Anno | 2020 |
Genere | Documentario |
Produzione | USA |
Durata | 119 minuti |
Regia di | Bryan Fogel |
Attori | John O. Brennan, Donald J. Trump . |
Tag | Da vedere 2020 |
MYmonetro | 3,66 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 15 febbraio 2021
Accolto con una standing ovation al Sundance Film Festival 2020, la storia dell'omicidio del giornalista del Washington Post Jamal Kashoggi ricostruita dal premio Oscar Bryan Fogel. Il film ha ottenuto 1 candidatura a BAFTA, ha vinto un premio ai Writers Guild Awards,
CONSIGLIATO SÌ
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Opinionista e giornalista saudita che negli anni aveva assunto posizioni sempre più critiche verso il regno del suo paese, fino a lasciarlo per rifugiarsi in America dove scriveva per il Washington Post, Jamal Khashoggi fu ucciso all'interno del consolato dell'Arabia Saudita a Istanbul, dove si era recato per ottenere un certificato necessario alle prossime nozze con la fidanzata, Hatice Cengiz.
Quest'ultima lo ha atteso fuori dai cancelli e non lo ha mai più rivisto, testimoniando poi alle Nazioni Unite in sua memoria. L'attività di "dissidente" di Khashoggi viene ricostruita prima, durante e dopo la sua morte, attraverso l'intervista a Omar Abdulaziz, un attivista che insieme a Khashoggi aveva deciso di ribellarsi alla morsa oscurantista in cui il governo ha stretto il loro paese.
Il brutale assassinio di Khashoggi, avvenuto nell'ottobre 2018, è uno di quegli eventi che sfida la percezione tutta contemporanea di un mondo ultra-visibile, ultra-connesso e ultra-trasparente.
Il tipo di mondo in cui una potenza globale non potrebbe permettersi di far "scomparire" una persona scomoda che delle telecamere hanno accompagnato fino alla sua soglia. Eppure è ciò che è successo, nella quasi totale impunità sulla scena internazionale, con il ruolo dell'Arabia Saudita e in particolare del suo famoso principe Mohammed bin Salman.
Ne indaga la vicenda il nuovo documentario di Bryan Fogel, il quale con il precedente Icarus (su un vasto programma statale di doping sportivo in Russia) era arrivato a vincere un Oscar, e che qui affronta una storia ancora più incredibile, tragica e spinosa. Quanto accaduto a Jamal Khashoggi è in realtà abbastanza auto-evidente, e il merito di The Dissident non risiede tanto nella componente investigativa, né nella capacità di portare alla luce nuovi elementi sull'omicidio, ma piuttosto nel disporre le informazioni già conosciute di fronte allo spettatore in modo ordinato, che renda lampante la dimensione sia personale che globale dell'intrigo.
Di quanto accaduto quel giorno all'interno del consolato sono ormai note perfino le trascrizioni dei dialoghi tra gli agenti sauditi che discutevano di come sbarazzarsi del corpo di Khashoggi, una sezione che occupa la parte centrale dell'opera e che costituisce un pezzo di lucidissimo cinema documentario.
Oltre alla ricostruzione del momento, Fogel si appoggia principalmente a due figure centrali come quelle di Cengiz (fidanzata) e Abdulaziz (collega attivista), entrambe legate personalmente al "dissidente" del titolo ed entrambe tragicamente coinvolte nella sua morte, la prima perché il pretesto per attirare Khashoggi nel consolato era un documento necessario al loro matrimonio, e il secondo perché hackerato dal governo saudita, operazione che rivelò la pericolosità delle loro iniziative future.
Specialmente nelle parti dedicate ad Abdulaziz, Fogel si fa certamente prendere la mano dai linguaggi del thriller, esagerandone la rappresentazione filmica da spy story mentre segue il giovane uomo tra le strade di Montreal dove è rifugiato. Così come non riusciti sono gli inserti in computer grafica per spiegare una lotta tra "api" e "mosche" sulla propaganda da social media. Espedienti un po' grossolani senza dubbio utilizzati in nome dell'efficacia, visto che The Dissident risulta una visione appassionante, tesa e dal gran ritmo. Facile da seguire quanto difficile da tollerare, specialmente nella parte conclusiva: essa troverà uno spettatore emotivamente provato dal destino tragico di un uomo, chiedendogli però di ragionare sulle ramificazioni globali di una storia che ha a che fare con l'intimidazione, la propaganda e i livelli più alti dell'economia planetaria, quella che inevitabilmente entra in conflitto con la legge e la giustizia internazionale.
A quello spettatore, quindi, il compito di prendere nota, non soltanto di quanto successo nel 2018 ma delle sue conseguenze odierne. Che comprendono ad esempio un ragionamento su dove questo film sarà visibile, così come di dove non lo sarà, visto che Fogel, regista premio Oscar con dei legami forti nella grande distribuzione digitale, ha trovato molte difficoltà nel farlo uscire dopo la presentazione al Sundance.
