Titolo originale | Sole |
Anno | 2019 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 102 minuti |
Regia di | Carlo Sironi |
Attori | Sandra Drzymalska, Claudio Segaluscio, Bruno Buzzi, Barbara Ronchi, Vitaliano Trevisan, Marco Felli . |
Uscita | giovedì 24 ottobre 2019 |
Distribuzione | Officine Ubu |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,79 su 25 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 28 ottobre 2019
Cosa significa diventare padre, diventare genitori? Cosa si prova a posare lo sguardo su una creatura appena nata di cui ti devi prendere cura, di cui ti senti responsabile? Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, 1 candidatura a David di Donatello, Il film è stato premiato agli European Film Awards, In Italia al Box Office Sole ha incassato 31,6 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Ermanno è un ragazzo senza direzione, che passa il tempo a giocare alle slot machine e campa di espedienti, non sempre legali. Suo zio Fabio gli affida l'incarico di fingersi il padre del bambino che Lena, una ragazza polacca, porta in grembo, in modo da poter adottare il nascituro insieme alla moglie Bianca, cha da (troppo) tempo desidera un figlio. Ermanno obbedisce, un po' a fronte del compenso promesso, un po' perché zio Fabio è la sua unica famiglia, un po' infine perché non sa nemmeno lui che cosa vuole dalla vita: solo che, qualunque cosa sia, non la sta ottenendo.
Sole, lungometraggio di debutto di Carlo Sironi, classe 1983, è innanzitutto la storia di due orfani, Ermanno e Lena, che non hanno idea di quale sia il loro posto nel mondo, né men che meno quale posto dare ad un bambino destinato a nascere in questo mondo così com'è.
Sironi ha alle spalle alcuni cortometraggi - Sofia, Cargo, Valparaiso - premiati ai festival internazionali, e già l'insistenza su un titolo di una sola parola dà la misura dell'essenzialità della sua visione. La narrazione di Sole è asciutta, lineare, quasi ascetica, con un'ottima padronanza del mezzo cinematografico (e il contributo significativo della fotografia dell'ungherese Gergely Poharnok) e un grande senso del pudore nel raccontare una storia di giovani anime perdute. Il problema, per un regista abituato a frequentare i grandi festival internazionali, è che questa storia è stata già raccontata al cinema infinite volte (un esempio per tutti: i fratelli Dardenne) e già dalla prima inquadratura sappiamo qual è la parabola che si andrà a delineare: poche svolte narrative, una sola piccola sorpresa finale, e una carenza di tensione che fa sembrare il film più lungo e più lento di quanto giovi ad un racconto già di per sé scarno e disadorno. Il formato 4:3, scelta azzeccata per descrivere una situazione claustrofobica, aiuta a creare l'atmosfera giusta ma costringe ulteriormente la visuale: una decisione probabilmente voluta, ma di difficile gestione per gli spettatori. I due attori protagonisti, Sandra Drzymalska (fisicamente simile a Elle Fanning) e Claudio Segaluscio, sono intensi e convincenti, anche se a Segaluscio tocca incarnare la catatonia di Ermanno dalla prima alla (pen)ultima scena.
Vitaliano Trevisan è una riconoscibile voce fuori campo nei panni di un medico asettico come i suoi strumenti sanitari, mentre Bruno Buzzi e Barbara Ronchi sono gli aspiranti genitori. Sironi ha un evidente talento registico, un gusto raffinato per l'immagine, ma l'alternanza del nitore con i fuori fuoco, e alcuni stratagemmi visivi come l'inquadratura di profilo dei protagonisti stagliati contro lo sfondo alla lunga diventano ripetitivi, così come la musica insistita di sottofondo (benché valida, a firma di Teoniki Rozynek). Se Sironi riuscirà a liberarsi da queste piccole prigioni e ad appoggiarsi ad una struttura narrativa più ricca (questa è di Giulia Moriggi e Antonio Manca, insieme al regista) diventerà un autore da tenere d'occhio: il potenziale c'è tutto.
