Il conoscersi reciproco di un uomo e una donna nel cuore di una città per sempre ferita. Drammatico, Francia2023. Durata 91 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un uomo e una donna s'incontrano per caso a Parigi e nel corso della notte arriveranno a conoscersi e rivelarsi. Espandi ▽
Una sera, nell’affollata metropolitana parigina, un uomo e una donna si scontrano casualmente e cominciano a litigare davanti a tutti. La chimica fra i due è in realtà evidente, e poco dopo, infatti, i due fanno l’amore nascosti in una cabina fotografica: è l’inizio di una lunga notte in cui i due sconosciuti – lui si chiama Aymeric, lei Nathalie – passeggeranno e parleranno lungo le strade della città. E una volta giunto il mattino, al momento di separarsi la verità sul loro rapporto verrà scoperta. Interprete e regista, il francese Alex Lutz imbastisce su una trama tradizionale l’indagine psicologica di un uomo e una donna, della loro solitudine e del loro bisogno d’amore. Poco alla volta, così, i due sconosciuti non sono più tali, e nel cuore di una città per sempre ferita, che cerca di guarire osservando i suoi abitanti muoversi come a voler afferrare più vita possibile, trovano la loro risposta alla cognizione del dolore e della perdita. Il loro è solo un gioco, ma come sappiamo niente è più serio dei giochi. Recensione ❯
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Una commedia amaramente romantica attraverso la quale emergono con efficacia pregi e difetti dell'Italia attuale. Commedia, Italia2023. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una storia d'amore "arenata" pronta a mettersi in gioco in un programma televisivo in cui mettere a nudo gioie e difficoltà. Espandi ▽
Paolo e Lucia sono una coppia da otto anni e la loro storia ha attraversato alti e bassi - in primis un tradimento da parte di lui. Entrambi sono attori siciliani che faticano a trovare lavoro nella Roma contemporanea. Dunque Lucia decide di partecipare ad un popolare programma televisivo in cui le coppie raccontano la loro storia e Paolo, sebbene riluttante, accetta. Ma a mano a mano che il racconto televisivo procede i due vengono messi di fronte alle falle della loro vita sentimentale.
Un quarto di secolo dopo Un amore, il regista e sceneggiatore Gianluca Maria Tavarelli torna a raccontare le tortuosità di una storia di coppia, ma trasporta efficacemente il suo racconto nel presente, mostrando come l'amore oggi non possa prescindere dalla spettacolarizzazione di sé che ne mette a nudo, e in parte determina, le fragilità strutturali.
Il film è una commedia amaramente romantica attraverso la quale emergono pregi e difetti dell'Italia attuale, l'impatto devastante della mancanza di lavoro sulle relazioni di coppia e la trasformazione dei sentimenti in una volontaria (o involontaria) pantomima. Recensione ❯
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Film postumo del grande regista scomparso nel 2020. Al centro della storia c'è una ragazza alle prese con un amore lacerante. Espandi ▽
Girato in Kirghizistan nel 2019, concluso e montato da amici e colleghi, La chiamata dal cielo è l’ultimo film di Kim Ki-duk, scomparso nel dicembre 2020. Un dono postumo e inatteso, su cui occorre bilanciare il giudizio e tener conto delle difficoltà di budget incontrate dall’autore, alle prese con una profonda crisi personale e professionale seguita alle accuse di abusi sessuali ricevute da più parti. Al centro c’è ancora una volta una relazione tormentata e distruttiva, che Kim cerca di rendere esemplare dell’inscindibile legame tra Amore e Odio, sesso e perversione, possessività e autolesionismo. I detrattori si soffermeranno sull’evidente misoginia del punto di vista di Kim o sulla fragilità e ambiguità di molti passaggi di sceneggiatura. Ma è giusto, anche perché l’autore e la sua carriera lo meritano, guardare al film come a un doloroso tentativo di introspezione senza giustificazioni né filtri, come lascia intuire l’incipit – una frase di Kim Ki-duk sugli errori del passato e l’impossibilità di intervenire sul Tempo. Recensione ❯
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Una cura formale raffinatissima e colma di pietas accompagna questo racconto dell'orrore in cui non si perde del tutto speranza. Drammatico, Giappone2023. Durata 95 Minuti.
