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La bella estate, Laura Luchetti incontra Pavese in un elegante e sentito romanzo di formazione

Al suo terzo lungometraggio, la regista romana traspone l'omonima novella di Cesare Pavese inquadrando con maturità, eleganza e un sapore classico il racconto della giovinezza inquieta. Nel cast anche Deva Cassel in un ruolo intrigante. Presentato al Festival di Locarno 2023 e da giovedì 24 agosto al cinema.
di Tommaso Tocci

venerdì 4 agosto 2023 - Recensioni

Torino, 1938. Venuta in città a lavorare assieme al fratello Severino, la giovane Ginia fa la sarta in un atelier di moda. Durante l’estate conosce la misteriosa Amelia, di poco più grande, che fa la modella per vari pittori della città. Attraverso Amelia, Ginia conoscerà tra gli altri i pittori Rodrigues e Guido, innamorandosi di quest’ultimo e chiedendosi come sarebbe se anche lei si lasciasse disegnare.

È al terzo lungometraggio come regista - a cinque anni da Fiore gemello (guarda la video recensione) - che Laura Luchetti incontra il Cesare Pavese della novella “La bella estate”, trovando un felice matrimonio di temi tra quelli a lei cari e quelli da riscoprire nell’opera che il romanziere firmò originariamente nel 1940.

Romanzo di formazione al femminile ambientato nella Torino dell’immediato pre-guerra, storia d’amore celata e di rapporto fiorente con il proprio corpo e il proprio desiderio, La bella estate inquadra con maturità il racconto della giovinezza inquieta, dandogli anche una veste formale elegante e dal sapore classico.
 

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