Una classica storia d'amicizia raccontata in maniera divertente e moderna. Presentato ad Alice nella città (Eventi Speciali) e da giovedì 21 ottobre al cinema.
di Marianna Cappi
A scuola di Barney tutti hanno un B*bot. Quel robottino che si nasconde sotto il guscio luminoso della multinazionale Bubble è diventato subito, dal momento del suo primo lancio sul mercato, il migliore amico di ogni ragazzino, e in un attimo ha conquistato l'intero pianeta. Il B*bot funziona da mezzo di trasporto, da estensione per i videogiochi, da computer portatile, da compagno di chiacchiere e soprattutto da connettore sociale: è lui che ti sceglie gli amici giusti, sulla base di gusti, profili, affinità. Proprio quando l'undicenne Barney Pudowski comincia a pensare che non ne avrà mai uno, dentro un pacco regalo un po' ammaccato arriva "Ron". Solo che Ron non fa nulla di ciò che dovrebbe fare un B*bot e -quel che è peggio- il suo comportamento è un continuo, imbarazzante "fuori programma".
Il mondo in cui è immerso Barney Pudowski non è molto diverso dal nostro e i B*bot non sono in fondo molto diversi dagli smartphone, se non per le dimensioni accresciute e la forma a uovo: parametri che esprimono visivamente l’importanza che i ragazzini danno ai loro strumenti di comunicazione e la cura che ne hanno e che li porta istintivamente a non separarsene mai.
Al di là delle divertenti strizzatine d’occhio alla parabola della Apple, oltre la capra che puzza e la merenda di zampe di gallina, Ron - Un amico fuori programma funziona perché ha un nucleo classico e risponde in maniera moderna al bisogno di rotolarsi nell’erba senza rinunciare alle buone novità della tecnologia.