SOLE disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
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€10,99 | – | |||
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Film formula di stampo 'autoriale' per un regista al debutto che non si accontenta di raccontare una storia ma cerca inutilmente di guadagnarsi il titolo di autore inscenando un film piatto, senza personalità, senza emozioni (il protagonista è emblematico in tal senso) e che vorrebbe colpire con la durezza della realtà. Peccato che questo film più che neo realista [...] Vai alla recensione »
È facile riconoscere in questo film la falsità di regista e produttori che attingono a piene mani da registi e cinematografie anni 2000 dandole in pasto a un pubblico che si spera abbia dimenticato. La trama è un plagio di Il matrimonio di Lorna dei registi belgi Dardenne. Gli occhi a mezz'asta del protagonista cosa vogliono dirci? Che in periferia non si ride? Grazie caro [...] Vai alla recensione »
Film minimalista, tenero, coinvolgente, che sa commuovere e - con tutti i suoi inevitabili difetti - si inserisce bene nel panorama del cinema italiano contemporaneo, in cui i difetti sicuramente non sono merce rara. Un cinema, insomma, che si apprezza o non si apprezza a seconda della propria sensibiltà e cultura. Basta vedere la maggior parte dei commenti qua sopra per capire a quanti questo [...] Vai alla recensione »
Lena è una giovane donna polacca che arriva in Italia per vendere il bambino che ha in grembo. Ermanno si fingerà il padre per poter favorire inseguito l’affidamento a suo zio Fabio. Le settimane che Lena e Ermanno trascorrono insieme cominceranno a produrre dei piccoli mutamenti nelle loro prospettive e, quando nasce Sole, in anticipo sui tempi previsti, la necessità di [...] Vai alla recensione »
Una storia che sfrutta lo spettatore parlando di poveri e disadattati senza alcun interesse. Film sciacallo
Perché realizzare un film su personaggi che non amano, non si amano, e il pubblico con loro? Regia sadomasochista che disprezza i due protagonisti, visti sempre come vittime da compatire e martiri da giudicare. Un film che dimostra quanta immaturità si possa nascondere in questi film pesanti, dove il tema sociale dovrebbe sorreggere tutto.
Emozionante dall'inizio alla fine, personaggi e ambientazioni finalmente ben caratterizzati e credibili. Ci vorrebbero più film italiani così.
Film molto asciutto questo "Sole", forse un pò troppo. La non-recitazione dei due protagonisti principali alla lunga estenua la pazienza dello spettatore, il quale si consola col dipanarsi della vicenda di maternità surrogata/ affido che, tutto sommato, si svolge in modo realistico e senza i classici tragici imprevisti. Certo, resta un enigma la scelta di dedicare il ruolo di [...] Vai alla recensione »
È sempre triste sparare sulla croce rossa ma questo film è più vecchio dei tempi dei Lumiere. Stupidamente accademico, recitazione oltre ogni limite di sopportazione (gli attori non cambiano espressione per tutto il film, è davvero imbarazzante) e storia vista e rivista sul mercato nero delle adozioni... guardo Games of Thrones che è meglio.
Un film carico di una dolcezza per niente banale, capace di trasportare lo spettatore nella vicenda in punta di piedi. Finale meraviglioso.
È raro vedere film di questa delicatezza e intensità. Il regista al suo primo film tratta con cura emotiva e formale un tema complicato e restituisce allo spettatore durante il passere dei minuti qualcosa di nuovo e potente. Nella recitazione distante degli attori, nell'incontro di queste due solitudini risiede la forza del film. Finale da lacrime.
Un film dietro il quale è possibile vedere lo sguardo del regista.Molto bravi i due attori protagonisti, che danno corpo ai loro personaggi: la storia di Ermanno e Lena ti coinvolge a poco a poco fino a esplodere.Assolutamente consigliato.
