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Ho sposato mia madre, la sensibilità sul tema dell'Alzheimer è giusta ma è troppa la spinta alla commozione

Il film parte bene con i toni da commedia ma poi scivola su una parte drammatica troppo manichea. Da giovedì 28 marzo al cinema.
di Simone Emiliani

mercoledì 27 marzo 2024 - Recensioni

Saverio è sposato con Anna, è padre di due figlie, Alice e Giada, e lavora nella concessionaria d'auto del suocero. Il suo matrimonio è in crisi da tempo. È legatissimo invece alla madre Rosa e resta particolarmente scosso quando scopre che la donna è malata di Alzheimer. Dopo l'inutile tentativo di assisterla a casa sua, è costretto a portarla in una residenza sanitaria assistita. Un giorno Saverio scopre delle lettere d'amore scritte del padre alla madre. Quando la va a trovare, gliele legge e si accorge che le provocano delle imprevedibili emozioni. Organizza così uno spettacolo teatrale in cui racconta la storia dei suoi genitori con l'aiuto decisivo di Giulia, un'animatrice.

Il regista propone gags e situazioni che, anche se in modo semplicistico, sdrammatizzano la malattia. Purtroppo il film mostra invece di essere molto più debole nella parte drammatica e sentimentale. In più, c'è una manichea divisione tra personaggi positivi e negativi, a cominciare dalla crudeltà di Anna che rivela con cattiveria all'orecchio di Rosa un segreto.

Per affrontare il tema dell'Alzheimer, Ho sposato mia madre si è allontanato dai toni più congeniali della commedia che, anche quando si riaffaccia successivamente nel corso del film, ha ormai perso quella carica con cui aveva illuso all'inizio. 

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