca nei bassifondi cittadini per poterla ritrovare. Il suo timore, giustificato, è che con quell'arma si possano compiere degli omicidi. Ad aiutarlo nelle ricerche gli si affianca Sato, un collega più anziano ed esperto in umanità.
Una triste riflessione sugli effetti che la guerra ha avuto sui rapporti tra le persone e sulle psicologie individuali.
Kurosawa, dopo il viaggio nei bassifondi di Tokyo, realizzato ne L'angelo ubriaco, vi fa ritorno con questa vicenda che fece scrivere molti anni dopo (1961) a George Sadoul un'affermazione di stima molto chiara e forse in parte eccessiva ma non priva di una sua ragion d'essere: "Darei cento Rashomon per vedere un solo Cane randagio; questo film e Vivere hanno dato a Kurosawa un posto di primissimo piano".
Si tratta infatti di un film che parte dal noir (il regista dirà di aver tratto ispirazione da Simenon) per allargare sin da subito lo sguardo ad altri generi. Il plot di base è subito dichiarato in apertura su due livelli. Da un lato l'immagine fissa sui titoli di testa di un cane dai tratti temibili. Dall'altro con la dichiarazione da parte del giovane Murakami (un Toshiro Mifune perfettamente calato nel ruolo) del furto subìto di cui, immediatamente dopo, vedremo il flashback.
Tutto questo avviene in una città in cui il calore è insopportabile così come è difficile per molti sopportare una vita che per alcuni si è americanizzata (vedi l'incontro di baseball) e per altri (molti altri) si è trasformata in un formicaio in cui la tessera del riso è diventata un documento prezioso. Kurosawa, grazie alla ricerca del suo protagonista, ce lo fa attraversare con sguardo documentaristico e con orecchio da musicofilo facendoci riflettere sulle condizioni di vita materiale del Giappone del dopoguerra. In esso sono le donne in definitiva ad avere la peggio.
C'è chi si esibisce (ancora una volta all'americana) per un pubblico maschile per poi finire stravolta in una massa di corpi femminili accaldati sdraiati a terra e c'è chi, come una madre, fatica a capire quanto sta accadendo.
C'è poi il livello filosofico-esistenziale che vede Murakami non solo moralmente ossessionato dall'idea che con l'arma di un uomo della Legge possano essere commessi omicidi ma anche tormentato da un'idea originata dal conflitto da poco concluso. Anche lui avrebbe potuto trovarsi dall'altra parte divenendo un malvivente. La scena della lotta, sia sul piano visivo che su quello sonoro, diventa una sintesi di un conflitto interiore a cui si sovrappone una possibile idea (musicale) di riconciliazione con il mondo degli umani. Quegli umani che il dopoguerra ha potuto in parte trasformare in cani randagi pronti a diventare rabbiosi.
Un giovane poliziotto (Toshiro Mifune) si lascia rubare la rivoltella che serve a commettere vari delitti, ma che gli permette infine di ritrovare l'assassino.
Più che d'un film poliziesco a suspense si tratta però d'una descrizione di Tokyo nell'atmosfera di smarrimento e di miseria creata dalla disfatta, coi suoi disoccupati, i suoi banditi, le sue prostitute, gli occupanti, le rovine. Bellissima la sequenza finale: un combattimento tra i fiori d'una palude. Il protagonista, interpretato dall'attore preferito di Kurosawa, è un tipo inquieto e di carattere assai complesso, che insegue continuamente se stesso. E' un film d'una certa importanza, benché non tra i preferiti del regista, che affermò di aver voluto fare" un film alla Simenon".
Da Dizionario dei film, Firenze, Sansoni, 1968
Uno dei primi film di Kurosawa (un anno dopo, lui e Toshiro Mifune avrebbero fatto Rashomon). Mifune è un giovane poliziotto a cui rubano la pistola d'ordinanza. Con quell'arma vengono commesse numerose rapine. Una buona imitazione dei "neri" americani dell'epoca.
CANE RANDAGIO disponibile in DVD o BluRay |
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Il crudo realismo di un visionario, un cinema di azione e di denuncia sociale, un noir con suggestioni alla Lang, un percorso di formazione e una vertiginosa incursione nell’abisso dell’animo umano. Tutto questo è Cane randagio, fino al finale, stupefacente, alla Kurosawa, appunto. La canicola preme sui bassifondi di Tokyo, indagati con minuzioso realismo nella miseria corrotta e spettrale di un [...] Vai alla recensione »
Il poliziotto Murakami viene derubato della pistola, la ricerca dell'arma diventa l'occasione per il fruitore per addentrarsi nei bassifondi di Tokyo dove la criminalità e le malettie infettano gli uomini allo stesso modo. Attraverso l'aiuto del'ispettore Sato, un collega più anziano, Murakami riuscirà a trovare la via che lo condurrà al ladro con cui alla [...] Vai alla recensione »
Purtroppo ho dovuto vedere il film in originale, sottotitolato: che fatica. Penso che sia lo snobismo della critica che impone questa pena agli spettatori