Has the sacrificial animal arrived? Così, con questa frase d'urto, si apre il film documentario: The dissident che ha vinto un Bafta, un Writers Guild Award e ha avuto un'accoglienza enorme al Sundance Film Festival. La frase apre anche il documento che registra le conversazioni rubate nell'ambasciata saudita a Instanbul di 15 uomini di Riad, tra [...] Vai alla recensione »
Has the sacrificial animal arrived? Così, con questa frase d'urto, si apre il film documentario: The dissident che ha vinto un Bafta, un Writers Guild Award e ha avuto un'accoglienza enorme al Sundance Film Festival. La frase apre anche il documento che registra le conversazioni rubate nell'ambasciata saudita a Instanbul di 15 uomini di [...] Vai alla recensione »
Has the sacrificial animal arrived? Così, con questa frase d'urto, si apre il film documentario: The dissidentche ha vinto un Bafta, un Writers Guild Award e ha avuto un'accoglienza enorme al Sundance Film Festival, corroborata da una standing ovation. La frase apre anche il documento che registra le conversazioni rubate nell'ambasci [...] Vai alla recensione »
Has the sacrificial animal arrived? Così, con questa frase d'urto, si apre il film documentario: The dissident che ha vinto un Bafta, un Writers Guild Award e ha avuto un'accoglienza enorme al Sundance Film Festival. La frase apre anche il documento che registra le conversazioni rubate nell'ambasciata saudita a Instanbul di 15 uomini di Riad, tra cui il capo dei servizi, un anatomopatologo, dei poliziotti; [...] Vai alla recensione »
Anatomia di un omicidio. La vittima, Jamal Khashoggi, era un influente giornalista saudita, un tempo vicino alla famiglia reale ma da anni in esilio negli Usa dove sferzava il suo paese dalle pagine del Washington Post. Gli esecutori un gruppo di tagliagole di regime volati a Istanbul da Riad che il 2 ottobre 2018, quando Khashoggi entrò nel consolato saudita per sbrigare le pratiche necessarie a risposarsi [...] Vai alla recensione »
Si sa tutto, ma con ogni probabilità non si potrà fare niente. Si sa chi ha ucciso, in modo estremamente efferato, il dissidente saudita Jamal Kashoggi, facendone poi sparire il cadavere; e si sa anche, con assoluta certezza, che l' ordine di assassinarlo è arrivato dai gradi più alti del regime. Eppure i mandanti se ne restano ben saldi al potere, individuati da magistratura indipendente e mass media [...] Vai alla recensione »
Una delle caratteristiche che più facilmente saltano all'occhio di Icarus, documentario di Bryan Fogel vincitore del Premio Oscar e precedente a questo The Dissident, è il suo essere totalmente schiacciato sul presente. Il racconto del doping di stato russo è una continua scoperta, fatta ed esperita, nel segno di un'immediatezza che genera una vicinanza umana genuina tra il regista e il suo testimone, [...] Vai alla recensione »
Si intitola The Dissident ma dovrebbe esserci una s in più in finale di parola, di modo da declinare il termine al plurale. Il nuovo documentario diretto da Bryan Fogel, regista premio Oscar nel 2017 per Icarus, rispecchia fedelmente le caratteristiche autoriali a lui più care. Dal particolare al generale, dal singolo al collettivo: The Dissident non è una discesa negli abissi, ma una risalita verso [...] Vai alla recensione »
Più che allarmante, The Dissident è un film disarmante. Dimostra come il raggiungimento della verità in uno spazio politico-economico di assoluta potenza, com'è oggi quello dell'Arabia Saudita, porti la giustizia all'oblio più detestabile, attraverso l'immoralità di governi che per vantaggi propri si accontentano al massimo di condanne fittizie. I giornalisti che muoiono "sul campo" ogni anno in giro [...] Vai alla recensione »
Un racconto cinematografico sull'omicidio del giornalista saudita Jamal Khashoggi non ha bisogno di particolari artifici: i fatti nudi e crudi sono di per sé sinistri e drammatici. Un raccapricciante omicidio nel consolato in un paese straniero, un principe ambizioso e insofferente nei confronti dei dissidenti, un regno con un peso finanziario enorme.
Pressoché lo stesso shock si prova assistendo alla visione di The Dissident, da qualche giorno disponibile su #MioCinema, la prima piattaforma digitale del cinema d' autore: finanziato dalla Human Rights Foundation, il documentario consiste nell' anatomia dettagliata e appassionata del labirinto di bugie e depistaggi dietro cui si celano le scomode verità del più che probabile assassinio del giornalista [...] Vai alla recensione »
Mentre si va avanti nella visione di The Dissident è quasi impossibile non sentire rimbombare in testa gli elogi di Renzi alla monarchia «rinascimentale» del sovrano saudita Mohammed bin Salman. Non si tratta di scandalizzarsi, e tantomeno di stupirsi, sappiamo che il «giudizio» sui governi dipende dagli interessi delle economie e della geopolitica senza dimenticare che molti degli attori nella vicenda [...] Vai alla recensione »