Tsukamoto torna su un tema a lui caro, le conseguenze della guerra sugli esseri umani. Espandi ▽
Il regista giapponese Shinya Tsukamoto torna a raccontare l’impatto devastante della guerra sugli esseri umani, creando un racconto dell’orrore attraversato dall’anima pura, benché avvezza agli stratagemmi della sopravvivenza, di un bambino ancora pronto ad affidarsi e a manifestare empatia verso gli adulti che lo circondano e che tuttavia non sanno proteggerlo, perché non sanno proteggere nemmeno se stessi. Rimanendo essenziale ed economico senza mai rinunciare ad una cura formale raffinatissima, il regista trova nel piccolo protagonista (lo straordinario Oga Tsukao) un centro morale mai edulcorato. Tsukamoto non abbandona mai i suoi personaggi e li accarezza con uno sguardo (e una luce) colmi di pietas. Ma non abbassa lo sguardo rispetto alla devastazione sistemica della guerra, che rade al suolo corpi e costruzioni e incendia anime, oltre che città. Recensione ❯
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Un medico quarantenne sviluppa un'ossessione per una ventenne scatenata che gli capita in ambulatorio e che non perde occasione di stuzzicarlo. Espandi ▽
Scapolo e senza famiglia, il quarantenne Kostis trova lavoro come medico su un’isola dell’Egeo. Dopo un lungo inverno solitario, passato a curare i pochi abitanti del luogo, l’arrivo dell’estate cambia tutto: l’isola si riempie di turisti da tutto il mondo e Suntan viene travolto dall’onda di persone in cerca di divertimento. Dopo Miserere di Babis Makridis, la Trent Film recupera un altro film dell’onda greca degli anni Duemila, espressione di un cinema che osserva con sguardo crudele la dolente solitudine dei suoi personaggi. Come altri connazionali più quotati – ma con una propensione a un cinema di più facile interpretazione – Papadimitropoulos non ci va troppo per il sottile e mostra in maniera ripetitiva e ossessiva la rovina di Kostis, il quale trasforma il suo desiderio finalmente appagato in una ricerca insofferente di soddisfazione e realizzazione, trasformandosi in uno stalker patetico e potenzialmente violento. Recensione ❯
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Cronologia in tre parti della Carrà: molto ritmo e ricchi archivi in un'indagine che rende onore alla show woman di fama internazionale. Biografico, Italia2023.
La storia pubblica e privata di un mito che ha superato ogni barriera culturale e generazionale entrando nell'immaginario collettivo con la sua energia dirompente. Espandi ▽
Carrà-logia in tre capitoli, punteggiati da ricordi e testimonianze delle persone a lei vicine e care: dall'infanzia nel bar di famiglia a Bellaria all'apice del successo di Milleluci (1943-1974); dal trasferimento in Spagna e le tournée in Sud America al rientro in Italia (1975-1983); e infine da Pronto, Raffaella? al passaggio a Mediaset e il ritorno in RAI, con una dissolvenza sugli ultimi anni della show woman, scomparsa nel 2021.
Millecinquecento clip e molte interviste si rincorrono miracolosamente lungo tre ore, chirurgicamente pensate, dopo la sala, per lo streaming in tre puntate su Disney+. Sono egregiamente montate da Chiara Ronchini, Emanuele Svezia e Luca Manes, abili decisori alle prese con un'ardua schiera di informazioni e soprattutto un tripudio, un carnevale, un sabba gioioso e volutamente chiassoso e iperrealista, di coreografie, brani musicali, sigle TV.
Luchetti si accosta all'icona - di gusto, queer, musicale, di costume - senza preconcetti né fanatismi e coinvolge interlocutori competenti. Raffa sa essere insieme rispettosa immersione nella privacy visceralmente protetta dalla Pelloni e viaggio nella storia della tv e del costume italiani. Recensione ❯
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Una serie profonda, complessa, divisiva. Zerocalcare conferma il suo spirito irriverente e iconoclasta e ci fa sentire meno soli. Animazione, Italia2023.
