| Anno | 2024 |
| Genere | Documentario, |
| Produzione | Italia, Francia |
| Durata | 83 minuti |
| Regia di | Adele Tulli |
| Uscita | giovedì 14 novembre 2024 |
| Tag | Da vedere 2024 |
| Distribuzione | Cinecittà Luce |
| MYmonetro | 3,25 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 8 novembre 2024
Un documentario che esplora le trasformazioni dell'umanità nel mondo digitale. In Italia al Box Office Real ha incassato 9,9 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Una panoramica globale e caleidoscopica sulle interfacce digitali che hanno ormai permeato la nostra realtà e modellato le nostre abitudini sociali e relazionali: dalle comunità smart in Corea del sud dove gli inquilini vivono immersi nella tecnologia offrendo in cambio i loro dati personali, a una camgirl che si spoglia per i suoi abbonati dal salotto di casa, fino agli avatar di un ambiente VR che offre rifugio e connessione e fa nascere storie d'amore, oppure ai rider youtuber che sfrecciano per strada facendo video tra una consegna e l'altra.
Il digitale è reale, e il reale è digitale. Ogni dicotomia è stata ormai superata, e in questo vivace e immaginifico documentario la regista Adele Tulli fa una sorta di rassegna su dove ci troviamo oggi nel percorso di integrazione tra i due livelli.
Tulli viene dall'esordio con Normal, nel 2019, che si occupava di dinamiche di genere e delle storture a volte grottesche che la costruzione sociale del maschile e del femminile a volte produce.
Il metodo di lavoro rimane lo stesso, segnato da una grande pacatezza e da una distanza misurata tra l'occhio documentario e i suoi soggetti. Ciò che cambia stavolta è che il respiro è globale invece che nazionale, abbracciando continenti e paesi diversi come è giusto che sia visto l'argomento. Dal "normale" al "reale" il passo è breve, e forse anche questo documentario avrebbe potuto avere il titolo del precedente.
Non c'è infatti uno sguardo estremo o di frontiera sui mondi digitali, a esplorare il nuovo, o almeno non per chi ha un minimo di esperienza quotidiana con gli strumenti. Eppure, liberato dal peso della scoperta, il manipolo di storie scelte da Tulli può rilassarsi nel suo notevole calore umano, e nel talento della regista per sublimare eventi sparsi in una coordinata ritualità collettiva.
Come sempre accade, motore di tutto è la ricerca di connessione e di intimità, piacevole da ritrovare in particolare nella serenità di una coppia queer prossima al primo incontro "fisico" dopo una relazione vissuta attraverso la realtà virtuale, oppure nelle interazioni così familiari tra una camgirl e il suo affezionato pubblico, in cui la componente sessuale è piuttosto blanda e si finisce a suonare la chitarra.
Tutte idee ormai normali, appunto, in cui l'umanità si fa strada semplicemente su una "cablatura" (un paio di segmenti sono dedicati anche all'aspetto più concreto della vicenda, andando a curiosare nei data center, o tra chi posa cavi di fibra ottica nell'oceano) piuttosto che su un'altra. È impresa difficile catturare la magnitudine della stranezza e della particolarità che si muove sulla rete in ogni secondo, ma Tulli ci prova andando gradualmente a perdere l'aspetto descrittivo delle varie storie in favore di una pregevole sinfonia puramente ritmica e visiva, a dimostrazione forse di come la consapevolezza cognitiva dell'età che viviamo non necessita di parole, ma soltanto di celebrazione.
L'esperienza umana si muove tra il reale, il virtuale e il fisico, intrecciando mondi tangibili e digitali. Questo concetto è egregiamente espresso dalla bravissima Adele Tulli, che affronta il tema senza pregiudizi, offrendo al pubblico un'immagine di mondi spesso sconosciuti. Quando si è costretti a rifugiarsi nel virtuale per trovare quella libertà che il mondo fisico [...] Vai alla recensione »
Ricordate «Lei» di Spike Jonze? Adele Tulli - nel suo nuovo documentario, evento in anteprima da domani al Nuovo Eden - ci mostra la parte più reale del mondo immaginario delineato in quel lungimirante film di finzione di Spike Jonze sull'innamoramento del protagonista, Joaquin Phoenix, per un'intelligenza artificiale (stile Siri o Alexa) - con la quale dialogava, smettendo di sentirsi solo, ma al [...] Vai alla recensione »
Sessant'anni fa riscossero un grande successo di pubblico i mondo- movies, documentari italiani che se ne andavano per i continenti a cogliere gli aspetti più bizzarri e sensazionalistici delle diverse culture. Presentato a Locarno, nella sezione "Cineasti del presente", Real di Adele Tulli è un mondo-movie del multiverso, un viaggio parabolico vertiginoso in quell'universo misto - reale e virtuale [...] Vai alla recensione »
È l'opera seconda di Adele Tulli, Real, che dopo il bell'esordio di Normal, sorprendente atlante italiano su stereotipi e convenzioni di genere nell'Italia contemporanea, torna a costeggiare i confini tra noto e ignoto, visibile e vedibile, mondo reale e orizzonte digitale. Anche il genere a cui dovrebbe ascriversi, il documentario, sembra stare stretto a questo laboratorio delle immagini che interroga [...] Vai alla recensione »
C'è un trend che va molto di moda ultimamente nella bolla social cinese. Dei ragazzi si lanciano in situazioni surreali, uno schiaffo si può trasformare in una padella piena di spaghetti che con un movimento fluido viene rapidamente sostituita da una tenda. Lo scopo è imitare parodicamente i video realizzati con l'Intelligenza Artificiale. Un segnale chiaro di come i confini tra realtà e finzione si [...] Vai alla recensione »
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Quali e quante forme può avere il reale? Sembrano essere queste le questioni che pone Real di Adele Tulli (alla sua opera seconda dopo Normal),un documentario che cerca una fusione e poi un distanziamento tra l'asetticità dello sguardo tecnologico e le pulsioni dei corpi desideranti che vi si muovono dentro, nella percezione straniante e continua dell'esterno e dell'interno della macchina ancora (per [...] Vai alla recensione »