Avatar - La leggenda di Aang

Il signore del fuoco Sozin, grazie all'arrivo di una cometa che magnifica i poteri dei "firebender" capaci di manipolare le fiamme, scatena una terribile guerra per debellare i monaci "airbender", tra i quali è nato il nuovo Avatar, l'unico essere con il potere di fermare la sua conquista. 100 anni dopo, due fratelli delle tribù dell'acqua di nome Katara e Sokka, lei capace di manipolare l'acqua e lui addestrato come guerriero, trovano un iceberg, nel quale Aang, ossia l'Avatar, è rimasto ibernato per un secolo, insieme al suo bisonte dell'aria Appa. Trovare Avatar è però anche l'obiettivo di Zuko, il principe esiliato dei dominatori del fuoco, che spera di riconquistare il proprio onore consegnando questa mistica figura al padre Ozai. Lo accompagna nell'impresa lo zio Iroh, un corpulento e saggio dominatore del fuoco, mentre a ostacolarli arriverà presto Zhao, un ambizioso e arrogante ufficiale. Alla corte del regno del fuoco si trova infine Azula, la micidiale e astuta sorella minore di Zuko, pronta a tutto pur di diventare l'erede designata...

Adattamento dell'omonima serie animata, amatissima negli Stati Uniti, Avatar - La leggenda di Aang è una trasposizione piuttosto fedele alla prima stagione, ma il passaggio al live action rende più drastici gli scompensi di tono che il cartone animato invece conteneva.

Avatar è una serie di Nickelodon trasmessa per tre stagioni tra il 2005 e il 2008, a firma di Michael Dante DiMartino e Bryan Konietzko. Come nota a margine va segnalato che il pilot fu diretto da Dave Filoni, poi passato alle serie animate di Star Wars, franchise dove ha assunto negli ultimi anni un posizione di vertice. Avatar, che nulla ha a che fare con il film omonimo di James Cameron, era stata già trasposta in live action in quello che probabilmente è il peggior film di Night M. Shyamalan, e Netflix ha deciso di riprovarci in forma di serie Tv. Gli autori dell'originale però a un certo punto si sono staccati dalla produzione, per non meglio precisate divergenze creative, e hanno deciso di realizzare invece un nuovo sequel (ce n'era già stato uno, Korra). Considerato come questi otto episodi condensino senza tradimenti sostanziali la prima stagione della serie animata, è difficile capire cosa abbia portato i due autori originali ad allontanarsi, di certo però la fedeltà finisce qui per essere anche una sorta di boomerang.

Avatar, con la sua schematica divisione del mondo in quattro popoli caratterizzati ognuno da un elemento (aria, terra, acqua e fuoco), può sembrare un'ambientazione molto semplice e adatta anche al pubblico dei più piccoli. E in effetti la serie animata partiva come la più classica delle grandi avventure, dove due giovani protagonisti trovano un prescelto e sono ostacolati da un nemico loro coetaneo, il quale come adiuvante ha una paciosa figura che è quasi una spalla comica. In realtà però la serie svelava presto di essere una storia di guerra e, pezzo per pezzo, raccontava profondi traumi e sensi di colpa lasciati dal conflitto, che oltretutto aveva drammatici colpi di scena e non mancava di nuovi caduti e crudeltà.

La serie Tv del 2024 inizia subito dal conflitto di 100 anni prima, cercando forse di stabilire un tono immediatamente più adulto, ma poi segue le avventure inizialmente piuttosto leggere dei protagonisti - anche se già nel confronto tra Aang e Re Bumi emerge una complessità morale non facilmente risolvibile. Le cose però cambiano drasticamente con il quinto episodio, quando Aang si avventura nel mondo degli spiriti, dove appaiono mostri spaventosi e in un caso davvero inquietanti. A quel punto dell'atmosfera di un prodotto per famiglie non resta quasi nulla, anche perché si fa molto drammatica pure la vicenda di Zuko.

Avatar - La leggenda di Aang ha dunque nel complesso un tono più o meno alla The Mandalorian, con elementi per bambini ma pure per adulti, però non riesce a comunicarlo in modo chiaro: parte come un prodotto per famiglie, con battute dall'ironia infantile, e si trasforma poi in qualcosa che per bambini non è, ma i primi episodi avranno probabilmente tenuto alla larga un pubblico più adulto che non sia già appassionato della storia. Il perché questa confusione sia sembrata accettabile è probabilmente dovuto al largo successo dell'originale: a vedere Avatar - La leggenda di Aang sarà prima di tutto chi ha amato il cartone animato e magari vuole far conoscere la storia a una nuova generazione.

Dal punto di vista tecnico il comparto effetti speciali ha fatto un buon lavoro, che scade solo nell'ultimo episodio dove davvero gli FX visivi si fanno onnipresenti. Lo stile acrobatico dei combattimenti, chiaramente ispirato al cinema cinese detto wuxiapian, riesce poi a rendere gli scontri abbastanza spettacolari senza costringere i giovani attori a troppi momenti di contatto (che infatti sono meno riusciti): la gran parte dei colpi avviene con mosse quasi di danza che scagliano verso il nemico uno dei quattro elementi che i personaggi padroneggiano. I costumi invece lasciano a desiderare, troppo puliti e rigidi non sembrano abiti o armature davvero indossabili, mentre va meglio con le scenografie, tanto da trovare nel complesso un accettabile equilibrio di messa in scena fantasy. A mancare davvero è forse una ragione d'essere, a parte un po' di revisione sui ruoli di maschi e femmine, per adattare meglio Avatar ai nostri tempi, l'adattamento non porta con sé una nuova prospettiva e dunque non aggiunge niente all'originale, se non una confezione "dal vivo". 