... ... sotto tutti i punti di vista (l’argomento – fortemente divisivo -; la recitazione – decisamente in sottrazione, a volte giocata su movimenti quasi impercettibili della mascella; la colonna sonora – quasi completamente assente; il montaggio – che asseconda la inevitabile lentezza con cui deve dispiegarsi la parabola attraverso cui una persona [...] Vai alla recensione »
All'interno del film, Sironi sceglie di raccontare una tematica di grande attualità, troppo spesso relegato all'interno di inchieste, reportage giornalistici o affrontato in in modo superficiale. Tuttavia sceglie di farlo non attraverso una grande storia, bensì una storia quotidiana. Lena è una ragazza polacca che accetta di vendere la propria figlia ad una coppia [...] Vai alla recensione »
Film tradizionale, ma nel senso migliore del termine. Cinema italiano che si ispira ai grandi realisti del passato. Attore protagonista poco espressivo. Consigliato.
Ci vuole un po'. Ci vuole un po' per entrare nel mood, nei ritmi, nei silenzi, nell'asciuttezza di questo film. Per ascoltare quello che non viene detto. Per sentire i desideri che provano i protagonisti. Poi ci si finisce dentro.
Sole, come il nome della bambina che una ragazza polacca sta per partorire, e che è destinata a un'altra donna, per diecimila euro. Sole, anche, come le molte anime sole di questo film. Tutte, praticamente.
È una storia di solitudini, questo film. Quella di Lena, la ragazza polacca. Quella di Ermanno, il ragazzo che la deve sorvegliare fino alla "consegna". Più taciturno di lei, con uno sguardo a metà fra Charlot e Nosferatu: un'espressione quasi catatonica. Scopriremo poi che si porta addosso le cicatrici di una tragedia familiare. È sola, però, anche la donna che ha commissionato l' "acquisto".
C'è solitudine in ogni inquadratura. Anche quando Ermanno e Lena sono con altre persone - medici, infermieri - noi queste altre persone quasi non le vediamo: sono voci, dettagli di corpi, figure spesso fuori campo. Lo sguardo di Carlo Sironi, trentaseienne regista debuttante ma con le idee chiare, punta quasi soltanto su loro due. L'appartamento nel quale Ermanno e Lena passano i giorni, nell'attesa del parto, è spoglio, come sono spogli i loro dialoghi.
Pare tutto minimale, afasico, bloccato. Ma piano piano sboccia, ci porta dentro quelle due vite bloccate, Ermanno che perde i soldi alla Snai e Lena che sta per perdere la sua bambina. Per dare volto a una di queste due vite, quella di Ermanno, Carlo Sironi sceglie un ragazzo che non ha fatto cinema. Si chiama Claudio Segaluscio: nell'asciuttezza scabra del suo (non) recitare c'è aria di neorealismo. E così negli impacci con la lingua italiana di Lena, l'attrice polacca Sandra Drzymalska: che lascia bene intravedere, sotto la durezza e i silenzi, uno smarrimento profondo.
Sono chiusi in un appartamento, il rumore della porta che sbatte, delle chiavi che girano sono, a volte, gli unici suoni per secondi infiniti. Sono due prigionieri. E piano piano tutto questo emerge con nitidezza, in un modo che nessun dialogo avrebbe spiegato. E allora, tanto più forte, tanto più lancinante può diventare un momento di tenerezza muta, spoglia, a scuotere come un sisma quel buio interiore.
Fredda è anche la temperatura di colore, in tutto il film. Siamo immersi nel blu, fra le sfumature del blu: è un film in blu e nero, come le pellicole mute colorate negli anni '80. Siamo in un acquario perpetuo: bluastri gli interni, i riflessi del televisore sui volti, le luci della discoteca. È come se non ci fosse sole, in questo film che porta il sole nel titolo. Ma allora, un minuto con qualche riflesso rosa, con il vestito rosa di Lena che balla in una festa, diventa apparizione estatica, diventa meraviglia: mentre lei, incinta, sola, balla piano amando solo la musica, tutto sembra cambiare. E già che ci siamo, dedichiamo una riga alla colonna sonora, firmata da Teoniki Royznek che interviene raramente, ma - con le sue sonorità elettroniche, rarefatte, aliene - non è mai banale.
