Giovanni e Chiara sembrano una coppia perfetta: si sono trovati, si sono innamorati, si sono sposati e a tutti pare che siano le proverbiali due metà della stessa mela, perfettamente complementari e perfetto per stare insieme finché morte non li separi. Oppure no? Proprio Chiara, con l’andare dei mesi e degli anni, si accorge in realtà che la relazione col marito sembra essersi stabilizzata in una maniera insoddisfacente, il loro matrimonio non la rende felice e, anzi, il loro rapporto è andato via via logorandosi. Dopo aver meditato a lungo queste cose, la donna decide letteralmente di fuggire, lasciare di soppiatto la casa che lei e Giovanni hanno messo su e provare a prendersi del tempo per sé, anche per capire meglio cos’ha davvero intenzione di fare, visto che – nonostante tutto – la lettera che ha scritto (e riscritto, più volte) per lasciare il marito non la convince al punto che finisce addirittura nel cestino.

Proprio poche ore dopo la fuga, durante la festa a sorpresa per il suo quarantesimo compleanno che le aveva organizzato di nascosto, Giovanni si rende conto che la moglie è sparita e, quando viene ritrovata la lettera famosa, che è effettivamente rimasta nel cestino e viene rinvenuta per puro caso, si convince che Chiara abbia voluto lasciarlo per sempre. Da qui, il lutto in tutte le sue fasi: il rifiuto, la rabbia, il patteggiamento, la disperazione ma senza mai arrivare all’accettazione perché, dopo breve ma intensissima tristezza, il nostro salta su come una molla, divorato dal convintissimo desiderio convintissimo di reagire e riconquistare la moglie perduta.

Di conseguenza, Giovanni inizia a interrogarsi su cosa sia andato storto e non abbia funzionato all’interno del suo matrimonio, visto che a lui è sempre parso che tutto filasse liscio finché Chiara non ha deciso di lasciarlo. Mentre cerca di rimettere insieme i pezzi per trovare la chiave per riconquistare la moglie fuggiasca, il marito abbandonato inizia anche a ingegnarsi per mettere a punto piani e strategie che gli consentano di far cambiare idea alla consorte, aiutato anche dal suocero che gli vuole moltissimo bene (e spesso anche in maniera fin troppo ingombrante).

Ridatemi mia moglie è una miniserie di Sky suddivisa in due episodi - disponibili in streaming su NOW il 13 e 20 settembre (con pass Entertainment, al costo di 3€ per il primo mese, poi 14,99€) - che adatta l’originale inglese I Want My Wife Back per il pubblico italiano ma ci mette del suo per calare nella realtà nostrana lo spunto di trama della versione britannica, mescolando la tradizione della commedia brillante di ambientazione familiare a un ritmo e a dei toni più contemporanei e direttamente mutuati dallo stile anglosassone.

Naturalmente, a cavallo di queste influenze, c’è un Fabio De Luigi perfettamente a suo agio che galleggia comodamente tra tutti i “genitori” della miniserie e gigioneggia in maniera tremendamente efficace, sfruttando la premessa di trama (cinica) più attuale ma prendendosi anche gli spazi tipici dell’istrionismo italiano da commedia.

Del resto, ad appoggiare il comico romagnolo c’è Alessandro Genovesi, ormai regista veterano dell’incarnazione più moderna delle commedie all’italiana nonché collaboratore abituale di De Luigi: la coppia ha infatti lavorato insieme su ben sei film negli ultimi dieci anni ed è ormai rodatissima. Non solo, proprio Genovesi è diventato ormai maestro dei tempi, dei modi e delle situazioni tipiche di produzioni leggere e da ridere ma che non si abbandonano all’umorismo più crasso e caciarone.

Tante le garanzie all'interno del cast: Diego Abatantuono è una leggenda del cinema leggero (e non solo) tricolore, Carla Signoris e Diana Del Bufalo sono due certezze assolute quando si parla di commedia così come Alessandro Betti è un caratterista di talento, volto noto anche per il grande pubblico grazie a Buona la prima. Infine non bisogna dimenticare Anita Caprioli, perfettamente a suo agio nelle vesti dell’indecisa Chiara.