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Do Not Expect Too Much From the End of the World, una deflagrante esplosione di idee che conferma il talento unico del regista

Radu Jude alza ulteriormente l'asticella con uno stupefacente caleidoscopio di denuncia sociale, satira grottesca e manipolazione visiva. In Concorso a Locarno Film Festival.
di Tommaso Tocci

sabato 5 agosto 2023 - Recensioni

In quel di Bucarest, la vita quotidiana di Angela è fatta di lavoro sottopagato, divisa tra mille incarichi per sbarcare il lunario, risolvere beghe personali, e condurre una prolungata campagna social con il suo alter ego "maschile" che fa la parodia degli influencer alla Andrew Tate. Per conto di una società austriaca scandaglia la città alla ricerca di testimonianze di infortuni sul lavoro da includere in un video aziendale: uno di essi, Ovidiu, finirà per causare problemi che richiedono l'intervento di una direttrice marketing che è la pronipote di Goethe.

Dopo l'Orso d'oro a Berlino nel 2021 per Sesso sfortunato o follie porno, l'autore più iconoclasta del cinema rumeno alza ulteriormente l'asticella con uno stupefacente caleidoscopio di denuncia sociale, satira grottesca e manipolazione visiva.

Jude offre il ritratto definitivo di una Bucarest esausta e perennemente sull'orlo di una crisi di nervi. È una versione contemporanea, arrabbiata e al tempo stesso esilarante dell'"Ulisse" di Joyce, aggiornata all'era del digitale.

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