Nativity

Film 2006 | Drammatico, Film per tutti 101 min.

Titolo originaleThe Nativity Story
Anno2006
GenereDrammatico,
ProduzioneUSA
Durata101 minuti
Regia diCatherine Hardwicke
AttoriShohreh Aghdashloo, Keisha Castle-Hughes, Eriq Ebouaney, Ciarán Hinds, Oscar Isaac Matt Patresi, Ted Rusoff, Shaun Toub.
Uscitavenerdì 1 dicembre 2006
DistribuzioneEagle Pictures
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: Film per tutti
MYmonetro 2,86 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Catherine Hardwicke. Un film con Shohreh Aghdashloo, Keisha Castle-Hughes, Eriq Ebouaney, Ciarán Hinds, Oscar Isaac. Cast completo Titolo originale: The Nativity Story. Genere Drammatico, - USA, 2006, durata 101 minuti. Uscita cinema venerdì 1 dicembre 2006 distribuito da Eagle Pictures. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: Film per tutti - MYmonetro 2,86 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 20 dicembre 2012

La storia di Maria e Giuseppe nel viaggio verso Betlemme prima della nascita di Gesù. In Italia al Box Office Nativity ha incassato nelle prime 6 settimane di programmazione 1,5 milioni di euro e 533 mila euro nel primo weekend.

Consigliato sì!
2,86/5
MYMOVIES 2,75
CRITICA 2,33
PUBBLICO 3,49
CONSIGLIATO SÌ
Un promemoria di cui (molti) sentiamo il bisogno, con qualche licenza tollerabile.
Recensione di Edoardo Becattini
Recensione di Edoardo Becattini

Circa due millenni fa, la provincia romana della Giudea è governata da Erode, il quale, preoccupato dalla profezia di Geremia che annuncia la venuta di un grande uomo a guidare il popolo, opprime ogni giorno di più i lavoratori della regione con tasse e soprusi. Nel frattempo, nel piccolo villaggio di Nazareth, la giovane Maria viene chiesta in sposa dal falegname Giuseppe e accetta rassegnata la proposta per alleviare la povertà della famiglia. Un giorno, mentre si trova sotto un ulivo a riposare, riceve una visione che gli annuncia che porterà in grembo il figlio di Dio e che lo chiamerà Gesù.
Dopo aver raccontato l'inquietudine adolescenziale di ragazze disinibite in cerca di trasgressione (Thirteen) e quella dei giovani pionieri della tavola a rotelle (Lords of Dogtown), Catherine Hardwicke si concentra sulla giovane donna per eccellenza della cultura cristiana. La sua rappresentazione della Natività non va interpretata come un prequel de La Passione di Cristo narrata da Mel Gibson. Anzi, in senso inverso rispetto al suo registro precedente, la Hardwicke abbandona ogni osservazione compiaciuta e moralista del dettaglio turpe e del particolare scandaloso e relega a un prologo anticipatore l'unico momento di violenza (la Strage degli innocenti). Il suo peculiare interesse per la psicologia giovanile la porta a focalizzare maggiormente la sua attenzione sulla rappresentazione dei due personaggi protagonisti. Keisha Castle-Hughes e Oscar Isaac donano a Maria e a Giuseppe un'umanità sincera, un corpo e un carattere dotati di un'integrità e di una passione che si cimentano a poco a poco e si intensificano sullo schermo ad ogni nuova tappa del loro viaggio.
La psicologia ha però la meglio sull'estetica e a queste caratterizzazioni forti risponde una sensibilità debole nell'allestimento e nella messa in scena. Gli aspetti più prodigiosi e mirabili della parabola evangelica si riducono alle scelte formali più ingenue e prosaiche, cui il budget da media produzione non riesce a garantire un incremento in spettacolarità. Su tutto il film, aleggia infatti lo spirito di una produzione televisiva natalizia, la sensazione di un presepe vivente ben allestito, che riesce a stimolare solo un coinvolgimento distratto, un'attenzione "dogmatica".

Sei d'accordo con Edoardo Becattini?
Un promemoria di cui (molti) sentiamo il bisogno, con qualche licenza tollerabile.
Recensione di Pino Farinotti