Zerocalcare affonda il coltello nella piaga della realtà di una città in preda al degrado e ai contrasti politici e sociali, e solleva argomenti potenzialmente divisivi. Espandi ▽
Nel quartiere in cui Zerocalcare abita da sempre la tensione aumenta: è nato un centro di accoglienza profughi e i bulli locali ne approfittano per montare la solita polemica contro i migranti. Fra i residenti la reazione è mista: c'è chi è favorevole ad un'inclusione dei profughi, chi invece, come Cesare, amico di Zero fin dall'infanzia, si unisce agli intolleranti. E c'è anche chi si ritrova nel mezzo, senza sapere più da che parte stare.
Michele Rech, alias Zerocalcare, racconta la vita a Roma Est illuminandone le criticità. Con Questo mondo non mi renderà cattivo affonda molto più profondamene il coltello nella piaga della realtà di una città in preda al degrado e ai contrasti politici e sociali, e solleva argomenti potenzialmente divisivi, anche perché dà un volto (la donna bionda sui manifesti sovranisti) e un nome ai personaggi che racconta.
Nell'"età dei grazie al cazzo" e nell'"inverno del narcisismo" c'è un gran bisogno di elaborazioni artistiche come quelle di Zerocalcare, che non fanno sconti a nessuno e stanno attente a rimanere riconoscibili, fin nei rumori di scena. Perché abbiamo un gran bisogno di sentirci meno soli nella confusione del presente in cui "tutto si cancella, tutto sparisce" e c'è fin troppa gente che "soffia veleno" per farci dimenticare di essere cresciuti insieme, e di poter continuare a farlo. Recensione ❯
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Il racconto emozionante e nostalgico dell'impresa di Umberto Nobile al Polo Nord, ad altezza miglior amico dell'uomo. Animazione, Norvegia2022. Durata 91 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
La storia della cagnolina Titina, la star a quattro zampe che ha fatto la storia prendendo parte alla prima spedizione al polo nord a bordo di un dirigibile. Espandi ▽
Roald Amundsen, il famoso esploratore norvegese, è logorato da un’unica idea: diventare l’eroe dei due poli. Nel 1926 stringe un accordo con Umberto Nobile, ingegnere e pilota, per mettere insieme l’esperienza norvegese con i dirigibili italiani e portare a termine l’esplorazione del Polo Nord. A fare da testimone, confidente e compagna di viaggio, in entrambe le occasioni, c’è la cagnetta Titina. Kajsa Næss, regista di Titina, se non è coraggiosa quanto il suo connazionale Amundsen di sicuro è fatta della stessa, solida, pasta. Ce ne vuole, infatti, per affrontare di petto e di testa il mito dell’eroe nazionale, colui che ha passato un anno in mare nell’inverno del 1898 con la nave RV Belgica, che ha battuto sul tempo gli inglesi guidati da Robert Falcon Scott nell’esplorazione del Polo Sud e che, in soccorso alla spedizione di Umberto Nobile del 1928, è scomparso tra i cieli dell’Artico per non fare mai più ritorno. Lo fa con un film di animazione ad altezza miglior amico dell’uomo, che con il suo tratto delicato e bidimensionale punta a trattenere sullo schermo tutto lo sfumato di emozioni possibili. Recensione ❯
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L'incredibile storia del primo dirottatore di un volo transatlantico, veterano del Vietnam, emigrato italiano. Documentario, Italia2022. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
L'incredibile storia di Raffaele Minichiello che ha ispirato il personaggio di Rambo. Espandi ▽
Il 31 ottobre del 1969, Raffaele Minichiello, ventenne di Melito Irpino, Campania, emigrato a Seattle nel 1962, reduce dal Vietnam in credito con l’esercito degli Stati Uniti di 200 dollari, dirotta a Los Angeles un Boeing 707 della TWA diretto a San Francisco: è il primo caso di dirottamente aereo intercontinentale, e sarà anche il più lungo, visto che terminerà a Roma solo 19 ore più tardi. Da tempo Minichiello è un uomo libero e al regista Alex Infascelli racconta la sua vita con uno distacco e un sottile divertimento, quasi a sfidare un destino che per lui ha avuto in serbo terremoti, guerre, tragedie personali e guai di ogni sorta. Se nel film sono restituiti il pathos e l’enormità dell’azione più eclatante di Minichiello, ricostruita con materiali d’archivio, testimonianze e cronologia, il vero interesse di Infascelli, che gestisce il racconto con ritmo pur cedendo a un montaggio troppo televisivo, è ovviamente per la figura del dirottare improvvisato ma straordinariamente deciso, un soldato che si rivolta contro le stesse istituzioni che l’hanno formato. Recensione ❯
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Un uomo è costretto a scendere a compromessi pur di aiutare la sua famiglia. Espandi ▽
Leonid, soprannominato Pamfir, è un buon padre di famiglia ucraino che ha lavorato per anni in Germania. Quando torna al paese natale nella Bucovina, vuole solo una vita tranquilla con i suoi famigliari. Ma il figlio Nazar provoca un incendio nella chiesa locale, e per evitare a suo figlio conseguenze giudiziarie, il padre rimane coinvolto nel contrabbando, principale fonte di reddito della zona, e viene a patti con la mafia locale. Da quel momento scenderà sempre più a fondo in una spirale di compromessi e illegalità in nome dell'amore incondizionato che prova per la sua famiglia e del desiderio di proteggerla a qualsiasi costo.