E insomma, siamo di fronte a un film che parte gelido, apatico, afasico, come il suo protagonista Ermanno. E che piano piano cambia, proprio come, per impercettibili spostamenti, cambia Ermanno. È la storia di due anime che sorgono, questo film. E allora, anche il titolo lo capisci meglio, lo ami di più.
Ermanno è un ragazzo senza direzione, che passa il tempo a giocare alle slot machine e campa di espedienti, non sempre legali. Suo zio Fabio gli affida l'incarico di fingersi il padre del bambino che Lena, una ragazza polacca, porta in grembo, in modo da poter adottare il nascituro insieme alla moglie Bianca, cha da (troppo) tempo desidera un figlio. Ermanno obbedisce, un po' a fronte del compenso promesso, un po' perché zio Fabio è la sua unica famiglia, un po' infine perché non sa nemmeno lui che cosa vuole dalla vita: solo che, qualunque cosa sia, non la sta ottenendo.
Dal 24 ottobre al cinema, Sole è il lungometraggio d'esordio di Carlo Sironi ed è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti. Il film ha vinto il Premio Fedic, il Premio Lanterna Magica e il Premio Nuovoimaie Talent (Claudio Segaluscio).
L'attrice Barbara Ronchi racconta la sua esperienza sul set del film.
Presentato nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia, Sole è un'opera prima tanto coraggiosa quanto ambiziosa, in grado di mettere in luce il talento di Carlo Sironi non solamente per la serietà e la misura nei confronti della materia trattata, ma soprattutto per la forma cinematografica adottata nel farlo. La storia narrata non parla (solo) di Ermanno (Claudio Segaluscio) e Lena (Sandra [...] Vai alla recensione »
Ci sono due storie in questa storia: da una parte Lena, una ragazza polacca incinta, ed Ermanno, che l'ha messa in contatto con suo zio e la moglie. Dall'altra, appunto, Bianca e Fabio, che non riescono ad avere figli e vogliono adottare il bebè di Lena. Ermanno farà finta di esserne il padre che non se ne può occupare per favorire il piano. E tutto accade Il dove queste inadeguatezze si incontrano [...] Vai alla recensione »
Sembra di stare in un acquario. Fuori c'è il mare di Nettuno, mentre dentro l'appartamento spoglio dove vivono Ermanno e Lena tutto è immerso in una penombra turchese- verde-marrone. Idem nell'ospedale dove Lena, incinta, fa esami ed ecografie, o nella sala slot dove Ermanno perde tutti i soldi che racimola con piccoli furti e altri espedienti. Pure i movimenti dei personaggi sono lenti, ripetitivi, [...] Vai alla recensione »
Esiste, non solo nel cinema italiano d'autore, una sorta di "estetica della depressione" (Zen, Fiore gemello). I personaggi non si parlano oltre logica, ambienti freddi se non ostili, di principio si prosciuga per drammatizzare. L'esordiente Sironi, figlio di Alberto (Montalbano), fiancheggia, ma in fondo si salva cedendo a ottimi giovani (Drzymalska e Segalscio) sofferenza e speranza, Lena che vende [...] Vai alla recensione »
Due solitudini quasi metafisiche e una vita che nasce. La prima solitudine viene da lontano ed è quella in cui è chiusa Lena (la portentosa Sandra Drzymalska), una giovanissima polacca incinta che arriva a Roma per vendere il nascituro a una coppia di adulti. La seconda solitudine invece è autoctona e avvolge come un guscio non meno impenetrabile la vita di Ermanno (Claudio Segaluscio, interprete non [...] Vai alla recensione »
Dalle finestre di casa sua, il giovane Ermanno vede il mare: un mare invernale, triste come i suoi grandi occhi neri, triste come l'anonima cittadina sul litorale romano in cui vive. Mala vita di Ermanno, rimasto solo dopo la morte del padre («non farò la fine di mio padre, non mi butterò dalla finestra», dirà più tardi parlando con suo zio), è una sorta di non-vita.