Come era accaduto con la Passione di Gibson, occorre partire da una premessa: non si può non rilevare, per un film del genere, un pregiudizio iniziale, quello del credente o del non credente. Un cattolico è affezionato alla storia della natività, dunque parte da un approccio sentimentale e positivo. Solo che l'approccio, a poco a poco, sfuma. Il film di Catherine Hardwicke riprendendo una storia mille volte raccontata, avrebbe dovuto apportare qualche evoluzione, qualche novità sul piano dell'emozione e dell'incanto. Ma non accade. C'è, certamente, una grande attenzione alle Scritture, c'è anche uno sforzo di rappresentazione reale di quel tempo, i gesti, i costumi, le case, i templi, ma tutto rallenta nel calligrafico e nel didascalico. Circa la premessa iniziale va anche rilevato, con tristezza, che all'anteprima per la stampa, in sala c'erano... sette persone, su duecento posti. Dunque Maria riceve dall'angelo la notizia: partorirà il figlio di dio. Maria è promessa a Giuseppe. Imbarazzo di tutti, naturalmente. Ma l'angelo, in sogno tranquillizza anche Giuseppe. Erode, che teme un'antica profezia, ordina che vengano uccisi i bambini in età "sospetta". Maria e suo marito, avvertiti ancora dall'angelo riescono a fuggire. Per essere censiti, si trasferiscono da Nazareth a Betlemme, viaggio doloroso. Maria partorisce nella grotta. Guidati dalle stelle arrivano i Re Magi. Naturalmente tutto gira intorno a Maria. Le dà corpo e volto Keisha Cstle-Huges, una sorta di brutta copia della Olivia Hussey. Senza la bellezza e la mistica del modello di Zeffirelli. La scelta realistica della produzione ha naturalmente una ragione: Maria era una popolana, una "umile", ma Keisha va troppo a togliere, sorride solo dopo il parto, è quasi antipatica. E Maria, quella vera, certo non era "una qualunque". Suggestivo ed efficace Erode grazie a Ciaran Hinds (Munich, Road to Perdition). Simpatici e un po' grotteschi i Re Magi. Centrato Giuseppe, tormentato, ma forte e buono. L'attore è Oscar Isaac. La Hardwicke cerca di inserire movimento dove può, e anche un po' di violenza, nella strage dei bambini - sapore di Gladiatore-. Attraversando il fiume Maria cade dall'asino e rischia di annegare, licenza tollerabile. Bella la scena del parto. Forse l'unica emozione arriva da lì. Certo il film è benemerito. È un promemoria di cui (molti) sentiamo il bisogno. Bene, che sia stato fatto. Tre stelle, per "sentimento".

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 26 dicembre 2021
elgatoloco

Certamente"Nativity"o meglio"The Nativity Story"(Catherine Hardwicke, soggetto e sceneggiatura di Mike Rich, 2006)è  una rappresentazione in realtà conforme a quanto sappiamo(Vangeli canonici, dove però bisogna dire che , se Matteo e Luca dedicano un certo-.invero limitato. spazio alla natività propriamente dettto, se prescindiamo dall'annunicazione, [...] Vai alla recensione »

mercoledì 4 agosto 2010
G2i3o4

Un Bambino per il più umile degli uomini e per il più grande dei Re.

giovedì 6 gennaio 2022
Bernardino Abate

Pur apprezzando l'impegno della regista nel realizzare un film religioso, si devono constare purtroppo diverse inesattezze biblico, storiche e tradizionali, sull'evento della nascita di Gesù, in particolare: - un'accentuazione esagerata degli abusi del potere romano; - l'Annunciazione dell'Angelo a Maria avviene all'esterno della casa, mentre il Vangelo di S.

Frasi
Chi mi crederà, come potranno capire?
Maria (Keisha Castle-Hughes)
dal film Nativity
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Mariarosa Mancuso
Il Foglio

In un mercato di Chicago hanno vietato i manifesti del film. Potrebbero urtare la suscettibilità dei non cristiani durante lo shopping natalizio. Perché i non cristiani dovrebbero affannarsi a comprare regali, impacchettarli, infiocchettarli, metterli sotto l'albero, e nello stesso tempo sentirsi offesi da Giuseppe, Maria, dal bambinello nato nella grotta, è un mistero che i fondamentalisti del multicultura [...] Vai alla recensione »

Adriano De Carlo
Il Giornale

Presentato tempestivamente nel periodo natalizio, Nativity racconta con, dolce sobria didascalicità le vicende che hanno trasformato una giovanissima fanciulla palestinese nella madre del figlio di Dio, Gesù. Maria (Keisha Castle-Hughes) è una quindicenne che vive poveramente un dignitoso percorso terreno, fino all'annunciazione del suo destino di madre di tutti gli uomini di buona volontà.

Gian Luigi Rondi
Il Tempo

Il cinema inglese rende omaggio alla Natività. Con un film perfetto, sia come struttura narrativa, sia come modi di rappresentazione. Il testo lo ha scritto Mike Rich, il noto sceneggiatore di Scoprendo Forrester. Sua fonte, i Vangeli di Luca e di Matteo, ripresi quasi alla lettera, con l’accortezza di colmare le lacune della loro esposizione concisa con un episodica e dei dialoghi altrettanto asciutti [...] Vai alla recensione »

Massimo Lastrucci
Ciak

Con l'altro film evangelico, di Mel Gibson, ha in comune solo una parte del set (a Matera e in Basilicata, il resto è stato girato in Marocco). Per il resto The Nativity Story è un'operazione assolutamente in linea con la versione mainstream delle Sacre Scritture (ovvero senza inasprimenti espressionisti o chiavi di lettura personalizzate). Tutto è rispettato quasi alla lettera e ciò, curiosamente, [...] Vai alla recensione »

Giorgio Carbone
Libero

La "Nativity" è naturalmente quella di Gesù. Raccontata secondo la consecutio cara ai bigini delle sacre scritture. Fidanzamento dell'adolescente Maria col meno giovane Giuseppe. Nozze. Annunciazione (niente voce fuori campo, l'angelo entra in scena e sembra quello dell'immaginetta). Gravidanza. Parto nella capanna di Betlemme durante il censimento delle popolazioni della Galilea.

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