Presentato al festival fiorentino, il film da Hong Kong assicura riflessione sociale ed effetto nostalgia.
di Emanuele Sacchi
Lo Wai-man è un agente immobiliare specializzato nell'affittare appartamenti abusivi ricavati da edifici industriali. Far coesistere le spese e i ricavi, una famiglia di per sé ingestibile e un vicinato ostile non è semplice, ma resta sempre uno scorcio da cui intravedere il mare. Finché non arriva Wong Siu-choi, un inquilino che decide di coprire la visuale con un cartellone luminoso e che pare seriamente intenzionato a ostacolare i piani di Wai-man.
Secondo film del 2019 per l'infaticabile Herman Yau e rara incursione nella commedia. Il soggetto appartiene a un sottogenere storicamente frequentato a Hong Kong per l'annoso problema dei prezzi degli immobili: la commedia di ringhiera, che ha il suo capostipite indiscusso in House of 72 Tenants, spesso destinata a sfociare in black comedy di ringhiera.