La scelta di utilizzare continui piani sequenza è un modo per il regista di farci immedesimare nella mancanza di scelta che condiziona le azioni di Pamfir, e per farci precipitare da un piano sequenza all'altro così come il protagonista frana lungo il corso di eventi che non riesce più a controllare.
Anche per lo spettatore Il giuramento di Pamfir può risultare a tratti faticoso, ma è uno sforzo premiato dalla coerenza narrativa di questa storia di resistenza umana animata esclusivamente dall'amore per i propri cari e dalla devozione ad un'etica famigliare che fa parte tanto della tradizione ucraina quanto dell'indole leale del protagonista. Recensione ❯
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Una lucida riflessione sull'eredità del PCI per dirci che il passato deve interessare tutti. Documentario, Italia2023. Durata 65 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
35 anni fa il Partito Comunista Italiano decideva di mutare il proprio nome. Ha ancora senso oggi dirsi comunisti? Espandi ▽
Giovanni Piperno, in prossimità delle elezioni per il Parlamento europeo, propone una riflessione su cosa ha significato essere comunisti in Italia prima e dopo il 12 novembre 1989 quando Achille Occhetto invitò il PCI ad aprirsi ad un profondo rinnovamento.
Un documentario in cui all'inevitabile senso di nostalgia si aggiunge una lucida riflessione su quanto accaduto dopo giungendo fino ai giorni nostri. Troppo spesso, in questo flusso ininterrotto di informazioni che affolla le nostre giornate, si rischia di pensare che il passato, anche quello più vicino a noi, sia remotissimo e pertanto privo di interesse se non per gli storici o i sociologi professionali. Non è e non deve essere così secondo Piperno.
Oggi questo documentario, avvalendosi di filmati amatoriali così come di inchieste realizzate da firme come Gregoretti e Pontecorvo, ci invita a rileggere quanto accaduto per non cedere alla disillusione del 'tanto non ci si può fare nulla'. Qualcosa si può fare partendo dai singoli, dalle persone per non far dimenticare ideali che dovrebbero costituire un patrimonio comune sancito anche dalla Costituzione. Recensione ❯
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L'esordio di Felipe Gálvez è un western revisionista e brutale. Un cinema che non fa sconti ambientato nella Terra del fuoco. Drammatico, Cile, Argentina, Francia2023. Durata 97 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una spedizione parte per rivendicare alcune terre cileni. Si scoprirà presto che le volontà sono altre. Espandi ▽
All'alba del ventesimo secolo, la Terra del fuoco è divisa tra Argentina e Cile e teatro di un commercio rampante nell'allevamento di pecore. Signore indiscusso della zona è l'imprenditore José Menéndez, che si è accaparrato la proprietà dei terreni e non si fa problemi a sterminare le popolazioni indigene che rappresentano un ostacolo alla sua attività commerciale. Incarica infatti l'ex militare scozzese MacLennan di aprirgli una tratta verso l'Atlantico, affiancandogli il cowboy americano Bill. MacLennan porta con lui anche Segundo, un giovane indigeno dalla mira formidabile.
Seppur cominci sotto le mentite spoglie di un tardo western che si estende sugli incredibili paesaggi naturali di un'isola alla fine del mondo, l'esordio nel lungometraggio di Felipe Gálvez muta ben presto in una versione distorta e terrificante del genere.