Presentato con successo nella sezione Orizzonti a Venezia 76, dove ha vinto molti premi collaterali, "Sole" di Carlo Sironi è un esordio interessante e impegnato, che offre, con il suo formato particolare (un ristretto 4: 3 anziché il classico 16: 9), una visione molto focalizzata della vicenda dei due protagonisti. Due ragazzi senza famiglia incrociano per breve tempo le loro strade: Ermanno, orfano, [...] Vai alla recensione »
Vincendo la sezione Orizzonti all'ultima Mostra del Cinema di Venezia, Carlo Sironi, giovane regista romano classe '83, fa il suo interessante esordio nella regia con Sole, storia di due ventenni che si ritrovano a condividere le loro vite in una condizione davvero particolare. Ermanno (Claudio Segaluscio) è un giovane ladruncolo della periferia romana con una vita piatta, in un perenne stato di apatia, [...] Vai alla recensione »
Un ragazzo un po' balordo, che vive tra sale giochi e furtarelli, viene ingaggiato dallo zio per uno strano lavoro: gli zii, che non possono avere figli, lo pagano per riconoscere la bambina che una giovane polacca porta in grembo, e poi cederla a loro in adozione. Poco a poco, però, questo strano destino fa sorgere nel ragazzo delle domande sulla sua vita.
Ermanno sbarca il lunario con furti di moto egioco d'azzardo. Conosce Lena, una giovane polacca incinta, venuta in Italia per vendere la bimba. Ermanno, partecipa al piano: dovrà accudirla, in casa, fino alla nascita, assumendosi prima la paternità e, poi, rinunciandovi per dare in adozione la nascitura ai suoi zii senza figli. La convivenza, però, cambierà le cose.
Ottomila euro: tanto vale il bambino che Lena, appena arrivata a Roma dalla Polonia, porta in grembo. Quando nascerà, lei scomparirà dopo aver preso quanto pattuito da una coppia che non può avere figli. Nel frattempo, il loro nipote Ermanno, un ragazzo che passa le giornate fra le slot machine, si prenderà cura di lei e fingerà di essere il padre del bambino per permettere poi allo zio e alla moglie [...] Vai alla recensione »
Maternità con bambino, anzi bambina, che però deve ancora arrivare. O forse un presepe vivente, con una giovane madonna inconsapevole, un nascituro su cui sono riposte troppe speranze e un non-padre a vegliare su di loro. Sole, esordio di Carlo Sironi nelle sale dal 24 ottobre dopo gli applausi alla Mostra di Venezia, incrocia i destini di Lena (Sandra Drzymalska) ed Ermanno (Claudio Segaluscio): lei [...] Vai alla recensione »
Ermanno spende ogni minuto e ogni moneta alle slot machine: non sa immaginare niente di diverso, né lo desidera. Lena arriva dalla Polonia con un pancione di otto mesi, dentro un figlio di cui non conosce il sesso, perché quel bimbo non lo immagina, né lo desidera: lo darà a una coppia, in cambio di qualche migliaio di euro. Anche Ermanno è foraggiato, perché è suo zio il futuro padre/acquirente del [...] Vai alla recensione »
Convincente esordio nel lungometraggio per Carlo Sironi, dopo alcuni corti accolti con favore nei festival internazionali. Sole, presentato a Venezia nella sezione Orizzonti (ha vinto il Premio Fedic, il Premio Lanterna Magica e ll Premio Nuovoimaie Talent al protagonista Claudio Segaluscio) è il racconto scarno e doloroso dell'incontro di due ragazzi soli e senza identità: Lena (Sandra Drzymalska) [...] Vai alla recensione »
Sole racconta l'incontro tra un non-padre e una madre-per-finta, in un 4:3 fatto di immagini statiche ma vive, dentro cui ribolle un dolore cupo, una vitalità soffocata. Ermanno è un ragazzo apatico, che passa il tempo alle slot machine, sul litorale romano. Lena è una ragazza polacca, decisa a vendere la figlia che porta in grembo. Ermanno deve fingersi padre per conto terzi (lo zio acquirente) mentre [...] Vai alla recensione »
Il silenzio che avvolge Sole film d'esordio di Carlo Sironi, i toni monocromi scelti da mare fuori stagione, corrispondono alla personalità dei due protagonisti (interpretati da Sandra Drzymalska e Claudio Segaluscio) incapaci di esprimere emozioni, come congelate a un punto preciso della loro vita, rappresentanti di una generazione lasciata a se stessa.