Il film affronta infatti a viso aperto il sottotesto oppressivo e violento che è parte integrante di tutto ciò che è western, specialmente nella sua variante coloniale, che porta Los colonos dalle parti dello splendido Godland di Hlynur Pálmason. Recensione ❯
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Scopo del film è mettere al centro del racconto proprio la grande magia dell'arte e uno dei luoghi dove meglio la si può apprezzare, il Museo Picasso di Parigi. Espandi ▽
Il documentario segue due filoni narrativi paralleli. Il principale è quello del Museo. Dentro questa trama si sviluppa il ritratto di Picasso, la sua lunghissima vita, le contraddizioni del carattere, le mogli e le compagne, il tutto raccontato in stretta connessione con Parigi, la città che più ha amato e dove ha passato la maggior parte della sua esistenza. Verranno inoltre raccontati aspetti ancora poco conosciuti del pittore, che solo oggi gli storici e gli storici dell'arte iniziano a indagare, come il suo essere stato "uno straniero" a Parigi, uno sradicato, un anarchico 'vigilato speciale' della polizia anche quando era già diventato famoso. Non mancheranno le analisi delle opere, come Les Demoiselles d'Avignon e si scoprirà che è persino possibile gettare uno sguardo 'queer' sull'opera dell'artista. Recensione ❯
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Una profonda testimonianza dell'esperienza palestinese, che si muove tra commedia e studio psicologico. Drammatico, Germania, Francia, Cipro, Palestina2022. Durata 108 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un'amicizia si trasforma in un viaggio fatto da strani incontri. Espandi ▽
Waleed vive a Haifa con la moglie e i figli, e ha da poco deciso di reinventarsi come romanziere. La pagina bianca però lo tormenta assieme a una forte depressione che neanche la terapia sembra poter curare. La sua concentrazione non è aiutata da un nuovo vicino di casa, Jalal, all’apparenza amichevole eppure molesto e poco rispettoso. L’iniziale conflitto tra i due lascia gradualmente spazio a un rapporto più sfaccettato. All’intersezione tra commedia nera, studio psicologico e ritratto di un’amicizia al maschile, la seconda regia di Maha Haj prende in esame il trauma come condizione subdola e serpeggiante nel tratteggiare con cura il rapporto tra due uomini palestinesi nella Haifa contemporanea. Molto del lavoro lo fa la sceneggiatura (premiata nella sezione Un certain regard di Cannes), ma il film non può prescindere dalla chimica tra i protagonisti Amer Hlehel e Ashraf Farah, chiamati ad alternarsi come oggetto di curiosità per lo spettatore ed emblemi di mascolinità complesse, spezzate tra l’aderenza a un archetipo e la presenza sovversiva del segreto. Recensione ❯
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Un omaggio sentito al teatro e al suo valore terapeutico. Con un cast all'altezza. Commedia drammatica, Italia2023. Durata 92 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un lungometraggio che nasce dall'esigenza dello stesso Giuffré, che lavora da cinque anni in teatro con diversamente abili, di portare la "bellezza" di queste persone al di fuori, nel mondo esterno. Espandi ▽
Andrea, Paolo, Carlo e Paolone fanno parte di una compagnia di attori diversamente abili. Venuti a conoscenza di un provino per l'Amleto al Teatro San Ferdinando di Napoli partono senza avvertire nessuno utilizzando il pulmino dell'associazione. Mentre parenti ed assistenti sociali mettono in allarme la polizia e il commissario Claudia Grani inizia a cercarli, i quattro fanno numerosi incontri sul loro percorso. Anche perché al primo autogrill si fanno rubare l'automezzo e debbono cercare il modo di proseguire il viaggio con altre modalità.
Francesco Giuffrè conosce bene il teatro ed altrettanto bene il mondo dei diversamente abili con cui lavora da cinque anni sul palcoscenico. Ora trasferisce tutto ciò sul grande schermo.
Non c'è ombra di pietismo in questo film che ci ricorda anche quanto l'espressione teatrale, sia verbale che corporea, non possa sostituire la scienza ma sia comunque assolutamente terapeutica per chi, nel quotidiano, si sente continuamente condizionato dal volere e dalle indicazioni altrui. Recensione ❯
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