Infine in Orizzonti il film italiano "Sole", esordio di Carlo Sironi, Lena, una ragazza bulgara, arriva in Italia per vendere la figlia a una coppia sterile, della quale il nipote Ermanno finge di essere il padre. Il rigore formale è sorprendente per un'opera prima, ma il film è troppo ingabbiato, troppo autoriale, con poca vita, finendo in una rappresentazione cupa e disperata che rischia di rivelarsi [...] Vai alla recensione »
Sole, esordio alla regia di Carlo Sironi, è un buon film, con tre soli problemi: ha troppi finali; è ambientato nella periferia romana che del cinema italiano è il centro; l'abbiamo già visto, fatto dai Dardenne, quando Luc e Jean-Pierre erano ancora i Dardenne. In cartellone agli Orizzonti di Venezia 76 dopo contesa inter-festivaliera, Sole illumina un talento, quello di Sironi, natali a Roma, classe [...] Vai alla recensione »
E parlando di virtuosa essenzialità non si può trascurare la presenza oggi in cartellone di Sole, l'opera prima del 36enne romano Carlo Sironi, fra i due titoli italiani concorrenti in Orizzonti. Strutturata su un soggetto "lineare" come la gestazione e la "gestione" di un neonato da parte di due adolescenti con l'implicazione della già deliberata adozione della creatura da parte dello zio di lui (l'adozion [...] Vai alla recensione »
Non ci sono incertezze nell'esordio al lungometraggio di Carlo Sironi: Sole (prodotto da Giovanni Pompili, già dietro all'interessante e sottovalutato Il più grande sogno di Michele Vannucci) porta già nel titolo, semplice, sobrio ma emblematico, l'orizzonte a cui tende questo lucido primo film che parte da un fatto di cronaca per offrirci un ritratto emblematico di una generazione.
Ermanno passa i suoi giorni tra piccoli furti e slot machine, in attesa di una svolta nella sua vita. Lena arriva in Italia per vendere la bambina che porta in grembo e poter così iniziare una nuova vita. I due fingono di essere una coppia in modo che Fabio, lo zio di Ermanno, sterile e disposto a pagare per avere la figlia che lui e sua moglie Bianca non possono avere, possa ottenere l'affidamento [...] Vai alla recensione »
Dopo tre cortometraggi visti ai festival di Torino, Venezia e Locarno, esordisce nella regia di un lungo il 'giovane' Carlo Sironi (virgolettato perché è nato a Roma nel 1983, dunque non proprio un 'millennial'), selezionato a Venezia 76 nella sezione Orizzonti. Un esordio, va subito detto, forse adombrato da un'aura che daterebbe ai primi anni di questo nuovo secolo l'humus culturale e visionario [...] Vai alla recensione »
Sole è la storia di una famiglia mancata, di una maternità rifiutata, di una paternità sfuggita. È un film fatto di vuoti, di corpi che si completano, di silenzi, di musi lunghi, di inquadrature che sono come i personaggi: parche di parole, dai movimenti studiati, dai vuoti perennemente in attesa di essere completati. Più che un film scontato, è un film mimetico, ricalcato sulle vite che racconta, [...] Vai alla recensione »
Ermanno Tomei (Claudio Segaluscio) è taciturno, ludopatico, ha gli occhi tristi, è abituato a vivere come se il mondo attorno non esistesse, e per guadagnarsi da vivere non disdegna di rubare. Un senso di isolamento, che diventerà la costante del film, arriva subito dopo l'incipit quando lo vediamo circondato di gente e musica, eppure solo. Ermanno è un ragazzo come tanti della provincia romana, che [...] Vai alla recensione »